Doccia fredda sul Comitato per lo Sviluppo

La seduta di insediamento del Comitato per la Ripresa e lo Sviluppo Sostenibile. Luca Di Stefano punta sulla concretezza. La doccia fredda dei numeri Saf e della stangata in arrivo. Tutti mettono a nudo i problemi dei loro comparti. Ma tutti sono pronti a lavorare per costruire le soluzioni. La risposta corale. Il momento di agire.

Mandare a spasso per l’Italia i rifiuti prodotti nelle case dei ciociari per farli lavorare o seppellire ci è costato la bellezza di 14 milioni d’euro. Che ora dovranno pagare i cittadini di tutta la provincia di Frosinone con un sostanzioso aumento della Tari. Benvenuti nei problemi concreti del territorio. Il presidente dell’Amministrazione Provinciale Luca Di Stefano ha voluto guardare in faccia alla realtà e le associazioni di categoria sono andate nel palazzo della Provincia a dirgli le cose come stanno.

Una doccia gelata di realismo. Alla quale ha fatto seguito una tiepida: la speranza di risolvere le cose. È iniziata così l’avventura del Comitato per la Ripresa e lo Sviluppo Sostenibile, l’organismo che sindacati e associazioni avevano chiesto venisse istituito. Tutti insieme l’avevano messo nero su bianco nel documento presentato il giorno degli Stati Generali riuniti a novembre con il Governatore del Lazio Francesco Rocca. (Leggi qui: L’orgoglio di un territorio che non si arrende).

Il presidente della Provincia Luca Di Stefano ha aspettato che poche settimane più tardi le urne definissero il nuovo Consiglio Provinciale. E prima della seduta d’insediamento ne ha firmato la costituzione. Oggi la seduta di insediamento. E non è stata una passerella.

Via al Comitato

I componenti del Comitato

Ne fanno parte gli industriali di Unindustria, i sindacati Cisl, Cgil, Uil, Ugl, la Camera di Commercio Frosinone-Latina, i costruttori di Ance Frosinone, le piccole e microimprese di Confimprese Italia, la piccola e media industria di Confapi, i consorzi di bonifica di Anbi, gli artigiani di Cna, la federazione delle piccole e medie imprese Federlazio, gli artigiani di Unione Artigiani Ciociari e di Confartigianato, il mondo della cooperazione riunito in Confcoperative Lazio Sud, il gestore idrico provinciale Acea Ato 5, la società pubblica che si occupa dei rifiuti Saf.

Il Comitato sarà l’elemento di raccordo tra le esigenze del mondo produttivo del territorio e gli organi legislativi che devono recepire le nostre istanze.

Il presidente Luca Di Stefano nel disegnare l’assetto si è trovato di fronte ad un bivio. Due le possibili strade. La prima: avere una struttura ampia significa dare forma ad un veicolo complesso e rappresentativo; avere una struttura snella significa dare forma ad un veicolo più rapido ma con il rischio di dimenticare voci che la presidenza della Provincia invece ritiene importanti. “La soluzione individuata – ha detto il Presidente – è quella di un Comitato ampio. Ma che lavorerà in maniera snella».

In che modo? Il Comitato si dividerà per aree tematiche e ciascuna lavorerà per proprio conto. E nel momento in cui sarà necessario interfacciarsi in maniera plurale o collegiale si darà vita a sessioni plenarie.

Gli anfibi sul terreno

Il tavolo della presidenza

Niente passerelle. Il presidente ha esordito dicendo “Mi perdonerete se salterò i convenevoli e tutte le dichiarazioni di principio: penso che ne abbiamo già dette abbastanza in occasione degli Stati Generali. E se siamo qui oggi è per passare ad una fase successiva: operativa, concreta, il più possibile incisiva”.

Lo hanno accontentato. Il presidente Saf Fabio De Angelis ha annunciato che nelle ore precedenti aveva inviato una Pec ai 91 Comuni che compongono al Società Ambiente Frosinone. In quella lettera ha spiegato come stanno i conti. La Provincia di Frosinone non ha più un impianto che lavori gli avanzi di cucina e le erbe tagliate dai giardini e dalle cunette: oggi vengono mandati in Veneto dove ci fanno il metano green. E non ha più una discarica: Roccasecca è chiusa, per un periodo abbiamo portato a Viterbo ciò che avanza dei rifiuti dopo averli lavorati.

In soldoni, mandare a spasso per l’Italia quelle immondizie, nel 2021 ha fatto salire i costi da 138,68 euro/tonnellata a 161,78 euro/tonnellata; nel 2022 la spesa è salita a 204,72 euro/tonnellata. In pratica: 65 euro/tonnellata in più nel giro di due anni. Che in parte sono stati compensati dalla Regione, in parte si sono mangiati i risparmi fatti da Saf migliorando il servizio. Restano circa 14 milioni che ora finiranno nelle bollette Tari. E mancano ancora i dati del 2023 e 2024.

Il presidente Fabio De Angelis è rapido e concreto. “Credo che il Comitato debba occuparsi al più presto del problema infrastrutturale. Senza impianti, le tariffe per i cittadini continueranno ad aumentare e questo nonostante i miglioramenti che potremmo apportare e dei loro sforzi per fare la differenziata”.

Semplificare per competere

I componenti del Comitato

Anche gli industriali mettono il dito nella piaga. Si associano alla prima delle tre priorità indicate dal presidente Luca Di Stefano: rendere concreta la richiesta di chiarezza e snellezza sui temi delle autorizzazioni ambientali fatta dagli Stati generali alla Regione Lazio. “Dobbiamo dare vita ad un documento che dica dove e come correggere gli attuali testi di legge e presentare le nostre proposte al presidente Rocca” ha detto il presidente.

