I magnifici sei eletti che… dovrebbero cambiare la provincia 

Sei, di pensiero diverso ed origine differente. Chi sono i sei che staccano il biglietto per la Pisana. Ci fu un tempo in cui a Roma andarono in tre. Più diversi ancora. Ma fecero un patto: quando si parlava del loro territorio facevano blocco.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sei pontini vanno in Regione Lazio. Ciascuno rappresenta il suo Partito: ciascuno ci va con una sua peculiarità in assoluto e anche dentro il suo Partito. Questo il verdetto del voto, seppur un voto non certo affollato: ha votato meno del 40% degli aventi diritto.

Sambucci e l’isolamento rotto
Vittorio Sambucci

Partiamo dalle novità. Per la prima volta nella storia il nord pontino industriale, Aprilia-Cisterna, ha un consigliere regionale: Vittorio Sambucci di Fratelli d’Italia. Si rompe la conventio ad excludendum verso questa area geografica.

Segno anche di un cambiamento demografico: i Lepini e il sud Pontino hanno sempre meno residenti, il nord cresce sempre. Vittorio Sambucci dal 2004 è consigliere comunale a Cisterna di Latina e vice sindaco nel 2019. È agricoltore, forse riuscirà a far capire a Roma che l’agricoltura non è settore residuale ma turbo per una nuova economia del fare.

Tiero, il ponte tra cittadino e Stato
Enrico Tiero

C’è, poi, nella elezione di Enrico Tiero, 16.000 voti personali, la scelta di un metodo di azione politica di prossimità. Di ponte tra cittadino e Stato che è una sorta di welfare state del secolo scorso traslato in questo.

Il tutto in rappresentanza di categorie che forse non stanno nel politicamente corretto ma che esistono. Categorie come i cacciatori ed i pescatori. Perché nessun dopo cancella oggi, ma si somma. E a quanto pare, questo mondo non è affatto marginale: i voti che ha raccolto Tiero sono testimonianza.

Non nasce a destra. Lui è uomo di mediazione, democristiano “ab origine” poi confluito in Forza Italia: i suoi rapporti personali e politici con il senatore Claudio Fazzone hanno avuto la durata di una stagione. Ha trovato con facilità una nuova casa politica in FdI quando Giorgia Meloni ha capito che erano maturi i tempi per passare da una Destra nostalgica ad una Destra europea. Così Enrico Tiero è diventato vice coordinatore regionale del Partito: ha democristianizzato Fratelli d’Italia in provincia di Latina.

Potere alle donne
Elena Palazzo con Giorgia Meloni

Elena Palazzo è l’unica donna eletta e, guarda caso, è stata eletta nel Partito che ha portato al governo la prima donna Primo Ministro, Giorgia Meloni.

Esiste una “battaglia di genere” a chiacchiere e una nelle cose. Elena Palazzo non sta li per le quote ma per la determinazione, sì. A sinistra parlano al femminile, a destra eleggono donne a governare.

Soffre di orticaria quando qualcuno le parla di centrosinistra. La politica ha cominciato a farla da bambina: accompagnava papà Giovanni ad aprire la sezione di Itri del Movimento Sociale Italiano. Circolo frequentato da un giovanissimo Maurizio Gasparri e dove era di casa l’allora federale” di Latina: il futuro consigliere regionale e sindaco del capoluogo pontino Vincenzo Zaccheo.

Il 50% dei consiglieri eletti è di Fratelli d’Italia, pure questo è un unico. Che sia rinata, in livrea non bianca ma grigia, una nuova balena bianca?

Cosimino il pragmatico
Cosmo Mitrano

Cosimino Mitrano è il consigliere di Forza Italia, già sindaco di Gaeta, due volte. Uno pragmatico, concreto. Rappresenta l’orgoglio dell’unica città veramente internazionale di questa provincia, una capitale.

Citando Benjamin Disraeli che ai rilevi di un deputato scozzese quando lui era Primo Ministro sulla sua origine israelita rispose: “è vero sono discendente di antenati che stavano costruendo il Tempio di Gerusalemme quando i suoi pascolavano pecore negli altipiani della Scozia”. Quando i gaetani avevano basi commerciali in tutto il mediterraneo il resto di noi faceva fatica a prendere i fichi d’India per via delle spine.

Lui è quello che ha avuto la visione di una Gaeta non più città da vivere nella sola estate ma tutto l’anno. E se in costume da bagno a dicembre fa freddo, Cosimino si inventa il festival delle luminarie con cui attrarre visitatori pure quando gli ombrelloni sono chiusi e la tintarella si può prendere solo con la luna. È lui ad avere pensato ad un nuova waterfront quando tutti gli altri ancora ragionavano in termini di Lungomare.

Tripodi, al fotofinish
Angelo Tripodi

Angelo Tripodi, consigliere della Lega rappresentate degli italiani di Libia e Tunisia. Cacciati dai nazionalisti arabi di quei Paesi e che qui, in Agro Pontino, trovano nuova casa e importano la capacità di coltivare l’uva e di innovare. Inventano l’uva da tavola Italia e poi il kiwi. (Leggi qui: Il voto di Libia che non ti aspetti: Latina tripolina).

Rappresenta una storia rimossa, forse anche più di quella delle foibe. Perché noi italiani vogliamo sempre essere ricordati per il facile che il difficile ci resta difficile. Lo ha sostenuto la destra storica, non nasconde la vicinanza con Vincenzo Zaccheo.

Entra anche quest’anno lasciando in lacrime i suoi colleghi della sponda ciociara del Lazio Sud. Cinque anni fa prese la strada della Pisana a discapito di Alessia Savo, votatissima nella lista del Carroccio a Frosinone. Questa volta sospira l’espertissimo Pasquale Ciacciarelli: roba da quasi 14mila voti ma resta al palo a Frosinone; a Tripodi ne bastano meno di 9mila, ma una percentuale dello 0,39% in più. Massimo risultato con il minimo sforzo.

La Penna con i resti

Salvatore La Penna

Salvatore La Penna, quel che resta di Sezze una delle capitali della rivolta dei contadini italiani sotto le bandiee rosse. La Sezze con la politica dentro, originale, fino alla stravaganza, quasi straordinaria per come oggi si è fatta ordinaria.

Consigliere uscente del Pd, torna a La Pisana, nonostante una campagna elettorale dove tutto gli era contro. Non si può dire che non è “cocciardo” (in setino “determinato”). Come l’ultimo dei moicani.

Sono diversi, abitano solo nello stesso posto. Tanti anni fa andarono in Regione in tre: Stefano Zappalà (Forza Italia), Sesse Caldarini (An) e Titta Giorgi (Pd), furono ribattezzati Qui, Quo e Qua. Tre diversissimi tra loro, quasi senza alcun legame (se non la setinità degli ultimi due) che decisero di fare un patto: quando si parlava di Latina facevano blocco. Riuscirono a fa mettere in sicurezza la Pontina da borgo Piave a Terracina e a riaprire i lavoro per la 156.

Dividersi nelle parole, ma rispettarsi nelle cose.