D’Alema apre lo scontro d’autunno nel Pd. Costanzo: “giorni decisivi”. Mirabella: “Una farsa”

La battaglia d’autunno nel Pd è iniziata. Il primo colpo di cannone parte da una portaerei di prima classe chiamata Massimo D’Alema: “Non dico che bisogna sempre ispirarsi al passato ma nemmeno sputarci sopra per far finta di essere grandi”. La bordata contro Matteo Renzi viene lanciata nel corso dell’intervista fatta durante la festa dell’Unità.

Il tema era “Il socialismo europeo e la minaccia del populismo”. Il leader Maximo cerca di contenersi e ci riesce per quasi tutta la durata del confronto con il ministro degli Esteri ed il parlamentare Ue David Sassoli. Poi però, quando sente Paolo Gentiloni lodare la battaglia di Renzi e Padoan in Ue per la crescita, replica durissimo: “Non ho visto il Pd con in mano la spada della crescita, e neppure un protagonismo dentro il Pse. Al recente congresso non sono stati inviati neppure i 50 delegati che spettavano all’Italia. Sono arrivati da Roma due simpatici signori che hanno votato 50 schede contro il candidato migliore, Baron Crespo, e hanno contribuito ad affondarlo”.

Nella cronaca di Andrea Carugati per l’edizione italiana dell’Huffington Post si legge tra l’altro che a Gentiloni, che aveva parlato del Pd come “unica forza del Pse avanti nei sondaggi”, l’ex leader replica: “Dal 40% delle europee nei sondaggi ora siamo al 30%, abbiamo perso per strada oltre due milioni di voti. Ci sarà una ragione?”. Poi descrive il bivio di fronte a cui si troveranno le forze di sinistra in Europa: “O allearsi con i conservatori per fare diga al populismo, e difendere lo status quo, oppure ricostruire un nuovo centrosinistra, come sta cercando di fare il Psoe alleandosi in alcune grandi città con Podemos. In Grecia i socialisti, alleati dei conservatori, sono finiti al 5% e dunque hanno risolto il problema. Il Pd che farà davanti a questo bivio?”. La risposta è aperta. “Una possibilità è l’alleanza con Alfano, Casini, Cicchitto e Verdini. Non è un paradosso, è l’attuale maggioranza di governo”, dice D’Alema sornione. “Ma quello con i conservatori rischia di essere un abbraccio mortale”. Applausi dalla platea. “L’altra possibilità è ricostruire un centrosinistra, cercando di assorbire come in Spagna anche le spinte più radicali”. Da “studioso”, come D’Alema si definisce per tutto l’incontro alla festa di Milano, “voglio capire dover andrà il Pd”.

Le segreterie politiche sono in fermento da mesi. Così come più volte riferito sa queste pagine (leggi il precedente). Tutti aspettano l’autunno: settembre in particolare.

Il segretario provinciale Pd di Frosinone Simone Costanzo conferma: “Settembre è decisivo, con il voto al Senato può succedere di tutto“. Di tutto significa che Renzi potrebbe ribaltare il tavolino e tentare la strada di nuove elezioni; significa che le grandi banche con i titoli del debito nazionale italiano in cassaforte potrebbero riconoscere d’avere sbagliato cavallo e richiamare di corsa da Parigi Enrico Letta.

Per Armando Mirabella (tra i fondatori della federazione di Frosinone di Possibile, la formazione creata da Pippo Civati) “D’Alema sa bene che la mutazione genetica che sta interessando il partito democratico lo riguarda molto da vicino. Non rinnova la tessera del PD la base in cui ci si accapigliava tra dalemiani e veltroniani (le altezze si sono subito riconvertite in renziani della primissima ora e in quelli della prima ora: la Ciociaria in questo é un vetrino straordinario in cui tutti i microscopi della politica possono guardare). E dunque per tentare di frenare questa autodisattivazione di “suoi” iscritti ha fatto la prima delle uscite del suo clan per dimostrare che nel PD non c’é solo quello di Renzi, ma anche il loro. Adesso con la situazione al Senato sulla legge elettorale si sentono più forti. Ma temo che ogni volta che parla D’Alema Renzi si rafforza“. Quindi, inutile aspettarsi una scissione nel Pd, capitanata dall’ala sinistra del Partito? Per MIrabella “Mutuando i versi di de André, e sperando che mi perdoni, “venti notizie ventuno ingiustizie e la minoranza Pd che fa: si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità ” dicendo che però é l’ultima volta. Come quella precedente. E come la prossima“.

Si augura “una vera, matura e profonda riflessione dei tanti che a suo tempo non vollero darci ascolto” Oreste Della Posta, segretario provinciale dei Comunisti Italiani secondo il quale “non è più rinviabile una profonda, totale, analisi di coscienza che porti all’autocritica coloro che hanno lasciato diventare la sinistra italiana ciò che è oggi”.

I vari De Angelis, Scalia, Spilabotte? Al momento non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali. Ma settembre è dietro l’angolo.