Il fascino delle dune che fecero innamorare Moravia. Forse solo Dakar lo coplpì allo stesso modo. Una magia a due passi da Roma e da Frosinone.
Il termometro segna i 30 gradi. Fa caldo qui, c’è il mare una striscia lunga lunga di mare. La duna inizia a Latina, poi corre fino a San Felice, dietro anche tre laghi: ma cosa vuoi di più. L’acqua certo è ancora fredda, l’acqua di maggio si prepara all’estate ma… si comincia.
Sono tornati i romani, la gente ha scoperto che forse il mare vicino non è diverso dal mare distante e Terracina è una meta, Sabaudia un mito, San Felice una possibilità e Latina diventa esotica.
La magia delle dune
Alberto Moravia restò folgorato dalle dune. Lui aveva girato il mondo ma una cosa così l’aveva vista solo a Dakar davanti all’oceano infinito.
Le dune sono un pezzo di Africa in Europa, una Africa ma con il mujito, lo spriz e la granita al limone.
Trovo esplicativo un pezzo di Pierpaolo Pasolini che mi ha ricordato la mia amica Daniela Carfagna:
quella cavalcata di fiamme sepolte
nella nebbia, che fa sembrare il piano
da Vetralla al Circeo, palude
africana, che esali in un mortale arancio …
Una pennellata su uno spettacolo eccezionale, su di un mondo eccezionale. D’estate anche la palude “seccava” e emergeva l’Africa che è qui ad un passo da dove l’Europa è nata, da Roma.
Omero forse pensa alla Circe bellissima che fa innamorare gli umani e li fa porci per questo fascino che stordisce, avvilisce, fa perdere, fa essere oltreumani.
A 10 minuti da Latina, a un tiro di schioppo da Frosinone, ad una sudata lieve da Roma. Stare in Africa a 60 chilometri da Piazza del Quirinale, e ti pare poco.
Una duna che pare non finire, in un mare che pare esserci appoggiato sopra e il sole qui picchia forte e fa rosse le ciliegie.