Il Frosinone tra paradossi e voglia di ripartire

All’Olimpico contro la Roma i ciociari hanno confermato la bontà del lavoro svolto finora ma non sono riusciti a finalizzare. Sono emersi limiti di esperienza e qualità in zona-gol. Ora però occorre archiviare la sconfitta e guardare avanti: Di Francesco dovrà tenere alto il morale della truppa e trasmettere fiducia alla squadra. Domenica scontro diretto col Verona: in palio punti pesanti

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Il Frosinone si è svegliato dopo la notte dell’Olimpico con la seconda sconfitta stagionale, i complimenti di Mourinho, alcune conferme e soprattutto un paradosso che lascia più di qualche rimpianto. La squadra di Di Francesco infatti ha avuto una produzione offensiva (“goal previsti xG” pari a 0,91) superiore della Roma (0.46) ma non ha calciato mai nello specchio (5-0 il computo delle conclusioni). Insomma il Frosinone ha giocato e creato pericoli per almeno un’ora senza andare a segno. Impreciso al tiro e poco lucido nelle scelte finali. Il gap di esperienza e qualità si è fatto sentire in zona gol. Ed alla fine è stato punito dalle prodezze di campioni del calibro di Lukaku e Pellegrini.

“Abbiamo avuto un ottimo approccio alla gara. Poi non siamo stati bravi noi a finalizzare e sono stati più bravi loro a mettere dentro le opportunità avute – ha sottolineato il tecnico Eusebio Di Francesco – Questo è anche la differenza tra le grandi squadre e quelle che devono lavorare per altri obiettivi. Ci teniamo comunque l’ottima prestazione, questa spensieratezza di squadra, questo atteggiamento”.

La crescita passa per gli errori

Ibrahimovic ha esordito

Anche all’Olimpico il Frosinone ha disputato una gara a viso aperto continuando il percorso intrapreso sin dall’inizio della stagione. Almeno per un’ora la squadra di Di Francesco ha provato addirittura a fare la partita (possesso palla pari ad esempio) malgrado le assenze e l’infortunio di Romagnoli abbia costretto il tecnico a ridisegnare l’assetto. Il Frosinone ha mostrato la solita personalità nonostante una squadra giovanissima: ha finito con 7 giocatori nati dopo il 2000 (esordio per il 2005 Ibrahimovic).

È mancata però la finalizzazione. Mica acqua fresca. Si poteva fare meglio, ci sono stati degli errori. Ma erano difficoltà messe in preventivo. Il reparto avanzato è formato da elementi giovani ed inesperti. E quindi ha bisogno di tempo per crescere e calarsi nella realtà della Serie A. Non è un caso che gli attaccanti abbiano segnato solo 2 gol (Soulé e Cheddira). Inoltre il ruolo di punta centrale è probabilmente corto con soli 3 elementi. “Quando si utilizzano tanti ragazzi del 2000 si deve per forza passare attraverso gli errori. Piuttosto che guardare i gol sbagliati faccio i complimenti a tutti i miei giocatori”, ha detto DiFra.

Fiducia e voglia di ripartire

Eusebio Di Francesco

Al di là delle analisi tecnico-tattiche, Di Francesco dovrà lavorare in primis sulla testa dei giocatori e tenere alto il morale della truppa. La sconfitta dell’Olimpico potrebbe lasciare qualche strascico in una squadra giovane che era reduce da 5 risultati utili di fila e viaggiava sulla cresta dell’onda. L’entusiasmo finora è stata una delle armi principali del Frosinone e quindi non va intaccato. Come d’altronde la fiducia e la consapevolezza nei propri mezzi.

In questi casi sarà importante voltare pagina, mettersi alle spalle la sfida dell’Olimpico ed avere tanta voglia di ripartire. Una grossa mano potrebbe arrivare dal pubblico che domenica prossima accorrerà in massa allo “Stirpe” e non farà mancare il suo apporto nella delicata sfida contro il Verona dell’ex Marco Baroni, reduce dal pareggio a Torino 0-0.

Allo “Stirpe” in palio punti pesanti

Marco Baroni

Malgrado il campionato sia arrivato solo all’ottava giornata, la gara contro il Verona avrà un peso specifico nell’economia della corsa-salvezza. Si tratta di uno scontro diretto per giunta in casa ed il Frosinone dovrà cercare di ritornare subito a fare punti. Gli avversari hanno un punto in meno e sarebbe importante tenerli dietro. Sarà dunque una prova di maturità per la formazione ciociara anche se gli infortuni e le assenze iniziano a diventare troppe. Mentre le alternative diminuiscono considerando le difficoltà di ambientamento di alcuni giocatori che finora hanno giocato poco o addirittura niente.