L’appuntamento con il destino davanti alle porte di una funivia

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. A Samarcanda o davanti una sliding door oppure una funivia che parte. L'importante è essere puntuali con il destino

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Sono i piccoli dettagli a fare la differenza nella vita. Tardi giusto un attimo ed il tuo destino prende un percorso diverso: la cinematografia ci ha realizzato tanti successi, il più celebre dei quali si chiama Sliding Doors, le porte scorrevoli di una metropolitana restano chiuse e per la protagonista si sviluppa una storia; gli orologi tornano idealmente indietro: la metropolitana tarda di un secondo a chiudere. E la storia è del tutto diversa. Perché non sei lì all’appuntamento con il tuo destino.

Un po’ come Samarcanda, cantata da Roberto Vecchioni: il re (o il soldato a seconda delle versioni) che baratta il suo regno (o tutti i suoi averi) in cambio del cavallo più veloce che c’è per fuggire dalla città perché l’oracolo gli ha profetizzato che nelle prossime ore morirà (o ha visto la signora vestita di nero andare a cercarlo). Giunto a Samarcanda trova ad attenderlo la Morte, sbalordita: non pensavo – gli dice – che saresti riuscito ad arrivare qui in tempo all’appuntamento con me.

(Foto: Imagoeconomica)

C’è una lunga letteratura di Spoon River, la collina dei morti che raccontano la loro storia. Internet, i mezzi di comunicazione di oggi, facilitano il lavoro. Oggi sappiamo tutto delle vittime della funivia precipitata nelle ore scorse. Nonni partiti da Israele, fidanzati al primo giorno di libertà dopo un anno di pandemia, famiglie intere che cercavano un istante di normalità.

Storie che lasciano a pensare. Soprattutto se ti metti un attimo davanti a quelle porte scorrevoli della cabina di una funivia e pensi al signore che ha fatto regolarmente il biglietto e poi, davanti a quelle sliding doors, senza motivo ha rinunciato a salire: “All’ultimo momento ho cambiato idea” spiega oggi dando una versione che non ha senso nemmeno per lui.

Perché tutto è come a Samarcanda: il re baratta il regno per il cavallo più veloce che c’è, fugge, va incontro alla morte che ormai non credeva più di incontrarlo, considerata la distanza. 

Il destino ha considerato di troppo solo un bimbo di 5 anni: lui si è salvato senza dove barattare regni né correre su un cavallo.

Perché alla fine il destino si realizza: a noi spetta solo essere puntuali.

Senza Ricevuta di Ritorno.