Il segnale d’allarme degli industriali sul futuro del Consorzio

Gli industriali ciociari guardano l'orizzonte dopo l'annuncio delle dimissioni del presidente del Consorzio Industriale, Francesco De Angelis. Temono una perdita di rappresentanza territoriale dalla provincia di Frosinone. Vogliono che la successione rispetti gli equilibri regionali. La Regione Lazio potrebbe optare per un commissariamento, nominando una figura di sua scelta.

Il segnale lo hanno lanciato gli industriali. Nel corso di una riunione informale dove si sono ritrovati a fare il punto dopo gli Stati Generali di giovedì scorso nel palazzo della Provincia. Sono stati i più convinti sostenitori, due anni fa, della necessità di fondere tra loro i cinque Consorzi Industriali del Lazio per farne uno. Con un obiettivo: avere una realtà capace di guardare lo sviluppo economico ed industriale del Lazio nel suo insieme. Superare quel collo di bottiglia generato dalla divisione. Un esempio pratico? Il Consorzio unico può pensare allo sviluppo del porto di Gaeta tenendo conto della presenza di Stellantis a Cassino che le sue auto le fa salpare dal porto di Salerno. Ma ora c’è un segnale a preoccupare.

Le dimissioni

Francesco De Angelis

La scorsa settimana il presidente Francesco De Angelis ha annunciato la sua intenzione di dimettersi. Resterà in carica fino all’approvazione del Bilancio: passato in CdA ora deve affrontare lo scoglio dell’Assemblea. Che è prevista per dicembre. È per quella data che l’addio potrebbe diventare definitivo.

Lo prevede il buon senso della politica. Francesco De Angelis lo ha detto con chiarezza al CdA annunciando la sua uscita. E cioè che a volerlo lì è stato il centrosinistra di Nicola Zingaretti e che la vittoria del centrodestra alle Regionali di febbraio ha aperto una fase nuova. Nella quale potrebbero esserci visioni di politica industriale diverse dal passato. Per questo fa il passo indietro. (Leggi qui: Francesco De Angelis si dimette dal Consorzio Industriale).

Ma quelle dimissioni ora fanno accendere il segnale d’allarme proprio nel settore che più di ogni altro ha premuto sull’acceleratore della fusione. E cioè il mondo industriale della provincia di Frosinone. Perché?

Questione di presenza

Miriam Diurni

Nel confronto informale avvenuto l’altro giorno gli industriali hanno rimarcato che Francesco De Angelis non è alla guida del Consorzio in quanto esponente del Partito Democratico. Ma è lì per due motivi precisi. Il primo: è l’uomo che ha guidato il processo di fusione tra cinque enti costituiti per legge che si sono dovuti sciogliere e fondere portando all’interno del nuovo soggetti i debiti, i crediti, i progetti. Roba da far impazzire qualunque presidente.

La soluzione individuata da Francesco De Angelis è stata quella di prevedere una prima fase di partenza (quella attuale) nella quale il CdA fosse composto dai presidenti dei cinque consorzi industriali. Così è stato: è lì in quanto era presidente del Consorzio Asi – Area di Sviluppo Industriale di Frosinone. C’è poi una rappresentanza territoriale: tutti i territori del lazio sono rappresentati. Francesco De Angelis rappresenta la Ciociaria.

Con la sua uscita, gli industriali della provincia di Frosinone cioè il principale polo produttivo del Lazio si ritrovano senza un rappresentante del territorio e senza un esponente dell’ex Asi. È questo a far scattare l’allarme. Chi lo sostituirà? Se è un uomo del territorio nulla quaestio. Ma se sarà un romano, Frosinone si troverebbe senza un suo uomo.

E questione di equilibri

Il CdA del Consorzio Industriale del Lazio

Lo Statuto però prevede che siano i soci a stabilire il loro presidente. Ma chi sono i soci?

La tabella A dello Statuto spiega che la provincia di Frosinone è il socio di maggioranza relativa del Consorzio unico: Asi e Cosilam, il Frusinate e il Cassinate hanno in tutto il 46% delle quote: 37% l’uno e 9% l’altro. Dipende dalle proprietà patrimoniali: la vecchia Asi poté contare anche sulla Cassa del Mezzogiorno.

Mentre il giovane Cosilam, nato da una sua costola, è arrivato dopo. E nonostante abbia al suo interno realtà come Stellantis, l’indotto, Power4Future di Fincantieri vale quanto Rieti che ha il 9%.

Cosind Sud Pontino e Roma-Latina hanno rispettivamente 26% e 19%.

Andando ancora più in profondità. Il 37% ex Asi è così ripartito: Camera di Commercio 6,96%, Comune di Frosinone 4,88%, Provincia di Frosinone 2,54%, poi ci sono 22 Comuni che hanno percentuali dal 2,47% (Anagni) allo 0,06% Vicalvi. Una quota ce l’ha Unindustria (0,84%), una gli artigiani di Cna ed una le piccole e medie imprese di Federlazio (0,74% ciascuna).

Camera di Commercio, Provincia, Unindustria e Federlazio hanno anche uno 0,18% ex Cosilam. Poi ci sono 33 Comuni tra i quali la quota più grande è di Cassino con il 1,61%, Università, Confimprese, banca popolare del Cassinate e del Frusinate.

Se votassero in maniera compatta il sud Lazio determinerebbe il futuro presidente.

La soluzione del Commissario

Roberta Angelilli

Difficilmente si passerà per una scelta fatta attraverso l’assemblea. La Regione Lazio potrebbe puntare a commissariare, azzerando così l’intero CdA e sostituendolo con una figura indicata dal vice presidente della Regione Lazio Roberta Angelilli. Che fino ad oggi ha dimostrato una spiccata competenza e praticità di esecuzione.

Il Commissariamento sarebbe la soluzione che lascerebbe libere le mani nella scelta. Perché se dovesse essere indicato un nuovo presidente al posto di Francesco De Angelis, la logica vuole che sia di Frosinone, altrimenti la Ciociaria resterebbe senza un rappresentante.

Un commissario invece porterebbe all’azzeramento del CdA ed alla sua ricomposizione. Un’ipotesi che viene confermata indirettamente dal fitto lavoro diplomatico attribuito in queste ore al senatore Claudio Fazzone che sta tessendo la tela intorno al suo Salvatore Forte al fine di garantirne la presenza nel futuro CdA e possibilmente mantenendo la carica di Vice.

Uno scenario sul quale gli industriali attendono segnali. Con ogni probabilità già la prossima settimana: quando il presidente della provincia di Frosinone Luca Di Stefano sarà a colloquio con il governatore Francesco Rocca.