Top e Flop, i protagonisti di sabato 13 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 13 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 13 aprile 2024.

TOP

MARIO ABBRUZZESE

Mario Abbruzzese con Francesco Storace

Fortissimo”: Francesco Storace ha appena finito l’intervista a Mario Abbruzzese in una delle sale dello Sheraton Hotel – Parco dei Principi a Roma. I riflettori sono ancora caldi e l’ex Governatore del Lazio scende dal palco. Ora è tornato alla sua prima passione, il giornalismo: conduce una trasmissione quotidiana di successo su Radio Rai con Luxuria ed è firma di punta sulle colonne di Libero.

Per un’ora Francesco Storace ha intervistato l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese: già questo è un segnale, Abbruzzese è ormai personaggio regionale e non sta più nello stretto recinto del collegio del Lazio Sud. Alle prossime elezioni Europee è tra i battistrada: è per questo che l’hanno chiamato allo Sheraton di Roma.

Mille persone ad ascoltare. Solo una parte arrivate dalla provincia di Frosinone. La sala è piena per assistere al Live Talk con Abbruzzese, Cinzia Bonfrisco e Laura Cartaginese. Non è una chiacchierata sul velluto, impossibile con Storace: mette tutti di fronte all’evidenza e ricorda i numeri in calo, gli elettori sempre meno appassionati, il numero dell’astensione sterminato e vicino a sfiorare la metà degli aventi diritto. “Come riportare le persone a votare?” domanda Storace.

La sala dello Sheraton

La risposta di Abbruzzese fa due centri con un tiro solo. Spiega come riportare la gente alle urne e demolisce la convinzione che Bruxelles sia lontana, gli elettori italiani siano tra i meno europei. Risponde che è sufficiente riscoprire l’Europa dei territori e dei popoli “perché il parlamentare europeo non è altro che un grande consigliere comunale. Mentre gli amministratori locali si rapportano con migliaia o milioni di cittadini. Noi ci confronteremo con 13.000.000 di persone. Il parlamentare europeo deve andare a Bruxelles per assistere i Sindaci, le imprese, le famiglie e i giovani“.

Storace mette sul piatto i dubbi di un Partito sovranista nei confronti del sistema Europa. Abbruzzese non cade nella trappola. E risponde che “Noi vogliamo un Europa diversa, inclusiva, solidale. E che persegua sempre e comunque la pace. Non vogliamo che i nostri figli mangino carni sintetiche o farine di grillo. Vogliamo che i nostri prodotti siano tutelati e valorizzati come gli agricoltori che li producano“. 

Il seguito è un fitto botta e risposta, serrato e spesso ruvido. Abbruzzese risponde. Sempre. Al punto che scendendo, al termine dell’intervista, Francesco Storace commenta: “Fortissimo”.

Visione continentale.

FELICE GRANISSO

Felice Granisso (Foto © Imagoeconomica)

L’ha definita una “giornata emozionante, al via il cantiere per la nuova fabbrica 5.0 di Napoli”, Felice Granisso. Lui è duro come la pietra negli intenti, e veloce. A dire il vero è maledettamente veloce nel fiutare le occasioni: per fare profitto e per creare lavoro.

Granisso è colui che prima ancora della definizione “official” delle Zes, le zone a fiscalità agevolata per le imprese, è sceso in campo per rilevare, convertire e salvare la ex Whirpool di Napoli. E con essa per mettere al sicuro i destini di chi ci lavorava. In queste ore stanno facendo il giro di web e mail accreditate i comunicati che danno menzione del primo, concreto passo avanti in questa metamorfosi che altri chiama riconversione.

E che qualcuno con figli a casa chiama salvezza. “Oggi è una giornata davvero emozionante. Con l’avvio del cantiere presso il sito ex Whirlpool di via Argine si apre una fase importantissima per la realizzazione della nuova fabbrica 5.0 di Napoli”. Si tratta della preannunciata Italian Green Factory. Cioè di una prova provata che si può, anzi, che si deve fare green ad ogni costo, non come opzione snob.

La grande sfida dell’ex Whirpool

Ed è definita una “operazione complessa che riguarda una superficie di 53mila metri quadri con la presenza di cinque corpi fabbrica. Di questi, quattro saranno completamente abbattuti, mentre la palazzina uffici verrà riqualificata. Felice Granisso è Ceo di Italian Green Factory e queste cose le ha dette “a margine dell’apertura del cantiere che ha visto il suo avvio a cura dell’azienda Ecoffice. E partendo dallo smantellamento delle pensiline fotovoltaiche e l’arrivo dei moduli per i servizi”.

