Top e Flop, i protagonisti di giovedì 8 febbraio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 8 febbraio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 8 febbraio 2024.

TOP

MARIA MODAFFARI

Poche settimane fa è stata nominata Coordinatore Provinciale di Reggio Calabria della Confederazione ConfAgrItaly, ma Maria Modaffari ha anche un altro incarico che rimanda a Fratelli d’Italia, molto più direttamente. La giovane imprenditrice è uno dei membri del comitato dei Probi Viri del partito guidato da Arianna (Giorgia) Meloni. E simboleggia quindi idealmente tutti i suoi colleghi “valutatori” che si sono ritrovati sul tavolo lo spinoso dossier Pozzolo.

Con la Modaffari sono impegnati nell’arduo compito anche Roberto De Chiara, Giuseppe Corona, Matteo Petrella, Filippo Milone ed Edoardo Burelli. Il caso è noto, e non più e non solo per la sua polpa di (presunto) merito. No, il caso Pozzolo si è via via caratterizzato per un altro tipo di natura.

Un rebus chiamato Pozzolo
(Foto via Imagoeconomica)

E’ composito, confuso ed è chiaramente un fascicolo da cui mancano fogli. Il deputato accusato (anche dalla magistratura) di aver avuto ruolo attivo nel famoso colpo di pistola esploso la notte dell’ultimo Capodanno addosso ad un congiunto della scorta di Andrea Delmastro non ammette nulla.

E da settimane continua a lasciar capire che la verità è un’altra. Il rischio a cui andavano incontro i Probi Viri era dunque quello di un giudizio sommario, politico e settato sull’esigenza di fare chiarezza. Magari con un capro, mezzo capro o comunque con una mannaia forse troppo speed.

Non di una valutazione serena su elementi oggettivi. Elementi che solo l’indagine ufficiale condotta dalle toghe potrà inserire nel novero di quelli da prendere quanto meno in considerazione. Che significa? Che la Commissione nazionale di disciplina e garanzia di Fratelli d’Italia ha fatto bene a non pronunciarsi ancora e ad ufficializzarlo.

Lo spiega AdnKronos: “Perché prima attenderà che si definiscano meglio i contorni di una vicenda giudiziaria che, ad oggi, appare ancora molto confusa”. Cosa hanno fatto sapere da Via della Scrofa? “Ci vorranno elementi più concreti che possono arrivare esclusivamente dalla Procura. Solo allora i probiviri, anche per rispetto nei confronti della magistratura che non può essere certo ‘scavalcata’, diranno la loro.

Pozzolo è stato audito da poco più di una settimana e continua a ribadire che lui si sente ancora effettivo al partito. E’ troppo sicuro, quindi o è sfacciato o ha una briscola. E i Probi Viri lo hanno fiutato.

Vai avanti te, toga.

PAOLO FANELLI

Paolo Fanelli

Gli elefanti bianchi non finiscono mai la cimitero. Perché non sono come gli altri, anche se hanno le stesse sembianze e come loro sono antichi e carichi di esperienza. Hanno qualcosa in più e di diverso. Come dimostra Paolo Fanelli, in pole per diventare assessore a Frosinone al posto di Fabio Tagliaferri andato a Roma per guidare la partecipata del Ministero della Cultura ALeS SpA.

Fanelli non è solo un ex sindaco di Frosinone. Ma è l’uomo che ha portato per la prima volta il centrodestra alla guida del capoluogo. Ed ha avuto una visione: esterna agli schemi, non convenzionale, con un modo di vedere alto. Che gli derivava dall’aria che ha respirato fin da bambino: figlio del senatore Augusto Fanelli, nella loro residenza di Frosinone sono passati tutti i big di una certa area politica della I Repubblica. (Leggi qui: L’urlo di Fanelli: “Non ci riporteranno nel passato”).

Pensare a lui per l’incarico da assessore è un segnale alla politica. Per dire che non bastano i voti per essere classe dirigente: ma occorre intelletto ed occorre esperienza. Occorre soprattutto equilibrio. Quello che non ha avuto il consigliere Sergio Crescenzi: successore naturale di Tagliaferri, ha fatto saltare i ponti che lo avrebbero portato dal Consiglio alla Giunta.

Lo ha fatto inondando la sua bacheca social di post velenosi verso il sindaco Riccardo Mastrangeli: accusato di avergli fatto mancare i voti con cui sarebbe diventato Consigliere provinciale. Impossibile diventare componente della squadra di chi hai bombardato fino alla sera prima.

