I negozi al Q3 e l’omicidio del buonsenso

Cose da fare invidia a Kafka ed i suoi romanzi dell'assurdo. Qui si va oltre. E per capire a chi appartenga un marciapiedi si deve arrivare al Consiglio dei Ministri. Il risultato è che nessuno vorrà investire in un sistema così. Nel quale basterebbe solo un po' di buonsenso

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Alla fine venne il giorno dell’apertura, delle serrande che vanno in sù e della gente che entra con i carrelli vuoti per uscire solo dopo averli riempiti. Venne il giorno dell’inaugurazione: non quello del buon senso. Perché le saracinesche alzate nelle ore scorse al Maury’s di via del Lido sono la sintesi di una delle vicende più lunghe e sconcertanti in materia urbanistica nel capoluogo pontino.

La storia è nota come “variante del Q3” ed è iniziata nel dicembre 2018. Quel giorno venne approvata una delibera di giunta comunale che eliminava il vincolo alberghiero sull’area. Il vincolo era stato apposto dalla Regione Lazio negli anni ‘70, quando fu richiesto un mutuo per la realizzazione dell’hotel Garden su via del Lido. Costruito l’albergo e restituito il mutuo, era però rimasto “appeso” il vincolo a destinazione alberghiera. Eliminato anche questo dalla giunta con quel provvedimento del 2018.

Foto: Andrea Apruzzese

Grazie al quale il terreno era tornato ad avere la sua destinazione secondo le norme tecniche attuative del Piano Particolareggiato Esecutivo del quartiere Q3Che includono anche quella commerciale. Ma in Italia, per stabilire le cose non sempre bastano le carte ed il buon senso: meglio se c’è anche una sentenza di tribunale. E così venne indagata parte della giunta, tecnico e funzionari dell’allora amministrazione comunale di Latina. Poi, tutti prosciolti. Ma da noi è sempre meglio essere sicuri: a gennaio scorso scatta una nuova indagine sull’area di vendita: alla fine dello scorso febbraio arriva anche il dissequestro. (Leggi qui: Variante Q3, alla fine venne l’ora del dissequestro ).

Tutti commerciarono felici e contenti? Troppo semplice.

Il caso dei passi

L’accesso da via del Lido

Nasce il problema dei passi carrabili per accedere alla struttura pensata per ospitare tre negozi: Maury’s, Eurospin e McDonald’s. Tecnicamente non è un centro commerciale: le norme la classificano Media Struttura di Vendita. Che era pronta ad aprire già a dicembre se non fosse esplosa la questione dei passi carrabili. Come si accede alla struttura?

Nel progetto sono tre. Uno sta in via del Lido ma il Comune aveva qualche dubbio sull’effettivo proprietario del marciapiedi. Due stanno su via Ferrazza. Su di loro si rimbalzano la responsabilità Comune ed Anas secondo la quale la competenza per l’autorizzazione è la sua in quanto si tratta di una complanare della Pontina.

Sarebbe piaciuto a Kafka ed il suo teatro dell’assurdo. Scene degne del libro Il Castello. Dove il signor K dice «Uno dei principi che regolano il lavoro dell’amministrazione è che non si deve mai contemplare la possibilità di uno sbaglio. […] Errori non se ne commettono e, anche se ciò per eccezione accade, come nel suo caso, chi può dire alla fin fine che sia davvero un errore?».

All’atto pratico con il passo carrabile su via Ferrazza? Anas dice che è complanare e quindi competenza sua. Il Comune dice che è competenza sua stante la ricognizione delle proprietà, approvata con delibera del Consiglio comunale il 20 giugno del 2013. Lì c’è l’inventario dei beni immobili comunali. Carta canta.

Carta canta

In quell’inventario c’è via Ferrazza. Sta al numero 00544 dell’elenco delle strade ed è chiaramente indicata come “comunale urbana”. Pari pari alla complanare sull’altro lato: via Faggiana, in elenco al numero 00535. La carta dice che le due complanari sono del Comune di Latina che da tempo ci ha piazzato sopra pure il cartello di località.

Risolto? Manco per niente. Pure Anas ha una carta. È il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con cui nel 2018 fa ordine sulle strade di interesse nazionale o regionale nel Lazio. Sulla base del decreto l’azienda regionale delle strade Astral consegna a quella nazionale Anas la Pontina. Quindi? Nell’elenco non figurano né via Ferrazza né via Faggiana ma per Anas vengono trasferite in automatico, essendo complanari della Pontina.

Decreto del Governo batte inventario del Comune. Fatto? No, proprio no. Perché sul sito stradeanas.it la Pontina risulta regolarmente dell’Anas ma non si fa menzione delle altre due strade. Morale della favola il Passo non è stato ancora autorizzato. Due settimane fa però è stato rilasciato il passo per via del Lido ed il Maury’s ha avviato l’iter di apertura.

Il delitto del buon senso

La vicenda dei negozi della Q3 a Latina è diventata da ridicola a tormentone e simbolo della Latinacentrita. Tre negozi alle spalle dell’ Hotel Garden a Latina diventano centro commerciale: siamo all’idea di Mussolini che fece le armate da trinarie (composte da tre divisioni) a binarie (ne bastavano due). In questo modo, a parità di soldati, ogni due armate ne otteneva una terza. La “debolezza“era la stessa: il “numero faceva la potenza“.

Il problema è di prospettiva. Quattro alberi e un poco di rovi a Latina si fanno Parco dello Stelvio. Ed è normale che sia così se per un banalissimo accesso a dei negozi si deve passare per due inchieste ed una montagna di carte che Kafka era un dilettante. Il che si proietta su tutto: i passi carrabili, i parcheggi, la viabilità che qui si fa più complessa dei caselli per accedere al ponte sullo Stretto di Messina. Carte da bollo, verifiche di forze dell’ ordine, avvocati indaffaratissimi ed un dibattito in cui sono tutti urbanisti ma senza modi urbani con tanti interessi in gioco.

Il tutto produce nulla: nulla di nulla, solo chiacchiere e carte bollate con sentenze che dicono tutto di niente e niente di tutto. Schizofrenia antibuonsenso. Basterebbe che uno, uno nella filiera, si rendesse conto del ridicolo. Il risultato è che tutto questo si trasformi nell’effetto dei droni iraniani: in niente sul piano bellico, tutto sul piano politico. (Leggi qui: Israele Iran prove di Terza Guerra Mondiale).

Il rischio è che nessuno voglia più investire in questa città dove è stato ucciso il buonsenso. Cosa manca? La politica che media gli interessi particolari con quello generale e tutto diventa gioco inutile. Cosa direbbe di fare il buonsenso? Aprire e lasciare che il mercato faccia il suo lavoro, la concorrenza.