Leopolda, pronta la manovra d’assedio a Zingaretti in Regione Lazio

Foto © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

La manovra con cui tentare di prendere in ostaggio Nicola Zingaretti in Regione Lazio. Creando il Gruppo consiliare di Italia Viva. Sondati i consiglieri di Cambiamo. Toti ai margini della nuova alleanza di centrodestra

L’indiscrezione rimbalza dalla Leopolda. È un sussurro che diventa sempre più forte a mano a mano che si cerca una conferma. Ma nessuno vuole uscire allo scoperto, non ora. Aspettano che ci siano i numeri: Matteo Renzi li avrebbe pretesi a qualunque costo. Per accerchiare Nicola Zingaretti anche in Regione Lazio e prenderlo in ostaggio con i Consiglieri del suo partito Italia Viva.

L’operazione di assedio avverrebbe creando il Gruppo consiliare renziano. Con il quale iniziare a minare gli equilibri costruiti in Aula nel corso di questo anno e mezzo di Zingaretti II. Allo stesso modo in cui l’ex rottamatore ha iniziato a fare con il governo nazionale.

A caccia di nomi

Matteo Renzi alla Leopolda presenta il simbolo Italia Viva © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Servono tre nomi per costituire il Gruppo. Alla Leopolda sussurrano che ormai ci siano. I due consiglieri renziani doc però in Regione Lazio sono due: la prof di Diritto Valentina Grippo (già consigliere comunale a Roma nel 2013) e Rodolfo Lena (già sindaco di Palestrina).

La caccia al terzo nome è in corso. Giurano che nelle ore scorse gli emissari abbiano tastato il polso ai consiglieri di Cambiamo, la formazione di Giovanni Toti che non riesce a decollare. Non si schioda dall’uno per cento scarso. I due consiglieri regionali totiani Pasquale Ciacciarelli e Adriano Palozzi negano di voler migrare con Renzi. Non negano di avere ricevuto contatti con i quali verificare la loro disponibilità.

Cambiamo?

A spingerli potrebbe esserci il nuovo orizzonte che si è delineato nel centrodestra: la rappacificazione di Silvio Berlusconi con Matteo Salvini e Giorgia Meloni ha tagliato le gambe di Giovanni Toti. Pare sia stata una delle condizioni dettate dal Cav. per riallacciare la linea di dialogo e benedire la ritrovata unità.

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Matteo Salvini alla manifestazione di Roma Orgoglio Italiano © Stefano Carofei, Imagoeconomica

Verità o leggenda è un dato a parlare: le insegne di Toti sono scomparse da tutti i telegiornali, sul palco della manifestazione di Roma nessuno ha visto il governatore della Liguria.

La creazione di un gruppo nel Lazio metterebbe a rischio la già risicata maggioranza che governa la Regione. Nicola Zingaretti ha vinto mie elezioni ed è stato l’unico Dem in Italia a restare in piedi in quel marzo 2018 nel quale il Pd finiva in macerie. Le urne però non gli hanno dato una maggioranza, costruita di volta in volta e poi puntellata con l’appoggio di due consiglieri del Misto. In attesa di verificare che fine farà il dialogo con il M5S, diviso tra l’ala filo governativa di Roberta Lombardi ed i puristi di Davide Barillari.

Uno scenario nel quale per Italia Viva riuscire a prendere in ostaggio il Governatore è fondamentale. Per tentare di condizionare la sua azione nel Partito e nel Governo. Non è un caso che ieri pomeriggio il premier Giuseppe Conte sei intervenuto con una manovra di alleggerimento in favore dei Dem. Dichiarando «Chi non fa gioco di squadra è fuori dal governo».

Nicola Zingaretti © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Matteo Renzi ha bisogno di portare a termine quella manovra perché sta stabilmente inchiodato ad un 4,8% delle intenzioni di voto che nulla di buono promettono per dopo: i sondaggisti hanno rilevato che per 2 elettori su 3 il suo Italia Viva è un progetto mosso da ambizioni personali. Il che significa che o gli fornisce un motivo per votarlo oppure il 5% sarà un miraggio con cui verrà condannato all’inconsistenza.

Alla Leopolda giurano che il terzo nome c’è. Ma nessuno lo fa. E non tutti ci credono.