Paolo Fanelli invece ha incarnato il profilo del politico capace di attraversare le epoche. Sindaco trent’anni fa, subì una congiura di palazzo che fece cadere la sua amministrazione; vent’anni fa incrociò le lame contro il giovane avvocato del centrosinistra Francesco Scalia per la presidenza della Provincia, non vinse ma tenne fede al suo mandato fino all’ultimo giorno. È tornato in politica due anni fa. Fratelli d’Italia lo ha acclamato presidente onorario del Partito a Frosinone.

Con la sua nomina, Sergio Crescenzi non potrà rammaricarsi più di tanto: è stato lui, in questi anni, il principale sostenitore dell’ex sindaco.

Gli elefanti bianchi non finiscono al cimitero.

FLOP

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: Alexandros Michailidis © Imagoeconomica)

Come gli Scorpions dopo la caduta del Muro di Berlino ma in versione polka. Matteo Salvini confeziona uno spottone sfacciato sulle Europee di giugno e lo fa con la maniglia dell’agricoltura. Dopo aver pubblicamente spiegato che sì, lui idealmente è “sul trattore” e dopo essersi strusciato alla categoria in tutte le guise possibili, Salvini esce allo scoperto.

Oddio, non che servisse farlo: è evidente che tutti (tutti, anche dall’opposizione) i leader politici in queste settimane stanno “compartimentando” il consenso a cui puntano alle Europee. Ma il leader della Lega, si sa, ama strafare. E nel farlo (anzi (strafarlo) cade in una delle sue solite e numerose contraddizioni.

In tempi non di utility aveva definito “cretini” coloro che attuavano blocchi stradali. Solo che all’epoca dare dei cretini agli attivisti ambientali era in perfetto asse con la linea politica. I blocchi di adesso invece per Salvini si sono trasformati in Crociata. E’ cambiata la categoria ed è cambiato il range di interesse, quindi i blocchi sono santi.

Poi il capitano ha snocciolato un elenco-fuffa. Non “fuffa” perché non abbia merito poderoso, ma solo perché disegna un cedimento dell’Ue-Ursula e dipinge lui come sparring ideale di quei successi. Questo per far capire che sì, i manifestanti ce l’hanno fatta, a far sentire la loro voce.

Retromarce o presa d’atto?

“Prime vittorie in Europa grazie alla straordinaria mobilitazione degli agricoltori con i loro trattori. Dietrofont della Commissione europea sull’utilizzo di fertilizzanti, esclusione dell’agricoltura nei target climatici”. Salvini continua in elenco: “Libertà di usare i propri campi senza ricatti sui sussidi. Ma se pensano che queste retromarce nascondano anni di sciagure ed eco-follie sinistre si sbagliano di grosso”.

Cioè, sono giusti ripensamenti o retromarce a danno fatto? Per il Capitano non ci sono dubbi. E vai giù di jingle pro Carroccio, tanto per non perdere colpi rispetto alle ruffianate di Fdi sul tema medesimo ed al nuovo focus di una altrettanto interessata Ursula von der Leyen. “Il vento del cambiamento del 9 giugno porterà aria pulita nei palazzi di Bruxelles”.

Già, “Wind of change”. Come gli Scorpions, ma molto meno rock. Semmai “pizzica”.

Sale sul trattore.

GIUSEPPE SEBASTIANELLI

I grandi attori sanno anche qual è il momento giusto per uscire dalla scena. Non cercano di occuparla oltre. Perché sanno che è il pubblico a decretare le loro fortune, non loro stessi. Giuseppe Sebastianelli è stato un protagonista sulla scena politica di Cassino. Anni fa. Decenni fa. Non un mattatore, nemmeno una controfigura.

Ora ha dato spessore al progetto delle Primarie con cui una parte del centrodestra intendeva individuare il candidato sindaco della città. Quel progetto si è arenato. Lo dicono i fatti. Perché il centrodestra ha già scelto il suo candidato sindaco. È l’avvocato Arturo Buongiovanni jr per il quale si sono già schierati Lega, Forza ItaliaUdcNoi Moderati. E con loro le civiche di Benedetto Leone, Massimiliano Mignanelli, Armando Russo e Salvatore Fontana. Mentre Fratelli d’Italia delibererà questa sera alle 20 la sua decisione. (Leggi qui: Fdi esce dall’angolo, Ruspandini tenta la sintesi a Cassino).

Sono i fatti a parlare. Sono le evidenze a dire che è inutile voler restare sul palcoscenico anche quando lo spettacolo è finito. L’ex Consigliere Giuseppe Sebastianelli ha detto che le Primarie intende affrontarle lo stesso. Ma rischia di dare vita ad uno spettacolo di terza serie: portando a votare in una competizione che ormai ha perso di prospettiva. Come per quegli attori al termine della carriera al solo fine di dare un minimo di riconoscimento al loro passato. E questo non è da lui.

Copione fuori misura.