I medici contro Urbano: «Risolviamo problemi che nemmeno conosce»

[dfads params=’groups=105&limit=1&orderby=random’]

 

Il primo a leggere è stato il dottor Francesco Carrano, direttore del distretto B della Asl di Frosinone. Ha telefonato subito alla sua collega Caterina Pizzutelli che gli è subentrata alla guida dei medici di famiglia della provincia iscritti alla Fimmg. E da lì è stato un tam tam sempre più intenso, con consultazioni tra medici, pareri di avvocati, chiamate informali all’Ordine. In pratica: i medici di famiglia non accettano la presa di posizione compiuta dal dottor Ettore Urbano (leggi qui il precedente): il navigato primario del Pronto Soccorso di Cassino ieri aveva scritto sulla sua bacheca Facebook che andavano aboliti i medici di base ed i medici di guardia; sentito da Alessioporcu.it aveva confermato il suo pensiero, spiegando che se i Pronto Soccorso sono intasati è colpa di molti medici di famiglia che scaricano tutto sugli ospedali.

La reazione non si è fatta aspettare. La Fimmg si è dichiarata «sconcertata dalle dichiarazioni del dottor Ettore Urbano primario: affermazioni gravi e non suffragate da dati e da riscontri provenienti dalla Direzione Generale della Azienda ASL Frosinone».

Il segretario provinciale Caterina Pizzutelli ha un diavolo per capello. «Il medico di medicina generale resta ancora oggi il primo e il più gradito contatto tra i cittadini ed il sistema sanitario nazionale e, pur comprendendo le difficoltà legate alla mancanza di personale dei nostri Ospedali, non è certo questo il modo di cercare soluzioni ai disservizi di una sanità in difficoltà. I medici di medicina generale ogni giorno risolvono svariate problematiche legate a tanti disservizi che il dottor Urbano nemmeno conosce, ma nonostante tutto non si scagliano contro chi, come loro, è a disposizione del cittadino utente».

Ettore Urbano conferma ma tenta di stemperare. E rivela che è stato minacciato un esposto all’Ordine dei Medici: «Confermo: ho proposto che i medici di famiglia e di guardia vengano assorbiti nel Sistema Sanitario Nazionale, del quale io faccio parte. Primo non credo che l’eventuale passaggio alla dipendenza medica offenda e svilisca i professionisti. Secondo difenderò in ogni luogo e sempre il mio diritto e quello di tutti di esprimere liberamente la propria opinione senza offendere nessuno. È tempo di un discorso serio che veda intorno a un tavolo il legislatore, gli operatori ed i cittadini su come rendere sostenibile, efficiente ed efficace il SSN»