I 100 anni di Lalla, nel paese dove con la poesia batterono pure Benigni

I cento anni di una donna per raccontare un intero territorio. Che fa la guerra con la Poesia. In maniera così abile da avere battuto anche Roberto Benigni. Ma pure con il fucile non se la cavavano male. Ne sa qualcosa Buffalo Bill

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Siamo di Giulianello e siamo donne
andiamo ‘nguera senza portà l’arme
siamo più forti noi de le colonne

Da secoli le donne di Giulianello cantano così. Cantano la vita, cantano la fede, cantano la pace che vorrebbero e la guerra che hanno. In questo angolo di mondo dove finiscono i Lepini e iniziano i Castelli romani, qui dove c’è un lago che non ha fiumi che gli danno da “mangiare” e fiumi che “portano via” il respiro dopo aver respirato

Qui una donna Auria Marchetti (Lalla), una di quelle che canta, come gli usignoli, come il vento tra i boschi, ha compiuto 100 anni. Un secolo di vita: raccontarlo ricorda che a questo mondo siamo nati per “campare” e non per morire in fretta sotto il cannone o di un male di cui è difficile anche il nome.

Andiamo ‘nguera senza portà l’arme perchè le donne di questi posti sono la ragione e orgoglio di un mondo che non ha l’odio, la supremazia, l’illusione per orizzonte.

QUI I PASTORI HANNO BATTUTO BENIGNI

Roberto Benigni (Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica)

Qui le sfide, le guerre, si fanno con la poesia, con le rime

Come quando, proprio qui a Giulianello, Roberto Benigni aveva provato a battere Ezio Bruni di Artena, sfidandolo in ottava rima. In poesia ma…

Il toscano aveva imbrogliato su una rima, quella finale in “ata“, che rendeva impossibile continuare il canto. (Nell’ottava rima non si può lasciare all’avversario la rima in apa perché potresti prendere in giro il Papa). 

Come nelle tenzoni dei cavalieri medievali, la scortesia, il superamento dell’etichetta è prima di tutto offesa per chi la fa. In poesia non ci sono i vili, non ci sono quelli che mischiano le carte, non c’è spazio per i tre cartisti. E’ il mondo delle virtù di Pia dei Tolomei, dello scontro a viso aperto, duro fino al coltello, fino al sangue, ma rispettoso delle regole. 

È il Palio di Siena, dove tutto è ammesso nella corsa, nulla è ammesso fuori dalle regole della corsa stessa. I cavalli del palio non hanno sella, come la poesia in ottava non ha scritto, non ha bisogno dei segni, di mostrarsi o nore esterno, perché o nore è, all’interno. I cavallari dei Lepini, i butteri della piana umida cavalcavano a pelo e battevano Buffalo Bill. 

Ezio Bruni, pastore di Artena batte il colto Benigni, perché ogni uomo ha il suo punto debole: il toscano ha il gusto della battuta che lo frega. Bruni batte Benigni, come Imperiali di Cisterna batté l’americano della leggenda, Buffalo Bill.

I 100 ANNI DI AURIA MARCHETTI

Buffalo Bill

Accadde nel 1890. L’americano mise piede per la prima volta in Italia e durante il trasferimento da Napoli a Roma ebbe a discutere col duca Onorato Gaetani a Cisterna di Latina. Come in quelle sfide senza senso, tipiche dei maschi, si sfidarono a chi fosse più abile a domare e cavalcare: Buffalo Bill sfidò i butteri di Cisterna sui puledri americani. Finì con Augustarello Imperiali che scese dal puledro senza difficoltà ed entro nella leggenda. A lui a Cisterna venne dedicata una scuola e gli venne eretta una statua.

Fu festa. E festa grande hanno fatto a Giulianello, proprio nel giorno della Festa della Donna. Perché quei primi 100 anni appartengono ad una donna speciale. La voce di Lalla Marchetti è la voce storica del gruppo Donne di Giulianello, patrimonio culturale del territorio. Il percorso di recupero e valorizzazione fu avviato negli anni ’70 da Raffaele Marchetti.  

Le Donne di Giulianello ancora intonano canti popolari vecchi di secoli, che si cantavano durante il lavoro nei campi. E soprattutto uno dei canti più antichi sulla Passione di Gesù Cristo a cui si sono interessati grandi studiosi di musica e tradizioni popolari, tra cui Ambrogio Sparagna, Giovanna Marini e il linguista Tullio De Mauro.

A festeggiarla c’era anche il sindaco di Cori Mauro De Lillis, che le ha fatto indossare la fascia da primo cittadino, consegnandole una targa ricord. “Lalla – ha detto De Lillis – è forte come una quercia, una quercia le cui radici affondano nel profondo delle tradizioni di queste terre”.

Quelle terre da dove partirono gli uomini che batterono pure Buffalo Bill e Roberto Benigni.