Marta e l’onda della sinistra nel governo Zingaretti

Nel Lazio? "C'è la schiavitù, fatta di soprusi, stenti, fame, violenza. È nei campi e tutti fingono di non vederla". Zingaretti? "Ha una grande visione". Il nemico? "Ciò che Salvini rappresenta". L'erede di Zingaretti. Ed il ruolo del M5S. Marta Bonafoni racconta il momento politico del Lazio

Ha vissuto nell’etere ma non è evanescente. Ha cavalcato l’onda ma non quella del mare: è stata una delle voci e delle teste di Radio Città Futura storica emittente romana impegnata a sinistra. Poi a Milano con Radio Popolare. E poi di nuovo a Roma ma da direttore. La politica l’ha raccontata, spiegata, pungolata, stimolata. Fino a quando Nicola Zingaretti le ha chiesto di scendere in campo e di impegnarsi in prima persona: nella lista civica del Governatore. Marta Bonafoni, giornalista professionista, ha accettato la sfida. E ora è consigliere regionale del Lazio, capogruppo della Lista Zingaretti.

L’attuale crisi di governo, con le elezioni all’orizzonte, non c’è una bella prospettiva per la Regione Lazio: preferisce un governo con i 5 Stelle o nuove elezioni subito?

È un dibattito molto ampio che si sta facendo nel Partito Democratico e nel centrosinistra. Penso che stia facendo bene Zingaretti a voler a tutti i costi tenere unito il fronte democratico e riformista di fronte a fughe in avanti che sanno più di opportunismo che di altro. Salvini è oggi e sarà nei prossimi mesi un grande grandissimo pericolo per l’Italia ed è bene che chi dovrà prendere decisioni in tal senso ne prenda coscienza.

Nicola Zingaretti è stato un governatore ‘politico‘: il prossimo governatore lo preferirebbe più ‘amministratore‘ o il ruolo della Regione in cui c’è Roma è necessariamente da politico?
Marta Bonafoni

Zingaretti in questi anni ha dimostrato di avere un grande equilibrio, ma anche una grande visione. In tempi in cui la politica è velocità estrema, in cui tutto si brucia in tempi velocissimi, lui è riuscito in questi anni, insieme ad una squadra larga, compatta e competente ad essere un ottimo amministratore. Ma, nonostante questo, a fare in modo di mettere in campo una visione politica chiara, anche di carattere nazionale. Penso a progetti come Torno Subito che grazie ad una idea di Massimiliano Smeriglio è stato il fiore all’occhiello dell’Amministrazione Regionale- Oppure alla legge sui Riders e perché no, anche la legge sul Caporalato appena approvata che parla non solo alla Regione ma all’Italia intera.

Un anno e mezzo di Anatra Zoppa: con quali risultati vi presentereste agli elettori in caso di elezioni regionali?

Questo è stato un esperimento non richiesto ma dettato dal risultato elettorale. Penso che, nonostante le molte difficoltà quotidiane, stiamo riuscendo a portare davvero dei risultati importanti. In questo senso un grande ruolo va riconosciuto al vicepresidente Daniele Leodori nella sua incessante attività di coordinamento tra Giunta e Consiglio, con l’aula recentemente passata sotto la guida di Mauro Buschini.

Avete prodotto più con l’Anatra Zoppa che nella scorsa legislatura.
Zingaretti e Ruberti

È vero, oggi stiamo lavorando bene. Ma vorrei ricordare che all’inizio della prima legislatura Zingaretti, la Regione Lazio era la Regione di Polverini e Fiorito, dei festini e degli scandali: un ente tecnicamente fallito. Oggi abbiamo come Capo di Gabinetto un fuoriclasse come Albino Ruberti, ci apprestiamo ad uscire dal Commissariamento della Sanità e siamo tornati ad essere considerati un ente “normale” anche dalla Corte dei Conti. Risultati che ci hanno permesso, per la prima volta nella storia del Lazio, di essere stati confermati nel 2018 alla guida della Regione, seppur in una delle peggiori elezioni per il centrosinistra dal dopoguerra in ambito nazionale.

Chi è l’erede di Nicola Zingaretti?

Nel campo del Centrosinistra non è una Srl o una nazione straniera a decidere chi è il leader. Abbiamo le Primarie che sono un importante strumento con cui più volte ci siamo confrontati. E penso che, quando arriverà il momento, possa essere lo strumento giusto per decidere la leadership.