Ma di cosa parliamo? Ricordiamolo. “Il progetto Italian Green Factory è una grande sfida: dal punto di vista industriale realizzerà il reshoring di produzioni strategiche nel campo delle rinnovabili. Ovvero inseguitori solari e trasformatori per power skid. Dal punto di vista ambientale sarà un punto di riferimento per la transizione energetica del Paese.

E “con la stessa fabbrica a rappresentare un esempio per l’autoproduzione di energia e la riqualificazione ambientale. Grazie alla rimozione dell’amianto e la piantumazione di alberi a cingere il perimetro dell’area”.

Granisso ha saputo mettere a regime e registro unico profitto, occupazione e Green Deal. E che in questo ambito sia stato una sorta di “Pietra miliare” del processo del futuro che è già presente gli va riconosciuto. Zes o non Zes.

Granito-Granisso.

FLOP

MATTEO RENZI

Matteo Renzi

E’ un praticone di grana finissima ed è pure un praticone in gamba. Uno cioè che senza corteggiare troppo le figure retoriche i suoi argomenti li sa comunque posare a terra con una indiscutibile verve sintattica e figurativa. Tuttavia c’è una cosa che ha sempre contraddistinto il Matteo Renzi di ogni campagna elettorale: l’iperbole alla greca. Di cosa parliamo? Di quella tendenza quasi irrinunciabile, nell’enunciare la solida ricetta politica di un centrismo moderato, a negare proprio quella medietas con toni quasi apocalittici. Della serie “o votate noi oppure qua si sentirà la tromba del Giudizio”.

Attenzione: è il caso di precisare subito che la situazione dell’Europa tal quale non è che sia così rosea. Ci sono guerre (sì, due, a contare la vulgata che vede Israele come quinta colonna non official dell’Occidente in un oceano islamico). Poi ci sono i problemi economici e le zoppie di normativa collegiale concreta. Tuttavia ed anche al netto di questo quadro fosco il lessico di Renzi per allamare elettori quadrati che scelgano Italia Viva e gli Stati Uniti d’Europa pare un po’ troppo “savonarolesco”.

Troppo Savonarola e poco pacato
Foto © Imagoeconomica

Lo dimostrano i suoi tweet: “Le elezioni dell’8 e 9 giugno segneranno il futuro dell’Europa. È in ballo il destino del vecchio continente in una stagione della storia che ha visto saltare ogni equilibrio geopolitico. E’ vero, ma messa così sembra che se vincessero “gli altri” o che se Iv non beccasse il dovuto rischiamo tutti l’Ade. “I conflitti dall’Ucraina alla Terrasanta, i massacri religiosi dalla Birmania alla Nigeria. Il futuro della democrazia dall’India agli Stati Uniti sono argomenti enormi e complessi. L’Europa oggi è irrilevante”.

Verissimo, ma questa logica iper-declinata dello scacchiere mondiale forse toglie un po’ di ossigeno a voti che comunque risentiranno anche delle genuine logiche nazionali. Il che magari a Renzi non conviene, contando che in Italia lui sta sul 3%. “Noi vogliamo rilanciare sulla politica e per questo abbiamo accolto la proposta di Più Europa per la lista ‘Stati Uniti d’Europa’. In un mondo che è diventato un incubo rilanciamo sul sogno di Ventotene. Andando oltre le singole ambizioni personali in nome di un progetto politico”.

Il mondo come tema chiave, ed esasperato

Bello ma logorroico e roboante: il mondo è da sempre un incubo, solo che lo è per chi è nato dalla parte sbagliata del mondo. E in chiosa: “Altri parlano di me, parlano di noi. Sono ossessionati dalla nostra vita, dalle nostre idee, dalle dichiarazioni dei redditi e dal giustizialismo”. Falso, nel senso che se in Italia c’è un politico che parla di sé fingendo di parlare d’altro o mettendo le due cosa a crasi quello è proprio Matteo Renzi.

Che però gioca a dimenticarselo, e soprattutto a farlo dimenticare a terzi. Nello specifico agli elettori, che però non sono proprio cretini e che magari lo sceglieranno anche se lui è fatto così.

Lui ama distinguersi più di quanto non ve ne sia bisogno.

Mosca bianca “pefforza”.