Top e Flop, i protagonisti di giovedì 15 febbraio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 15 febbraio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 15 febbraio 2024.

TOP

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: via Imagoeconomica)

Attenzione ad un fenomeno dal quale più volte abbiamo serenamente messo in guardia il lettore. Cioè al fatto di considerare, tra coloro che non lo votano, tutto ciò che dice Matteo Salvini solo ed esclusivamente fuffa scema “alla Salvini”. Il leader del Carroccio è sì bravissimo a trasformare in palta pubblicistica di base ogni tema che abbia presunzioni analitiche, ma questo non basta.

E non è sufficiente a far mettere in automatico le cose che Salvini dice nella bacheca delle cose inutili, degli “spottoni”. L’ultimo tweet del Segretario della Lega ne è la prova provata, di questo mood che dovrebbe sconfessare manicheismi a prescindere. Certo, il tono è sempre quello alla “non ci fermeranno”. C’è sempre quel retrogusto incalzante di vittimismo e servizio farlocco che danno cerone alla mission elettorale e politica.

Ma Salvini non è il solo a farlo, semmai è quello che lo fa peggio, più di milza, ed a cui si fa tana più facilmente. “Il partito dei no è senza vergogna: non vincono nelle urne e allora usano i tribunali provando a fermare un’opera che porterà lavoro, sviluppo e crescita per Sicilia, Calabria e tutto il Paese”.

Attacco al Ponte nel nome della trasparenza

Poi la chiosa alla Mameli padano che ormai conosciamo tutti: “La sinistra se ne faccia una ragione: il Ponte si farà e sarà un vanto per tutta Italia. Avanti tutta!”. Ma a cosa si riferisce Salvini? All’esposto che Pd e Alleanza Verdi sinistra hanno presentato alla magistratura competente in merito al Ponte sullo Stretto.

Elly Schlein, Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli ne avevano dato menzione in pompa magna nelle ore scorse. E con questi toni: “Il governo e la società Ponte sullo stretto non hanno reso pubblici documenti fondamentali per capire l’entità del progetto e le procedure. La relazione sul progetto è stata negata ai parlamentari, adducendo che sono riservati e segreti, eppure impegnano lo stato per 14,6 miliardi di euro”.

E in chiosa: “Il progetto del Ponte sullo Stretto è sbagliato, anacronistico, dannoso e dispendioso. Abbiamo deciso di firmare insieme un esposto, per vederci chiaro”.

Ma non si era detto in diverse occasioni ed a parti invertite che quando la politica abdica in favore delle carte bollate la stessa gratta il fondo?

Extreme measures.

ARTURO BUONGIOVANNI

La premessa è d’obbligo, trattandosi di un candidato alle prossime elezioni Comunali. Se l’avvocato Arturo Buongiovanni jr sia potenzialmente un buon sindaco saranno i cittadini a dirlo. Che fosse il migliore candidato possibile tra tutto il cucuzzaro che il centrodestra ha messo in vetrina nelle settimane scorse, non esiste dubbio. Ma questa è faccenda che riguarda gli elettori, la loro visione della città e delle cose cassinati. Quello che qui interessa è altra questione. Che non è materia elettorale.

Ed è la totale differenza di approccio tra lui ed il sindaco uscente del Pd Enzo Salera. Ad esaltare questa distanza siderale tra i due sono i fatti accaduti in città nel giro di poche ore.

Nelle ore scorse l’avvocato Buongiovanni ha inviato un ulteriore segnale di apertura a Fratelli d’Italia: non sul piano amministrativo e nemmeno sul piano politico. Ma su quello umano. La cifra sulla quale sta costruendo il personaggio è quella del dialogo, della mediazione, della condivisione, del coinvolgimento. Abilissimo anche quando deve criticare. La pedonalizzazione del Centro? “C’è stato un errore di condivisione”. Non contesta l’opera, attacca il modo in cui è stata proposta e presentata alla città.

Nelle stesse ore, Enzo Salera ha ripreso la battaglia a distanza con il Partito Democratico. È lui a bloccare l’assegnazione delle deleghe ai Consiglieri eletti il 22 dicembre scorso alle Provinciali. Reclama la vicepresidenza per il suo capogruppo Gino Ranaldi. Mentre l’altra ala del Partito vorrebbe indicare l’espertissimo sindaco di San Donato Valcomino Enrico Pittiglio. Lo stallo dura ormai da giorni. Con il Segretario Provinciale Luca Fantini che sta tentando in ogni modo di mediare evitando strappi. E nel frattempo, con abbondante dimostrazione di pazienza, il presidente Luca Di Stefano attende.