I territori, i sindaci e le province, ora hanno un ruolo più attivo?
Marta Bonafoni e Enzo Salera

Fino a che non capiremo che la forza del nostro campo sono gli amministratori locali, non potremo avere futuro. Le altre forze in campo hanno puntato sulle fake, sulla comunicazione facile ed aggressiva per avere consenso. Noi, invece, siamo un popolo fatto di migliaia di amministratori e amministratrici locali che quotidianamente lavorano e cercano di risolvere le piccole e grandi questioni che interessano davvero i cittadini. Spesso rischiando, lavorando sempre in ristrettezze economiche e con un personale sempre più residuo. Fino ad oggi la politica nazionale li ha spremuti. Ma è da lì che come centrosinistra dobbiamo ripartire, è la nostra unica speranza.

Lei è stata la prima firmataria della legge sul Caporalato approvata nel corso della lunga notte alla Pisana: perché c’era bisogno di una legge regionale?
Marta Bonafoni Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Le rispondo in modo netto e senza giri di parole: nel Lazio c’è la schiavitù. Oggi, nel 2019, esiste questo fenomeno, proprio vicino a noi. Ed è la stessa schiavitù che magari vediamo in televisione, nei film che raccontano i lavoratori nei campi di cotone dell’America. Oggi, in provincia di Latina in particolare ma non solo, c’è una schiavitù fatta di soprusi, stenti, fame, sete, fatta di violenza e diritti negati, in mano alle mafie e ai colletti bianchi.

Una schiavitù per lo più nascosta, che solo negli ultimi anni è venuta alla luce grazie al lavoro di persone coraggiose come Marco Omizzolo che oggi, nel nostro Paese dove l’odio viene fatto soffiare ad arte contro gli immigrati, vive sotto scorta perché ha aiutato centinaia di lavoratori a rompere il muro del silenzio, anche contro imprenditori italiani.

Sì, nella Regione Lazio c’era proprio bisogno di una legge su questa schiavitù che viene chiamata in altri termini “caporalato”.

E come mai una legge del genere è stata così osteggiata, in particolare dal Centrodestra che ha messo in atto un forte ostruzionismo, fino ad arrivare al voto in piena notte?

Naturalmente l’ostruzionismo non era sul merito della legge, ma su altro. Erano le notizie nazionali che giungevano durante la giornata e che facevano in modo che alcuni consiglieri, eletti lo scorso anno in partiti moderati, fiutando il vento che tira e per mero opportunismo, si sono travestiti da maggiordomi al servizio della tavola dei sovranisti.

Vedere questi giochi e giochetti, di fronte a persone che quotidianamente rischiano la vita perché soggiogati da “caporali” senza scrupoli, è stato davvero inaccettabile.

E invece con i 5 stelle il rapporto sembra diverso rispetto all’ambito nazionale…
Roberta Lombardi a Servizio Pubblico

Non sbaglia. Io personalmente ho costruito molte leggi collaborando con i 5 Stelle, in particolare su tematiche ambientali e di difesa del suolo. Complice anche la guida equilibrata della capogruppo Roberta Lombardi, nella Regione Lazio abbiamo dato un esempio positivo di cosa vuol dire spogliarsi delle vesti di Partito per collaborare al bene comune, nel rispetto delle rispettive posizioni, ma avendo come obiettivo il miglioramento della vita delle persone.

Prima della fine della legislatura, cosa vorrebbe realizzare?
Marta Bonafoni

Le racconto una piccola grande storia della mia città, Roma. Nel popolosissimo quartiere Prenestino c’è un piccolo lago che sorge nei terreni intorno all’ex fabbrica della Snia Viscosa. Quello specchio d’acqua da anni è frutto di una battaglia all’ultimo sangue tra comitati di cittadini e ambientalisti da una parte e costruttori e immobiliaristi dall’altra. Ecco, mi piacerebbe – prima della conclusione della legislatura – scrivere il lieto fine di questa storia: naturalmente tutelando per sempre le acque del lago e il parco che gli sorge attorno.

Ripeto, è una piccola grande storia, che parla di partecipazione e di un altro modello di sviluppo, in grado di tenere insieme la salute del nostro territorio con quella dei suoi abitanti.

È la battaglia per il futuro, una battaglia di sinistra.