Il sorriso libero di Sandra, per fare politica in modo diverso

"Libero Sorriso" è un'associazione senza scopo di lucro che mira a sostenere le donne vittime di violenza. Il convegno "Donne in azione" è solo l'inizio di una serie di eventi che promuoveranno consapevolezza e prevenzione. La svolta di Sandra Tagliaboschi. Per fare politica attiva da un fronte diverso

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Usare il proprio tempo a favore delle donne. Perché i rapporti tossici, le violenze, fisiche e psicologiche, possano essere solo un brutto ricordo. Questo l’obiettivo di Libero Sorriso, un’associazione nata ad Anagni dalla volontà di Sandra Tagliaboschi. L’ex consigliere comunale del Pd, dopo la fine della sua avventura consiliare, ha deciso di continuare a fare politica in un altro modo. Scegliendo il campo dei bisogni e delle necessità di chi fa parte dell’altra metà del cielo. E, spesso, paga per questo un prezzo altissimo.

Il primo passo ufficiale è il convegno “Donne in azione” in programma sabato 20 gennaio alle 16:00 presso il Palazzo Bonifacio VIII.

Libero Sorriso

Sandra Tagliaboschi
Sandra Tagliaboschi, come e perché nasce la sua associazione?

Libero Sorriso è un’associazione di promozione sociale, senza scopo di lucro. Ha come finalità la tutela dei diritti umani, il sostegno alle donne che hanno subito violenze fisiche, psicologiche, maltrattamenti o abusi, nella convinzione che non si può affrontare il problema della violenza di genere e del femminicidio soltanto il 25 Novembre o l’8 di Marzo. L’associazione nasce dal desiderio di giovani lavoratrici, studentesse e donne con competenze nei settori del sociale e dell’educazione, di mettere il proprio tempo e la propria determinazione a disposizione della comunità civile.

Quali sono i temi che si tratteranno nel convegno del 20 gennaio?

Le relazioni tossiche tra maschile e femminile, la fragilità della vittima e del carnefice, l’importanza dei valori, sono solo alcuni dei temi che tratteremo e approfondiremo. “Donne in azione” è il primo di una serie di eventi che hanno l’obbiettivo di favorire incontri divulgativi, per sensibilizzare e diffondere la conoscenza del fenomeno del femminicidio e assolvere alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile. Il convegno è il primo momento pubblico di un’associazione che, a partire dalla sua creazione, ha fatto capire di voler essere presente sul territorio.  

Quali sono, al di là del convegno del prossimo 20 gennaio, i prossimi progetti?

Una delle strade da percorrere è lavorare sulla prevenzione e sulla cultura, intesa come cultura del rispetto che riguardi tutta la società civile, partendo dai giovanissimi, perché crescano consapevoli che l’unico rapporto possibile fra i sessi sia quello della parità e del rispetto. I progetti che metteremo in campo andranno in questa direzione, ma non solo ovviamente.

Quello della realtà femminile è un tema caldo, anche alla luce degli ultimi drammatici fatti di cronaca.  Qual è la situazione in questo senso ad Anagni? E quali interventi concreti si possono mettere in campo?
Le scarpe rosse simbolo della lotta alla violenza sulle donne

I numeri crescenti delle vittime di femminicidio impongono ad ognuno di noi un’attenta riflessione e un profondo impegno morale, pertanto la collaborazione di tutti diviene preziosa. Anagni è una città particolarmente sensibile, ne abbiamo avuto conferma in questo primo mese di attività. Siamo stati contattati da tanti concittadini che hanno espresso il desiderio di collaborare con Libero Sorriso. Questo è un bellissimo segnale. Chiaramente, siamo in una fase preliminare di monitoraggio della situazione ad Anagni, pertanto non siamo ancora in possesso di dati sufficienti e verificati. Sarà fondamentale mettere in campo sinergie tra le varie istituzioni ed enti preposti.

Il tema è ovviamente collegato anche ad uno stretto rapporto con le istituzioni del territorio. Come pensate di procedere in questo ambito?

La battaglia è culturale e si combatte insieme, senza steccati ideologici. Su temi così importanti, l’unione fa la forza.

Ha sempre detto che la sua nuova dimensione sociale presuppone la sua uscita definitiva dal mondo della politica. Conferma questa sua volontà?
Foto: Luis Molinero © DepositPhotos.com

Il progetto di un’associazione che si occupasse di violenza di genere era nell’aria già da qualche anno, ma gli incarichi amministrativi, ai quali ho sempre cercato di assolvere in maniera seria e responsabile, non mi permettevano di dedicarmi ad altro. Nella mia vita le priorità assolute sono sempre state la famiglia e il mio lavoro di insegnante, ma ho sempre avuto la passione per il sociale e il volontariato, a cui mi sono dedicata per molti anni da giovanissima, e per la politica, a cui mi sono dedicata attivamente negli ultimi 10 anni. Di sicuro questo è il momento giusto per potermi occupare pienamente del progetto dell’Associazione a cui tengo particolarmente e che condivido con persone capaci, che stimo molto.