Sua Autoreferenza non perde mai (di A. Panigutti)

Sua Autoreferenza Damiano Coletta, sindaco di Latina eternamente in bilico su una politica al cui mondo è estraneo. Che si atteggia al politico navigato che non è, e ogni volta che sbaglia torna a fare il predicozzo. Come in queste ore.

di Alessandro PANIGUTTI

Direttore Responsabile

LATINA OGGI

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Che barba, signori! Perde e non si dà per vinto, arrivando a dichiarare che la sua alle provinciali nonè stata una sconfitta, ma una vittoria mancata.

Poi si spinge a sostenere che un modo diverso di fare politica esiste, ed è esattamente quello che lui sta praticando da due anni a questa parte.

È di Sua Autoreferenza Damiano Coletta che stiamo parlando, il leader del movimento civico Lbc che non riesce a decidere dove debba collocarsi, se dalla parte dei duri e puri di un movimento, oppure nel solco di chi cerca di aprirsi a nuove prospettive e nuove soluzioni senza disdegnare il dialogo franco e aperto con qualche altra forza politica, anche non movimentista.

 

Il  corto circuito di Coletta è che si comporta atteggiandosi al politico navigato che non è, e ogni volta che sbaglia torna a fare il predicozzo di chi non vuole saperne di mediare e di trattare, proprio come faceva quando Lbc non era ancora nata e il brand civico era quello di Rinascita Civile.

Ha un bel dire Sua Autoreferenza che l’accordo tra il Pd e Forza Italia è un precipitato del vecchio modo di fare politica, opaco e dunque poco trasparente, ma perché non ammettere che per la corsa alla presidenza della Provincia Coletta ha stretto accordi con il centrodestra, vedi Procaccini e non solo, e con il centrosinistra, vedi le sorelle Amici e Nicoletta Zuliani più altri.

E se avessimo l’ autorizzazione a consultare i tabulati telefonici relativi all’ utenza del sindaco di Latina, potremmo stabilire con assoluta certezza se siano stati gli esponenti del centrodestra a chiamare Coletta per barattare qualche voto, o se invece a stressare le opposizioni sia stato lui, magari anche soltanto per offrire simpatia e riconoscenza gratuita, visto che la purezza non ammette altre forme di scambio.

E l’ obiettivo di questi accordi fortemente inseguiti e in parte raggiunti, non era quello di piantare le radici di quello che adesso si vorrebbe far passare col nome di tavolo permanente di concerta zione, ma più prosaicamente di andarsi a sedere sulla poltrona più importante di via Costa. E diciamo pure che se ci fosse arrivato, Coletta avrebbe dovuto fare i conti con un pezzo del Pd e con un pezzo di Fratelli d’ Italia. Cosa che un politico serio farebbe lo stesso anche adesso che ha portato a casa una sconfitta.

 

E non ci sarebbe nulla di sconveniente, né di illegale, perché di qua e di là ci sono persone perbene che fanno politica e amministrano.

Ma è strano che quello che risulta normale a Coletta debba essere censurabile se lo fanno altri al suo posto. Dunque, le arie di civismo estremo andrebbero dismesse subito, senonaltro perché da quel poco che riusciamo a vedere dai numeri del voto di domenica, c’ è stato un solo candidato, civico, che non ha fatto accordi con nessuno, e si tratta di Giada Gervasi, che ha portato a casa tutto quello che poteva portare insieme a Terra e Guidi, più qualche voto di simpatia gratuito messo nell’ urna da chi non ce l’ ha fatta a votare per il Pd mischiato con Forza Italia o per Forza Italia mischiata col Pd.

 

Ma torniamo al nostro mancato Presidente. Quando tra qualche giorno, per ridare un po’  di corda al partitino che ha già sfiancato e un minimo di credibilità ad una maggioranza inconcludente, Coletta annuncerà il suo bel rimpasto di Giunta al Comune di Latina, offrirà le prove che non c’ erano accordi che prevedessero scambi col Pd e con Fratelli d’Italia.

Il sindaco può astenersi dal prossimo predicozzo contro la stampa che si mette di traverso, perché il suo accordo con una parte dei dem è in atto da prima che diventasse sindaco, ed è un accordo che funziona a meraviglia attorno a tutto quello che Lbc amministra.

E mentre il tandem pedala che è una meraviglia, i cittadini non si accorgono di essere amministrati. Una magia. Eccolo quail nuovomododi fare politica.

 

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