Le mille vite di Egidio Cerelli

La morte di Egidio Cerelli. Una vista costantemente con il taccuino in mano e la macchina fotografica al collo. I primi passi al Messaggero. L'invenzione degli sport minori su Ciociaria Oggi e poi su La Provincia. I 15 anni di telecronache su Teleuniverso. le gare incredibili. La musica e le mangiate. Fino a quando il cuore, dopo sei interventi, ha detto basta.

Domenica 29 aprile 1973: è solo una delle sue mille date di nascita. Che si aggiungono alla prima, quella registrata all’Anagrafe del Comune di Veroli: conta poco quale fosse. Quella domenica c’era il sole, Giulio Andreotti guidava il suo secondo Governo e già immaginava che le fibrillazioni sarebbero culminate in una crisi; si verificò con puntualità ed a luglio gli subentrò il quarto governo guidato da Mariano Rumor. A mettere una penna ed un taccuino in mano ad Egidio Cerelli quel giorno di primavera fu il mitico Luciano Renna, capo della redazione di Frosinone de Il Messaggero e scopritore d’almeno tre generazioni di giornalisti.

Stava ridisegnando la squadra dei collaboratori, fiutò che quel ragazzo di Veroli avesse la stoffa necessaria per far parte della sua squadra. Lo mandò a seguire una partita di calcio. Da quella domenica su un campo polveroso di periferia sono trascorsi cinquanta anni: nel corso dei quali non ha mai smesso di prendere appunti, dettare corrispondenze, disegnare pagine, scattare foto. Fino a questa mattina.

Egidio Cerelli si è spento nell’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone dove era ricoverato in Cardiologia. Ormai era di casa. Nemmeno si contavano più gli interventi che aveva subito al cuore in una lunghissima sfida tra riparargli aorta, atri, ventricoli, valvole e lui a sfasciarlo con uno stile di vita che tutto era tranne quello raccomandato ad un cardiopatico. Tranquillo ed a riposo: mai.

Le mille vite di Egidio

Egidio Cerelli a Ciociaria Oggi

Oltre a quella di nascita, 76 anni fa, la data più importante per Egidio è stata quella domenica del ’73. L’inizio di una carriera che lo vide nella squadra di ragazzi terribili messa su dal Messaggero di Italo Pietra. A Frosinone il capocronista era un inarrivabile Enzo Salines, sotto di lui cresceva Achille Iafrate che negli anni 80 ne prenderà il posto, lo sport veniva coordinato da Maurizio Di Rienzo. Cronaca, omicidi, rapine, consigli comunali, elezioni di sindaci e crisi in giunta: racconta tutto, va dappertutto, sempre con la sua inseparabile macchina fotografica al collo.

Egidio frequentava la redazione in attesa che le fortune della vita decidessero se fare di lui un uomo da desk oppure un eterno corrispondente. Riuscì a fare tutto. Si prese una parentesi soltanto quando entrò in fabbrica: alla Montebianco come Capo del Personale ed Assistente del direttore. È in quel periodo ed in quella veste che entra in contatto con l’allora Re delle acque minerali e della Sanità privata, Giuseppe Ciarrapico. Si incontrano, si annusano si stimano ed ognuno prosegue con la sua esperienza. In quegli anni, riduce i suoi articoli ad un paio la settimana per il mitico Corriere di Frosinone fondato da Amedeo Di Sora.

Il 1988 è un’altra data di nascita per Egidio Cerelli. Quell’anno, durante un viaggio a New York Giuseppe Ciarrapico intuisce la potenzialità dell’editoria locale. Fonda il suo impero di carta. Insedia dietro alla scrivania da direttore un’altro mosto sacro del giornalismo locale, Umberto Celani. E gli chiede di convocare Egidio Cerelli. Farà parte della squadra che firma il numero zero e per oltre dieci anni sarà l’uomo che conosce tutto su tutti i campionati minori. Crea una rete di corrispondenti più capillare di quella sulla quale potevano contare i carabinieri: li vuole conoscere personalmente, li incontra, organizza il lavoro. Quei tabellini dal più sperduto campo di periferia saranno uno dei segreti che consentirà a Ciociaria Oggi di radicarsi ed affermarsi.

La vita a La Provincia

Egidio Cerelli con Maurizio Costanzo

Un’altra data di nascita è il 1999. Si incrina il rapporto di fiducia tra Ciarrapico e Celani. Egidio è persona vulcanica, estrosa ma più di tutto è leale. Segue il suo direttore. Non solo: gli organizza una cena al ristorante Il Quadrato di Frosinone e lo mette a tavola con l’imprenditore Arnaldo Zeppieri. Nasce quella sera l’avventura del quotidiano La Provincia.

Anche in questo caso Egidio è tra i firmatari del numero zero. A Veroli ha una sua redazione che è il motore delle nuove pagine di sport: anche lì copre in maniera capillare tutti i campi dalla Terza Categoria fino a salire all’Eccellenza. Crea un team, lancia nomi nuovi: scopre Gabriele Schavi, che presentò poi a Teleuniverso di cui diventò anchorman sportivo prima di spiccare il volo a Sportitalia.

