Quel bonus che manca per combattere lo smog a Frosinone

Stellantis ha annunciato un accordo con la CARB. Cosa c'entra il sud del Lazio. Frosinone cerca di innovare la propria mobilità urbana, nonostante resistenze. Ma tra le iniziative messe in atto manca il rinnovo del parco auto per combattere lo smog. Che produrrebbe effetti immediati. Più del blocco del traffico

La notizia rimbalza da Amsterdam e dovrebbe invitare a riflettere dalle parti di Frosinone. Stellantis ha annunciato in queste ore l’accordo con la California Air Resources Board (CARB): è l’agenzia californiana per la tutela della qualità dell’aria. L’accordo prevede un aumento della sua offerta nel mercato dell’elettrificazione, la collaborazione con Veloz che promuove la sensibilizzazione sui veicoli elettrici, l’impegno a erogare ulteriori 10 milioni di dollari per l’installazione di colonnine pubbliche per la ricarica di vetture elettriche.

L’accordo eviterà l’emissione di 10-12 milioni di tonnellate di gas serra negli Stati Uniti. I clienti statunitensi potranno scegliere tra cinque nuovi veicoli ibridi plug-in e due nuovi BEV, con altre otto nuove vetture BEV in arrivo entro l’anno. L’intesa è in piena sintonia con il progetto Stellantis di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2038. Cosa c’entra Frosinone in tutto questo?

La strategia mancante

Riccardo Mastrangeli con uno dei nuovi bus elettrici

Il Comune Capoluogo è stato protagonista di un ambizioso progetto con cui rivoluzionare la sua Mobilità Urbana: il modo di spostarsi in città. Sfidando vecchi schemi e resistenze al cambiamento, il sindaco Riccardo Mastrangeli ha messo in campo un progetto fatto di bus elettrici, corsie preferenziali, piste ciclabili e pedonali, ascensori inclinati. Sta combattendo gli sforamenti di limiti di smog nell’aria bloccando la circolazione dei mezzi più vecchi. Quindi?

L’accordo Stellantis mette sotto i riflettori un’evidenza: è difficile modificare le infrastrutture ed il modo di spostarsi in una città; richiede tempo, incontra resistenze. Esiste un percorso più rapido. È quello che passa per l’aggiornamento del parco auto ad Euro 5, rottamando ed eliminando dalle strade gli Euro2 Euro3 ed Euro4 cioè i mezzi che vengono bloccati ogni volta che scatta il piano anti smog.

È la riflessione che ha spinto il sindaco Mastrangeli a pigiare sull’acceleratore della riforma. Tra pochi anni gli Euro4 non potranno più circolare. Quindi ha deciso di offrire una mobilità alternativa per chi non ha la macchina con cui entrare in città ma gli consente di arrivare fino alle porte del capoluogo.

Il piano per gli incentivi

Foto: Can Stock Photo / Ssuaphoto

Un serio piano di incentivi venne tentato alcuni anni fa. Lo mise in campo il Governo e ci si agganciò la Regione Lazio aggiungendo una sua ulteriore quota. Perché è uno strumento efficace nella lotta allo smog? A dirlo sono gli studi sulle polveri sottili ed ultrasottili, le famigerate Pm10 e Pm2,5. (Leggi qui: E ancora non misuriamo le polveri sottili più pericolose).

Nei giorni scorsi il ministro Adolfo Urso ha messo in evidenza che un motore Diesel Euro5 inquina 28 volte meno di un Euro1. Gli studi più recenti dicono che un motore Euro3 emette 500 particelle inquinanti mentre lo stesso motore ma nella versione Euro6 ne emette 80. È 6,25 volte di meno. Ma quanto incide il traffico dei veicoli sul totale dell’inquinamento? Per il 21 % circa mentre la maggior parte dello smog deriva dalle caldaie dei nostri riscaldamenti, da camini e stufe a pellet.

Non è un caso che proprio in queste ore l‘UE abbia sancito lo stop alla caldaie alimentate a gas. Lo ha fatto varando una direttiva senza precedenti: la Direttiva Case Green prevede che dal prossimo anno verranno progressivamente eliminati gli incentivi fiscali per le caldaie a gas per arrivare al 2040 in cui sarà vietata l’installazione di nuovi impianti a metano. Perché? Un terzo di loro in Italia ha oltre 15 anni di funzionamento: consuma gas ed inquina l’aria. Si va verso le pompe di calore e gli impianti ibridi.

L’Articolo 20

Il Piano per la qualità dell’aria del Lazio prevede una serie di incentivi. Per le caldaie e per le auto. Sono riportati nelle “Norme tecniche di attuazione dell’A-PRQA” ed in particolare l’Articolo 20 (Compiti della Regione) parla della concessione di contributi per sostituire alcune tipologie di veicoli.

La Regione punta ad incentivare la sostituzione dei veicoli più inquinanti. Si è data un target ambizioso ma raggiungibile: cambiare il 5% del parco auto circolante nelle zone più inquinate del Lazio: Roma e Valle del Sacco, per un totale di 45mila veicoli da eliminare. Per avere il bonus è necessario comprare una Euro6 ma non a motore Diesel. Il contributo previsto è di 45 milioni di euro in 5 anni per le autovetture; in 48 milioni di euro in 5 anni per i veicoli commerciali. Nel mirino ci sono anche i bus del Trasporto Pubblico Locale. Si punta alla sostituzione del 25% degli attuali mezzi per un totale di 700 veicoli.

Frosinone è un’area con l’aria inquinata quanto la Valle del Sacco. In alcuni casi anche di più. Per contenere gli sforamenti si sta pensando alla limitazione del traffico sulla Monti Lepini: la conseguenza è una serie di difficoltà in più per il mondo industriale, con i mezzi pesanti che vengono ulteriormente svantaggiati.

L’aggancio di quegli incentivi è giustificato dai numeri delle centraline e dai giorni di superamento dei limiti di smog. Ottenere l’estensione dei bonus dalla Valle del Sacco al Capoluogo è un traguardo politico raggiungibile. Capace di accorciare i tempi dei traguardi previsti dall’attuale piano urbano del traffico. Ma occorre chiederlo in Regione.