Maxiconguaglio, vince Acea

di CESIDIO VANO
per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Una sconfitta su tutta la linea. Una bacchettata da parte dei giudici ai sindaci dell’Ato5 rimasti volutamente inadempienti in materia di tariffe idriche fino al 2012. Ieri, il Tar del Lazio ha depositato la sentenza con cui ha respinto, poiché “destituito di ogni giuridico fondamento”, il ricorso presentato dall’Ato5 contro il provvedimento del commissario ad acta con cui sono state revisionate le tariffe del 2006 al 2011 e riconosciuti 75.180.000 euro di conguaglio a vantaggio del gestore idrico Acea Ato5 spa per i maggiori costi sostenuti e i minori ricavi avuti negli anni in cui, appunto, l’assemblea dei sindaci dell’Ato5 non ha provveduto a stabilire tariffe idriche definitive e capaci di garantire gli equilibri economici finanziari del gestore, come legge obbliga.

Oltre settantacinque milioni di euro, dovuti alle inadempienze dei sindaci, che però ora stanno pagando direttamente gli utenti, con bollette da capogiro che arriveranno nelle nostre abitazioni ancora per anni, perché gli stessi sindaci, che hanno causato l’accumulo di tale somma a vantaggio di Acea, hanno poi rifiutato ogni possibilità di accordo con il gestore che evitasse il prelievo diretto dalle tasche dei cittadini.

Eppure la soluzione c’era, l’aveva auspicata il commissario ad acta e l’ha avanzata la Segreteria tecnico operativa dell’Ato ed era capace di risparmiare il salasso agli utenti. Ma i sindaci avrebbero dovuto rivedere i loro bilanci e tagliare qualche spesa: hanno preferito far pagare i cittadini, con Acea che recupera i 75 milioni di conguaglio dalle bollette e ne riversa una parte sotto forma di canone concessorio agli stessi comuni che così, gabbati i cittadini, evitano di dover dichiarare dissesto. E da qualcuno questa operazione è spacciata anche come un grande risultato.

Ieri i giudici del Tar, respingendo il ricorso presentato dall’Ato5 e costato 120.000 euro di parcelle già liquidate ancor prima di conoscere l’esito del giudizio, ricordano che l’intervento del commissario ad acta si è reso necessario proprio per la continuata inadempienza dei sindaci. I giudici amministrativi respingono tutte le eccezioni proposte dall’ambito territoriale, riconoscendo la correttezza dell’operato svolto dal commissario e la difficoltà in cui lo stesso ha dovuto operare dopo 6 anni di ritardi e con una legislazione in materia che è stata più volte modificata. L’obiettivo di riparare alle mancanze dei sindaci è stato correttamente raggiunto secondo il Tar e la conseguenza è che i cittadini debbono pagare gli oltre 75 milioni di euro quale ristoro dei danni subiti da Acea per il ritardo nell’adozione dei provvedimenti tariffari.

L’incapacità dei sindaci è stata capace – scusate i giochi di parole – di far passare dal torto delle proprie inadempienze alla ragione delle inadempienze altrui il gestore Acea Ato5. Non è da pochi. Si chiude così una pessima pagina di amministrazione pubblica in Ciociaria. La stessa vicenda di questo ricorso, del resto, ha da sempre lasciato l’amaro in bocca ed è servita più per fare propaganda politica che vera opposizione alle pretese del gestore. L’impugnativa è stata presentata nel 2013 come l’attacco definitivo per stroncare la ‘cattiva’ Acea che pretendeva altri soldi dagli utenti, ma poi nell’ingaggiare la battaglia si è improvvisamente rinunciato alla sospensiva del provvedimento contestato, consentendo così all’avversato gestore di iniziare lo stesso ad incassare i 75 milioni.

Per oltre un anno ci si è dimenticati poi di far fissare l’udienza di merito per sapere se le pretese di Acea fossero legittime o meno (oggi sappiamo che per il Tar lo sono eccome), lasciando ulteriore campo libero al gestore che, a parole, tutti i sindaci vogliono cacciare ma anche nei fatti benedicono ad ogni pagamento. C’è voluto l’arrivo del nuovo presidente della provincia, Antonio Pompeo, per sbloccare le cose lasciate dormienti per anni e per scoprire che le inadempienze dei primi cittadini hanno causato danni ingenti all’Acea ed ancora più gravi a tutti gli utenti.

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