Unindustria non la fa cadere a terra: offre i documenti sui quali la sua struttura ha già lavorato, affinché il Comitato valuti se siano idonei “a delineare perimetri di maggiore chiarezza. Inoltre non dobbiamo dimenticare che la depurazione è lo scheletro dell’infrastruttura per l’industria della Provincia. Dobbiamo riuscire a dare vita ad un sistema con il quale vinciamo tutti”. 

Federlazio continua nel solco della concretezza e pone un altro tema al Comitato. Spiega che “C’è la necessità di elevare il livello di competitività per contrastare la mancata inclusione della provincia di Frosinone nelle aree Zes, tenendo conto di quanto ci dicono i numeri”. Cosa dicono? “C’è già una diminuzione del manifatturiero in questa provincia e si attesta intorno al 5%. Quindi, dobbiamo lavorare per elaborare un modello di sviluppo che faccia sintesi e porti contenuto”.

La polpa della Cgil e quella della Cisl

Il Segretario interprvinciale Cgil Giuseppe Massafra (Foto: Marco Merlini)

La Cgil allarga il perimetro. Gli Stati Generali di novembre hanno creato un canale di interlocuzione diretto tra i presidenti Luca Di Stefano e Francesco Rocca. Per Cgil “Non abbiamo bisogno di costruire solo un tavolo di confronto con la Regione per confrontarci sul cambiamento delle norme, in particolare quelle ostili alla crescita del nostro territorio. Qui c’è anche un tema negoziale di risorse pubbliche: ci sono milioni di euro destinati alla crescita ed allo sviluppo. Occorre un tavolo negoziale su dove indirizzare queste risorse”. Che è un po’ come voler partecipare al governo del territorio senza essere passati per le elezioni. Legittimo chiederlo, complesso che venga accettato.

Per la Cisl serve chiarezza sulle idee. E vanno sviluppate quelle sul lavoro di qualità e sul Turismo. “Il lavoro di qualità si crea attraverso formazione. Ci sono realtà di questo territorio che non riescono ad incontrare le figure professionali di cui hanno bisogno e ragazzi che si avviano su percorsi che non portano a quel lavoro di qualità che gli Stati Generali hanno auspicato”. Gli Its come il Meccatronico funzionano: per Cisl occorre insistere, osservando le esigenze del mondo del lavoro reale. E scommettere sul turismo.

Il clima e la burocrazia

Il direttore delle Bonifiche della provincia di Frosinone, Aurelio Tagliaboschi

Nell’elenco delle priorità, Luca Di Stefano ha inserito anche i cambiamenti climatici. Acea Ato5 ci mette il carico. E ricorda al Comitato che “la crisi climatica è anche la pioggia che cadrà tutta insieme e non ci sono le infrastrutture per contenerla. In queste condizioni saltano gli assi viari, esplodono le tubazioni, franano i versanti. Bisogna individuare i contesti e le situazioni per la gestione delle acque di prima pioggia”. E su questo chiede di aprire un canale con la Regione che sia veloce. 

I Consorzi di Bonifica condividono e fanno un esempio al Comitato. Spiegano che “Con le recenti modifiche alle procedure occorrono mediamente due mesi per intervenire sulle piccole frane create dal maltempo. C’è un iter autorizzativo troppo complesso e che ritarda gli interventi che invece potrebbero arrivare in tempi molto più brevi.

Anche i costruttori edili di Ance ritengono che il tema delle infrastrutture sia centrale per lo sviluppo del territoriale. Ed al tema della manutenzione sul rischio idrogeologico aggiungono quella della rigenerazione urbana e dell’housing sociale.

La sfida del Giubileo 

Il presidente Confimprese Italia, Guido D’Amico

La provincia di Frosinone è chiamata anche ad un’altra sfida: quella del Giubileo. Per l’Anno Santo arriveranno milioni di pellegrini a Roma. E la provincia di Frosinone è quella che offre il maggior numero di posti letto al di fuori della Capitale. Ma a Confimprese Italia questo non basta: rilancia la sfida del Turismo Sostenibile. E cioè, via dagli alberghi della provincia di Frosinone la plastica per sostituirla con componenti bio, affidare tovagliato e coperte a lavanderie che usano saponi naturali al posto di quelli chimici “il prezzo è lo stesso, la resa in favore dell’ambiente è enorme, la sensibilità dei giovani viaggiatori su questo tema è importante e può essere un veicolo di attrazione, rendendolo un vero driver di sviluppo”.

Confartigianato ricorda che c’è il problema del lavoro manuale: sta scomparendo la formazione per i lavori pratici. Segnala che occorre affrontare il radicale cambiamento che sta attraversando il settore del commercio tradizionale “che è parte importante dell’economia di questo territorio. È costretto a fronteggiare il fenomeno dell’e commerce. Ma anche della concorrenza sleale fatta dall’abusivismo che spesso porta anche inquinamento”.

Per Confcooperative LazioSud c’è il tema dei fragili da inserire nel ciclo produttivo. Mentre Confapi ricorda la sfida della competitività e della qualità.

L’ora delle proposte

Foto © Stefano Strani

A fare la sintesi è stato il presidente Luca Di Stefano. È l’ora delle proposte. Da portare in Regione. “Oggi passiamo alla seconda fase: operativa, concreta, il più possibile incisiva“. Una fase che si innesta su “ciò che di concreto ci hanno lasciato gli Stati Generali”. Innanzitutto “un capitolo del Bilancio regionale interamente dedicato alla nostra Provincia, per contrastare il fenomeno della deindustrializzazione. Verrà riempito di contenuti dalla Regione quando noi, dal territorio, invieremo i nostri input al presidente Francesco Rocca“.

È il momento di agire.