Il ritorno alle dune, la riscoperta del mare di Sabaudia

Il fascino delle dune che fecero innamorare Moravia. Forse solo Dakar lo coplpì allo stesso modo. Una magia a due passi da Roma e da Frosinone.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Il termometro segna i 30 gradi. Fa caldo qui, c’è il mare una striscia lunga lunga di mare. La duna inizia a Latina, poi corre fino a San Felice, dietro anche tre laghi: ma cosa vuoi di più. L’acqua certo è ancora fredda, l’acqua di maggio si prepara all’estate ma… si comincia.

Sono tornati i romani, la gente ha scoperto che forse il mare vicino non è diverso dal mare distante e Terracina è una meta, Sabaudia un mito, San Felice una possibilità e Latina diventa esotica.

La magia delle dune

Le due di Sabaudia (Foto Frank Münnich)

Alberto Moravia restò folgorato dalle dune. Lui aveva girato il mondo ma una cosa così l’aveva vista solo a Dakar davanti all’oceano infinito.

Le dune sono un pezzo di Africa in Europa, una Africa ma con il mujito, lo spriz e la granita al limone. 

Trovo esplicativo un pezzo di Pierpaolo Pasolini che mi ha ricordato la mia amica Daniela Carfagna:

quella cavalcata di fiamme sepolte
nella nebbia, che fa sembrare il piano
da Vetralla al Circeo, palude
africana, che esali in un mortale arancio …

Una pennellata su uno spettacolo eccezionale, su di un mondo eccezionale. D’estate anche la palude “seccava” e emergeva l’Africa che è qui ad un passo da dove l’Europa è nata, da Roma.

Omero forse pensa alla Circe bellissima che fa innamorare gli umani e li fa porci per questo fascino che stordisce, avvilisce, fa perdere, fa essere oltreumani.

Foto © Danilo Raponi

A 10 minuti da Latina, a un tiro di schioppo da Frosinone, ad una sudata lieve da Roma. Stare in Africa a 60 chilometri da Piazza del Quirinale, e ti pare poco.

Una duna che pare non finire, in un mare che pare esserci appoggiato sopra e il sole qui picchia forte e fa rosse le ciliegie.