Renziani di ieri e di oggi. E di domani?

Sul palco e nella platea del cinema Le Fornaci saranno tutti renziani. Della prima, della seconda e dell’ultima ora. Soprattutto dell’ultima ora. Ma chi è davvero renziano?

All’inizio, ai tempi del congresso perso contro Pierluigi Bersani, il coordinatore provinciale dell’area dell’ex sindaco di Firenze era Alessandro Martini. I posizionamenti c’erano comunque e sia il senatore Francesco Scalia che l’attuale segretario provinciale Simone Costanzo da subito si sono schierati con il presidente del consiglio.

Oggi Scalia dialoga senza problemi con Luca Lotti, il custode dell’ortodossia renziana, il vero cardinale Richelieu. Nazzareno Pilozzi tempo fa ha scelto Vendola e Sel, poi però si è convertito al verbo del premier, passando al Pd e schierandosi nell’area del ministro delle riforme Maria Elena Boschi, la sacerdotessa del Giglio Magico. 
Anche la senatrice Maria Spilabotte frequenta quotidianamente l’entourage del presidente del consiglio, però in Parlamento è arrivata grazie al complicato meccanismo di attribuzione di quote alle varie aree del partito.

Lei all’epoca stava in quella dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Area guidata in provincia di Frosinone da Francesco De Angelis e Mauro Buschini, che attualmente però hanno il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti come punto di riferimento.


Sara Battisti è dell’area di Matteo Orfini, mentre altri big come Antonio Pompeo e Domenico Alfieri, per la proprietà transitiva, stanno con Luca Lotti (Francesco Scalia) e Maria Elena Boschi (Nazzareno Pilozzi).

Naturalmente se vince il Sì, il tasso di renzianità del Pd passerà dall’attuale 80% al 99,98%.

Mentre cosa succederà se passa il No? La renzianità si attesterà su 60% al… Massimo.

D’Alema naturalmente.

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