Terremoto all’Urbanistica: licenziato Acanfora

L’uomo che ha gestito l’Urbanistica di Frosinone negli ultimi vent’anni non lavora più per il Comune. La lettera di licenziamento all’architetto Francesco Acanfora è stata consegnata dal Segretario Generale Angelo Scimé. Licenziamento in tronco, a soli due giorni dalla rielezione di Nicola Ottaviani a sindaco del capoluogo. Ma la politica non c’entra niente con il provvedimento. Almeno sulla carta.

La lettera è l’ultimo atto di una verifica avviata dal segretario generale e dal dirigente del Personale. Una verifica che ha riguardato l’Ufficio Tecnico. E che ha portato nei mesi scorsi ad una serie di contestazioni al dirigente. Francesco Acanfora, in quel settore è sempre stato considerato un’autorità fino da quando venne assunto nel ’98 dall’allora sindaco Domenico Marzi.

Cosa gli viene contestato? Nella lettera si farebbe riferimento ad alcuni atti inviati dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio alla Corte dei Conti.

I giudici amministrativi avrebbero mandato quelle carte ai loro colleghi della magistratura contabile ipotizzando gravi danni alle casse del Comune di Frosinone. Provocati, eventualmente, in quale modo? Alcune pratiche urbanistiche finite sul tavolo del Tar avrebbero esposto il Comune al rischio di dover pagare dei risarcimenti.

Il dirigente adesso ha 30 giorni per fornire la sua versione, chiarire le posizioni evidenziate dal Tar, ribaltare le conclusioni a cui è giunto il Comune. Ma nel frattempo “per la rilevanza degli atti contestati” è scattato il licenziamento immediato “quale provvedimento disciplinare cautelare avente ad oggetto l’emissione di atti amministrativo, di esclusiva competenza del dirigente, non conformi alle normative in materia”.

Il segretario generale Angelo Scimé ha preso ad interim la responsabilità dei settori Urbanistica e Ambiente.

Già un’altra volta, nel passato, Francesco Acanfora venne allontanato dal suo ufficio. Ma senza arrivare al licenziamento. Fu all’epoca dei lavori di messa in sicurezza sulla Monti Lepini: quelli poi finiti nel mirino della magistratura. L’architetto all’improvviso venne sollevato dall’incarico escludendolo da qualsiasi decisione sull’iter della pratica. Chiese spiegazioni al segretario generale e al sindaco dell’epoca, Michele Marini. Ma – mise poi a verbale – non ottenne risposte.

Una volta tornato al vecchio incarico, trasmise una dettagliata informativa alla procura della Repubblica.

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