La banalità che Fausto odiava e la genialità delle Primarie rinviate

Le Primarie slittano al 18 febbraio. I Partiti cercano la sintesi. Intanto Salera accoglie Elly. E la sinistra piange Pellecchia

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Banali. Il rischio è di essere banali. Nel momento in cui si deve dire del professor Fausto Pellecchia il pericolo è di sconfinare nell’ovvio. E nel patetico. Proprio con lui che scontato non lo è mai stato. E che sempre ha proposto una visione delle cose non convenzionale, mai omologata o superficiale. Andava nella profondità delle cose Fausto Pellecchia. E poi volava alto, trascinando tutti nella sua visione originale. Spesso scomoda.

Lasciava spesso con un palmo di naso. Anche ora che se n’è andato: è morto ieri nell’ospedale Santa Scolastica di Cassino per i postumi di una brutta influenza. Il Destino, nel timore che venisse ricordato con delle banalità, gli ha consentito di scrivere da solo il suo epitaffio: in uno dei suoi ultimi messaggi dal letto d’ospedale ha scritto “Qui ci si annoia da morire”.

L’intellettuale non convenzionale

Fausto Pellecchia

Aveva 73 anni. La maggior parte dei quali trascorsa a proporre modi di pensare. Fausto Pellecchia era docente universitario ma soprattutto storica figura della sinistra critica in provincia di Frosinone. Intellettuale della sinistra non omologata, era diventato per questo un punto di riferimento per quell’area di pensiero grazie alla sua visione non convenzionale delle cose. Per il professor Mario Costa, portavoce del Comune di Cassino ed esponente del Pci poi del Pd e dei Ds “Fausto è stato un animatore intellettuale impareggiabile”.

Negli ultimi anni aveva aderito al Partito Democratico. Non per convenienza. Quando avrebbe potuto ricavarne preferì accasarsi politicamente dove era certo che non gliene sarebbero arrivate: tra i Comunisti Italiani.

Banalità non poteva permettersene. Non glielo consentiva la genetica. Era figlio del preside Gioacchino Pellecchia, una delle principali figure della cultura cassinate contemporanea al punto che gli è stato dedicato il liceo Scientifico della città Martire. Ma già qui si rischia di entrare nel celebrativo e nella banalità. E questo non gli piacerebbe. I funerali alle 14.30 nella chiesa di Sant’Antonio a Cassino.

Palla lunga e pedalare

Danilo Grossi ed Enzo Salera

Rischia di apparire banale anche il dibattito verso le prossime elezioni Comunali di Cassino. Il nome del candidato sindaco che sfiderà Enzo Salera, si conoscerà tra un mese, non prima. Al termine di una riunione che si è svolta sabato pomeriggio, si è infatti deciso di posticipare le primarie a domenica 18 febbraio, ovvero quasi un mese più tardi rispetto alla data che era stata in un primo momento individuata: quella del 28 gennaio. Perché un posticipo di oltre venti giorni?

Ufficialmente, solo tecnicismi. Ovvero: le candidature alle Primarie sono state presentate ufficialmente il 21 dicembre, complice il periodo delle festività natalizie, solo dall’8 gennaio il comitato ha iniziato a lavorare a pieno regime. Ma per una conta seria e credibile venti giorni non sono nemmeno lontanamente sufficienti. Occorre stampare le schede, assicurarsi che non siano replicabili con il rischio di sabotatori che possano falsare il risultato. E poi non c’è ancora una sede dove poter votare, manca il materiale elettorale, non sono stati ancora individuati coloro che dovranno presiedere i seggi, il circuito dei manifesti è impegnato.

Impossibile, o quasi, in meno di dieci giorni, riuscire a colmare questi ritardi e votare dunque regolarmente il 28 gennaio così come previsto. Per questo motivo è stata chiesta una proroga di due settimane, ma si è dovuto necessariamente andare oltre altrimenti le primarie sarebbero coincise con la domenica di Carnevale. Per questo motivo il tutto è rimandato alla domenica successiva, 18 febbraio. Manca ancora il timbro dell’ufficialità, ma dovrebbe arrivare nelle prossime ore.