Modelli d’approccio contrapposti. Non fanno parte del programma amministrativo. ma marcano le differenze.

Due uomini agli antipodi.

FLOP

RAFFAELLA PAITA

Raffaella Paita (Foto: Marco Ponzianelli © Imagoeconomica)

Non è proprio proprio un riconoscimento di ciò che le ha scritto un utente di Twitter, a Raffaella Paita, ma la falsariga è quella. L’utente le ha commentato: “Come al solito (qui dissentiamo) non è che ci abbia capito un granché”. Il dato però è che l’esponente di Italia Viva oggettivamente non sembra aver messo a fuoco benissimo il merito stretto del Ddl Nordio.

Il provvedimento è stato approvato in questi giorni al Senato anche con i voti dei renziani e con voto palese. Sì, ma cosa contiene effettivamente quel fascicolo in procinto di andare al vaglio della Camera? Il dato più “rumoroso” ed incisivo è quello della scomparsa (abrogazione) dell’abuso d’ufficio. A seguire sono stati ridotti l’incidenza ed il raggio di azione del traffico di influenze illecite. Quel profilo penale, ove la riforma passasse, sarà quindi limitato a condotte particolarmente gravi.

C’è poi la parte che riguarda i media. Quella controversa in cui i divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni vengono implementati. Lo scopo generale è quello di “una maggiore tutela della privacy e viene introdotto il divieto di ascolto dei colloqui tra indagato o imputato e il suo difensore”, come spiega l’Ansa.

Cosa cambierà dopo il Ddl Nordio
Il Guardasigilli Carlo Nordio

Ma c’è di più: il requirente della Procura non potrà più impugnare le sentenze di assoluzione (a meno che non si tratti di reati particolarmente gravi). Ed in materia di richiesta di custodia cautelare in carcere toccherà a tre giudici pronunciarsi, previo interrogatorio dell’indagato a cura di un altra toga, “pena la nullità della misura”.

Ecco, questo era il plafond di temi su cui assentire, dissentire o palesare la necessità di perfezionamenti assortiti. Paita ha scritto: “Italia Viva oggi ha votato con convinzione a favore del decreto Nordio, un primo passo importante per una riforma della giustizia in senso garantista. Ci sta, il claim politico e proclamante ci sta tutto.

E in chiosa: “C’è ancora tanta strada da percorrere. Continueremo a lottare a testa alta affinché nessun innocente passi anche un solo giorno in carcere. Il che è bello ma non proprio settato. Ve lo ricordate il padre della condotta opposta a quella a cui il Ddl Nordio vorrebbe mettere freno? Esatto, Tonino Di Pietro.

Bèh, lui avrebbe detto in questo caso: “Che c’azzecca?”.

Sul pezzo ma non troppo.

GIANLUCA QUADRINI

Gianluca Quadrini

Stare dalla parte dello sconfitto è esercizio che in Italia viene applicato con parsimonia e riservatezza. A queste latitudini lo sport nazionale è il soccorso al vincitore. E l’onore delle armi quasi mai viene concesso. Per questo è ammirevole la discesa in campo fatta dal consigliere provinciale Gianluca Quadrini. L’esponente di Forza Italia si è schierato al fianco del sottosegretario alla Cultura fresco di dimissioni Vittorio Sgarbi.

Ha solidarizzato, esprimendo «piena e personale solidarietà nei confronti dell’onorevole Vittorio Sgarbi nella sua veste di sottosegretario, dove, a mio avviso, era la migliore persona dal punto di vista professionale, che poteva ricoprire quel ruolo, viste le capacità di critico d’arte e cultore della Storia e della Cultura che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare».

Per Quadrini le dimissioni di Sgarbi rappresentano una perdita per il Paese ed «è importante che si valutino attentamente le competenze e l’esperienza dei Ministri, affinché siano valore aggiunto per la valorizzazione e la divulgazione della nostra cultura. Il mio augurio è che presto, Sgarbi, possa continuare a ricoprire un ruolo adeguato alla sua professionalità e dedizione».

Non fa una piega. Se non fosse che appena un anno fa Quadrini era l’avversario dichiarato di Vittorio Sgarbi nelle elezioni Comunali di Arpino, vinte dall’allora Sottosegretario.

Se tutte queste doti aveva, poteva allora stringere un’alleanza con lui già in chiave comunale. Detto adesso, sembra quasi un tentativo di acquistarne la benevolenza. In vista delle prossime tappe politiche ed elettorali. Dove l’appoggio di Sgarbi non fa mai male. È esattamente quello che avevano pensato gli avversari di un anno fa, contro i quali Quadrini era schierato.

Folgorato sulla via di Arpino