Mi dispiace ma lei non può dimostrare di essere morto: paghi le tasse

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Non bastano tre condannati per omicidio. Manca il cadavere. E l'Agenzia delle Entrate non blocca le tasse

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Isabella aveva 55 anni. Ed un fidanzato. Con il quale le cose avevano smesso di andare bene. Ed erano diventati ex.

Come spesso accade, resta sempre uno strascico, una coda, qualcosa di non chiarito, oppure un’amicizia che si vorrebbe mantenere senza che torni ad essere un legame. È per questo che Isabella finisce in pizzeria con il suo ex. E da quella sera non se n’è trovata più traccia.

Omicidio hanno detto tre sentenze. Che hanno condannato l’ex, la sorella e l’amante di lei. Il corpo non lo hanno mai trovato.

In Italia le carte devono stare a posto. Ed anche i cadaveri. E se non c’è un cadavere, (anche se ci sono tre condannati per omicidio) non sei morto.

Isabella Noventa

Così, l’Agenzia delle Entrate ti manda a casa le cartelle, contestandoti il fatto che non paghi le tasse. E se i familiari provano a dire che la destinataria delle cartelle è morta, i solerti funzionari delle Entrate ribattono: manca la prova.

Tre sentenze non bastano? No, vogliono la dichiarazione di morte presunta

Il caso è quello di Isabella Noventa, uccisa nel 2016 dall’ex fidanzato con due complici. L’Agenzia delle Entrate ha chiesto le tasse alla famiglia: perché il corpo non è stato mai trovato e quindi non c’è prova del delitto. Fermo restando che ‘allora chi hanno assassinato i tre condannati?‘ ora avete ben chiaro perché in tanti mettono i loro sogni e soprattutto la loro intelligenza in una valigia e se ne vanno via di corsa da qui.

Perché l’Agenzia delle Entrate non è uno qualsiasi. È lo Stato. E se questo è lo stato, meglio rivedere le proprie convinzioni.

Senza Ricevuta di Ritorno.