A favore del dialogo

Le motivazioni tecnico-organizzative sono certamente alla base di questo slittamento. Sullo sfondo però si intravede anche una motivazione politica. Come si legge, dunque, lo spostamento delle primarie? Anche se involontario, è un gesto di apertura all’altro fronte del centrodestra, quello dei Partiti. Dal quale i promotori delle Primarie hanno preso le distanze nei mesi scorsi proprio perché reclamavano un metodo più collegiale per designare il candidato sindaco. Mentre i Partiti, nel tavolo coordinato dal Commissario cittadino di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri hanno sempre detto che il candidato doveva scaturire da un dibattito politico. Possibilmente, mettendo in campo una formula analoga a quella che ha portato alla vittoria del centrodestra alle Regionali dello scorso febbraio.

Il rinvio delle Primarie evita di avere dalla settimana prossima un vincitore della conta che possa reclamare la candidatura. In questi modo ci sono tutti gli spazi per provare a trovare una sintesi. Sul piano formale, tutti restano fermi nella loro posizione: i civici dicono ai Partiti che la porta rimane aperta ed anche in extremis potranno decidere di far concorrere alle Primarie il loro candidato. Dall’altro lato i Partiti fanno sapere ai civici che magari le strade si potranno incrociare nuovamente al ballottaggio.

In realtà, a riflettori spenti e lontano dai giornalisti, i pontieri continuano a dialogare: in particolar modo il commissario di FdI Fabio Tagliaferri e il candidato alle primarie Gianrico Langiano. Entrambi sanno che andare divisi significherebbe non giocare neanche una partita che già normalmente appare difficile. 

Dialogando con Langiano e Maradona

I candidati alle Primarie

Al momento però manca ancora quello che in passato è stato definito il “Maradona“, ovvero un candidato in grado di fare la sintesi tra i Partiti ed i primaristi. Anche per questo motivo, probabilmente, i primaristi si sono presi altri tempo. Settimane preziose che serviranno per individuare il candidato che riesca ad unire le due opposizioni.

Il trascorrere del tempo non fa altro che aumentare le quotazioni dell’ex capogruppo di Forza Italia Gianrico Langiano, uscito cinque anni fa dalla politica dopo la caduta dell’amministrazione di centrodestra guidata dall’ingegner Carlo Maria D’Alessandro. Perché al momento è l’unico con un piede in entrambi i mondi: quello del civismo e quello della politica. Perché ha la comprovata esperienza sul campo: è stato lui a tentare fino all’ultimo secondo di evitare la caduta del centrodestra a Cassino.

Pontiere per indole, sta dialogando con Tagliaferri nella piena consapevolezza che questo rischia di tagliarlo fuori dalla corsa per la candidatura a sindaco. Perché la sintesi sarebbe su un nome terzo. A meno che la Lega non alzi la mano e faccia il nome di Langiano. In quelle file ci sono molti dei compagni d’avventura della stagione in cui tutti stavano in Forza Italia.

La benedizione di Elly

Elly Schlein (Foto © Ansa)

Il sindaco uscente Enzo Salera intanto dal canto suo continua a lavorare alle liste ed il 27 gennaio incasserà la benedizione del Segretario nazionale Elly Schlein. La Segretaria nazionale del Pd avvierà da Cassino, e più precisamente dall’Aula acis, il suo tour per le europee.

Lo farà in un giorno simbolo. Cassino ottant’anni fa fu distrutta al 100% dai bombardamenti che segnarono una fase drammatica della Seconda Guerra Mondiale. Distrutta ma anche ricostruita e sta qui il messaggio più forte che il Pd vuole fare proprio. “L’Europa nacque dalle macerie della guerra e del nazifascismo, nacque come promessa di pace e con un urlo che si levó unanime dopo la tragedia dell’Olocausto: mai piùspiegano i vertici regionali e provinciali del Pd che sabato prossimo si preparano ad accogliere la Segretaria nazionale del Partito.