Regionali, gli industriali chiedono efficienza

A poche ore dallo stop alla campagna elettorale per le Regionali, gli Industriali calano le carte. E ribadiscono le loro richieste al prossimo governatore. A prescindere dal colore.

Efficienza: gli industriali del Lazio la chiedono al prossimo Governatore della Regione che uscirà dalle urne lunedì pomeriggio. Lo ha ribadito il presidente Angelo Camilli di Unindustria in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore. Sollecitando finalmente una chiara presa di consapevolezza. «Il ceto politico e istituzionale deve aumentare la consapevolezza che il Lazio è una regione industriale, con settori di qualità e dimensioni importanti. Solo partendo da qui si può impostare una politica industriale per far crescere il tessuto imprenditoriale».

Le priorità per gli industriali

Angelo Camilli (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Nei giorni scorsi l’associazione degli industriali ha incontrato i candidati. Ha ascoltato i loro programmi ma soprattutto gli ha espresso le sue priorità. La prima è l’efficienza amministrativa. Cioè: le pratiche devono camminare, rapide e nei binari indicati dalle leggi. Perché «ci sono i programmi comunitari da mettere a terra, che vedranno raddoppiare a 3,4 miliardi le risorse rispetto ai fondi europei del settennato precedente». E gli industriali non vogliono veder sfumare quell’occasione, non vogliono vederla finire nella palude della burocrazia.

La Regione Lazio ha un ruolo fondamentale per evitare di sprecare questa opportunità. Il presidente di Unindustria lo dice con chiarezza. Spiega che «serve un sistema di monitoraggio dei bandi, semplificare le procedure, lavorare sulla digitalizzazione, sul rafforzamento delle competenze della pubblica amministrazione».

Il monumento all’inefficienza del sistema sta in provincia di Frosinone. Si chiama Catalent. Il colosso farmaceutico ha ritirato il suo investimento da 100 milioni di euro con il quale formare ricercatori ultra specializzati. Un’operazione che avrebbe dato respiro per un’intera generazione di prodotti. Stanca di aspettare le autorizzazioni dal Ministero della Transizione Ecologica, dopo due anni d’attesa Catalent ha riposizionato quei 100 milioni e quelle cento assunzioni.Le ha portate fuori dal Lazio e fuori dall’Italia: nell’Oxfordshire. «Non bastano buoni progetti, bisogna anche permettere alle aziende di realizzarli» ha sottolineato Camilli.

Servono le infrastrutture

Un tratto della Monti Lepini

C’è poi il tema delle infrastrutture. Anche in questo caso il nervo scoperto è nel sud del Lazio. È la strada che dovrebbe collegare i due capoluoghi: Frosinone e Latina. Esiste ma è concepita sulle basi di settant’anni fa: occorre un’ora e mezza per percorrere quei 60 chilometri. (Leggi qui: La sora Camilla sulla SR156 Monti Lepini)

Regione Lazio e Ministero delle Infrastrutture hanno compiuto un decisivo passo in avanti nei giorni scorsi: c’è stata la nomina del commissario. Sarà lui a pigiare sull’acceleratore dei cantieri. E per gli industriali quello delle infrastrutture è un tema sul quale passano gli investimenti e lo sviluppo. “Sono tante le infrastrutture necessarie” ha evidenziato Angelo Camilli. “Cito per esempio la Civitavecchia-Orte, la Formia-Cassino, la ferrovia Roma-Pescara, la riqualificazione della Salaria, l’anello ferroviario e la Metro C di Roma. Nei prossimi sette anni sulla regione saranno investiti 9 miliardi, a partire dai fondi Pnrr e quelli europei. La questione decisiva non sono quindi le risorse, ma gli iter autorizzativi“.

È in quella palude che Angelo Camilli vuole non vada a finire la Regione Lazio. Soprattutto perché Roma si avvia ad ospitare il Giubileo 2025 ed è in corsa per l’Expo 2030.

Il nodo del termovalorizzatore

Roberto Gualtieri

C’è un nodo che è estremamente divisivo per i candidati. È quello del termovalorizzatore che Roma intende realizzare. Il candidato progressista Alessio D’Amato ed il candidato del centrodestra Francesco Rocca sono d’accordo; la candidata dei 5 Stelle Donatella Bianchi è contraria. Alessio D’Amato ha proposto un tavolo guidato da un premio Nobel per stabilire quale sia la tecnologia più moderna e meno impattante. Le imprese hanno sostenuto da subito il nuovo termovalorizzatore di Roma.

Ci auguriamo – ha detto il presidente di Unindustria – che il progetto sia realizzato il prima possibile. Ora andranno però associati altri nuovi impianti, come i biodigestori. L’iter autorizzativo regionale sarà fondamentale“.

Sul tema delle imposte: “Sono anni che chiediamo l’abrogazione della maggiorazione Irap, inserita per le difficoltà di bilancio. E chiediamo la semplificazione della aliquota ordinaria. Adesso le risorse non mancano e un intervento darebbe un impulso al sistema delle imprese. Come pure servirebbe potenziare le garanzie a favore delle banche che concedono credito per il rafforzamento patrimoniale delle imprese. E c’è poi il tema della formazione: oltre il 50% delle imprese ha difficoltà a trovare figure qualificate“.

Le stime sul Lazio

Foto © Gerd Altmann / Pixabay

Unindustria ha sviluppato le sue proiezioni economiche. Partono dalla crescita significativa registrata nel 2022. E dicono che le prospettive sul 2023 non sono positive. “Ma se utilizzeremo bene le risorse e le opportunità che abbiamo a disposizione, accompagnate da una riduzione dei costi dell’energia e quindi dell’inflazione, nel secondo semestre, potrebbe esserci una ripresa economica e il Lazio potrebbe andare anche meglio della media nazionale“.

Uno degli ultimi atti della giunta uscente è stato quello di devolvere poteri a Roma: per una serie di adempimenti non dovrà più passare per la Regione ma potrà sbrigarsela direttamente. Il timore è che aumenti la distanza tra la Capitale e le province. “Abbiamo fatto proposte concrete già alcuni anni fa, anzitutto ragionando sulla dimensione di Roma che richiede una sostanziale autonomia dei Municipi, grandi come vere città, trasformandoli in Comuni se necessario, dotati comunque di risorse e poteri. Per Roma è necessaria una riforma complessiva“.