La Commissione Sanità passa ma il nodo Sanità resta

Necci ammette che l'ospedale non tornerà e torna l'imbarazzo per le promesse di Natalia: promesse che hanno portato voti

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Ambulatorio o reparto? Primo Intervento o Pronto Soccorso? La differenza non è da poco.  Soprattutto se si parla di Sanità; un tema che ad Anagni, soprattutto in queste ore arroventate, fa scaldare gli animi. E parecchio pure.

Che succede? Tutto inizia con l’ultimo Consiglio comunale (in attesa di quello sul Bilancio). Quando si deve discutere sulla proposta di creazione di una commissione permanente sulla Sanità. Proposta passata, ci mancherebbe altro: all’unanimità dei presenti. Solo che la questione diventa ancora una volta il presupposto per parlare dello stato della sanità ad Anagni. E qui gli animi si arroventano.

L’amara verità del titolare di delega

ANTONIO NECCI

Perché Antonio Necci, consigliere comunale della Lega e titolare della sub delega alla Sanità dice nero su bianco una cosa. Che, allo stato dei fatti, nella città di Anagni un ospedale, almeno nella sua versione tradizionale, non può tornare. Al massimo si può puntare ad un Punto di Primo Intervento e ad un ambulatorio di Oncologia. Solo che dalla minoranza fanno subito presente che un ambulatorio è una cosa ben diversa da un reparto. Se non altro perché il primo non ha bisogno di posti letto ed invece il secondo sì.

Insomma, arrivano al pettine i nodi della campagna elettorale del sindaco Natalia. Che, come si ricorderà, si era giocato l’asso poche settimane prima della scadenza elettorale. Lo aveva fatto con la lettera di Francesco Rocca che assicurava il suo impegno per il potenziamento di oncologia. E per la presenza di un primo intervento all’interno dell’ex nosocomio cittadino. Una promessa che aveva avuto un peso decisivo.

Oncologia sì, ma solo ambulatoriale

Qualche settimana dopo, con le elezioni vinte, si scopre che per Oncologia si tratta non di un reparto ma di un ambulatorio. Che un Primo Intervento non è un Pronto Soccorso. E che, come dice Necci, un ospedale ad Anagni non tornerà. A meno che, si sente in dovere di chiarire lo stesso Necci, Rocca “non cambi la politica sanitaria.

Ovviamente qui non è in discussione la correttezza di Rocca. Il problema è che ad Anagni è successo, di nuovo,  esattamente quello che era successo nel 2018. Quando cioè il sindaco aveva vinto le elezioni, allora per la prima volta, esaltando la necessità di avere di nuovo una sanità degna di questo nome.

Anche per evitare il ripetersi di drammi come quello della signora Annamaria Ascenzi, morta per una puntura di calabrone.

Le promesse di Natalia e cosa ne è rimasto

Francesco Rocca con il personale dell’ospedale di Anagni

Poi però, durante la prima consiliatura, poco o nulla era accaduto. Per Natalia, un buco nell’acqua causato dal muro rappresentato dalla resistenza più o meno passiva della maggioranza regionale di Zingaretti.

Adesso però, si dice nelle stanze del palazzo comunale, c’è la cosiddetta filiera. Quella che vede anche alla Regione, oltre che al governo Nazionale, gli amici del centro-destra.

Un vantaggio, certo. Ma anche un rischio. Perché potrebbe diventare più difficile spiegare eventuali (nuovi) insuccessi. E quindi il re (o il sindaco, che è la stessa cosa) sarebbe nudo.