Ogni giorno cura anche le tre pagine da Veroli: cronaca e politica passano tutte da lui. Ha un attaccamento passionale al suo lavoro. Al punto da piazzarsi davanti alle edicole di Veroli e rimproverare chiunque comprasse Ciociaria Oggi:Da oggi c’è un nuovo giornale. Devi leggere La Provincia”. Una buona ragione per leggerla gliela forniva ogni mattina con uno dei suoi articoli.

Una vita in radio ed una tv televisione

Egidio Cerelli nel gabbiotto di Teleuniverso al Matusa

Gli piace raccontare, ama essere testimone, ha la malattia del corrispondente che non lo molla mai. È tra i primi a collaborare con la famiglia Magnapera quando nel 1978 fonda Teleuniverso: Egidio si occupa di telecronache. Sono anni pionieristici è tutto da inventare: resta nella storia la telecronaca realizzata dal solaio di una stalla con le mucche che ruminavano al piano di sotto, stupite per questo strano personaggio che non smetteva mai di parlare.

Ha raccontato per quindici anni il Frosinone Calcio, i suoi alti ed i suoi bassi, le sue cadute ma soprattutto le tre promozioni in tre anni fino a toccare l’Olimpo della Serie A. Seguiva i canarini anche sui campi dove l’avevano portato i momenti più anonimi: come quello infuocatissimo di Caserta dove si disputava su neutro la sfida contro l’Albanova, squadra nota per il calore estremo dei suoi supporter.

All’inizio della telecronaca Egidio si rende conto che il signore seduto letteralmente incollato a lui non è un collega. Lo intuisce dal ferro che sente premere su un fianco: una calibro 9. Si rende conto di essere l’unico corrispondente in quella tribuna. Egidio dà vita ad una telecronaca equilibratissima, vagamente favorevole ai campani: anche perché ad ogni azione del Frosinone aveva l’impressione che la canna della pistola premesse di più. Poi al 39° l’Albanova segna ed Egidio si lancia in un ‘Gol, gool, goool, goooool’ manco fosse al Maracanà. Commento del signore al suo fianco: ”Chistu si ch’è nu giornalista”. Due e zero e rientro a casa con prudenziale scorta della polizia fino al casello di Caserta Sud.

La passione per il basket

Resta negli annali anche la pioggia di vetri che lo investì a Castel di Sangro durante un altro epico recupero. Con l’assistenza del fidato specializzato di ripresa Roberto Vettese, Egidio si lancia in una delle sue appassionate telecronache. Al goal di Lonardo esplode la sua gioia narrativa che avrebbe fatto invidia ai telecronisti brasiliani. Ma all’improvviso vennero giù i vetri della cabina stampa: distrutti dai colpi di due supporter del Castel Di Sangro che non gradirono tanto entusiasmo.

Al pari del Castel di Sangro Egidio raccontava la gara con una pacatezza assoluta sotto l’occhio vigile dei due supporter. Arrivando a raccontare quasi sottovoce la rete del vantaggio canarino siglata da Bonocore ad undici minuti dalla fine.

L’altro suo grande amore è stato il basket. A lui si deve la trasmissione che per anni è stata un riferimento per gli amanti della palla a spicchi. Anche lì scopre e lancia giovani talenti del giornalismo sportivo, come Alessandro Andrelli.

La musica ed il cuore

Con i nomadi al lancio del settimanale TuNews con il direttore Marco Ceccarelli

Amava la musica, suonava con una buona riuscita, era amico personale dei Nomadi, stava sempre in prima fila nell’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali. Per la disperazione della moglie che non riusciva in alcun modo a convincerlo che gli anni passano per tutti.

A ricordarglielo fu il cuore: tanta vita, tanta passione, ma anche tanto logoramento. Negli anni è stato necessario mettere le mani sul suo cuore almeno sei volte: la metà delle quali lo davano per spacciato. Durante uno dei periodi di riabilitazione stringe amicizia con il compianto professor Delfo Faroni, il patron del gruppo sanitario Ini. È lui a convincere quello scienziato che la medicina deve essere raccontata in modo comprensibile a tutti e non in maniera accademica; perché già quella è una forma di prevenzione. Nasce così il lungo ciclo di trasmissioni tv su Teleuniverso in cui il professor Faroni dialoga con i pazienti che gli scrivono sulle malattie più comuni e quelle più rare.

Con Faroni condividono anche la passione per la buona cucina: incredibili i pranzi che li vedevano allo stesso tavolo, per la disperazione degli chef che mai riuscivano a saziarli.

L’ultimo telegramma, il cuore di Egidio lo ha mandato nelle settimane scorse. Bisognava affrontare un altro periodo di ricovero. Si è preparato con la disillusione di sempre, riuscendo a non far preoccupare gli altri. Ormai tutti lo ritenevano eterno o quantomeno immortale.

Questa volta non ce l’ha fatta: è andato via all’alba, nell’ora in cui arrivano in edicola i giornali.