Il nostro bivio quotidiano tra speranza e angoscia

Come ai tempi del profeta Daniele. Lo scontro tra favorevoli ai vaccini e No Vax creano smarrimento. Ma proprio qui sta la nostra scelta: tra Speranza o Angoscia

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo  (Dan 12,1)

Alcuni versetti della Parola sembrano essere stati scritti oggi, come questo del profeta Daniele che appare un’efficace sintesi dell’attualità, con un forte richiamo alla speranza.

In effetti, ci sentiamo tutti immersi in un tempo di angoscia: i titoli dei giornali, le chiacchiere degli amici, le liti tra vaccinati e novax, gli insulti reciproci non fanno che aumentare il senso di smarrimento in cui ci sembra di sprofondare sempre di più, man mano che i mesi si succedono.

Abbiamo continuamente  l’impressione di esserne finalmente usciti per poi essere ricacciati giù nella paura della pandemia, della malattia, del dolore. 

Come al tempo di Daniele

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Ma la Parola ci offre una chiave di lettura che al tempo di Daniele si riferiva alla condizione di schiavitù del popolo rispetto ad una cultura straniera e che oggi si riferisce esattamente alla pandemia, nella lettura che ne dà Papa Francesco: non possiamo pensare di uscire dall’esperienza del covid come se niente sia accaduto.

Ci siamo resi tutti conto di quanto siamo deboli ed indifesi ma anche di quanto siamo capaci di fare per affrontare un pericolo comune. In pochi mesi sono arrivati i vaccini ed anche le cure, ma abbiamo pure sperimentato come i Paesi occidentali possano chiudersi ermeticamente nei loro frigoriferi dell’egoismo, lesitra speranza e angoscianando sulle forniture dei vaccini ai Paesi più poveri, con l’illusione che i muri della fortezza occidentale possano resistere alla globalizzazione della pandemia.

Speranza o angoscia

Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Qui sta la scelta che ciascuno di noi è chiamato a fare: riempire di speranza la situazione, salvare il popolo, come dice Daniele, oppure farsi dominare dall’angoscia, dalla paura. Che cosa vale di più: la forza, il sacrificio, la dedizione di quanti lottano contro il covid per salvare vite umane, ciascuno con le proprie competenze, medici, infermieri, scienziati, ricercatori, organizzatori della sanità, forze dell’ordine o chi protesta contro la dittatura sanitaria, chi paragona le restrizioni di questi giorni con i lager nazisti?

Prendiamo l’esempio da chi ha combattuto e continua a farlo contro il covid, senza far caso ai rischi personali, alle ore di straordinario: li abbiamo chiamati eroi e ora rischiamo di dimenticare che soltanto grazie a loro possiamo avere speranza di salvarci.

Questo è il tempo delle decisioni sagge e consapevoli e non delle stupidaggini.

(Leggi qui qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).