Top e Flop, i protagonisti di venerdì 16 febbraio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 16 febbraio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 16 febbraio 2024.

TOP

MATTEO RENZI

Matteo Renzi

Con la meravigliosa “indelicatezza” decantata da Quintiliano sulla satira Luca e Paolo quella cosa l’avevano aggiogata ad una metafora “ardita”. E nel farlo – questo durante Dimartedì – avevano tirato fuori la storia della “puzzetta in ascensore”. Quella cioè che chi l’ha mollata inavvertitamente poi è il primo che ne denuncia tra indignati proclami l’emissione.

Il riferimento ovviamente era alla protesta degli agricoltori ed al ruolo del Governo Meloni nella stessa. Ora, per carità di Dio, la licenza di satireggiare è una cosa che nessuno dovrebbe rifuggire, ma qui preferiamo come l’ha messa Matteo Renzi ieri. Tra l’altro dopo aver messo alle strette in Senato la politica dei trasporti made in Matteo Salvini. Cosa che ha ribadito in serata dalla Gruber, e con un Massimo Giannini che gli contestava di essere una mezza “stampella” dell’esecutivo.

Ciao Riformista, tocca pedalare per l’Ue
Matteo Renzi

Magari un filino più analitica di Luca e Paolo. E secondo un mood editoriale che però, al Riformista, lo vedrà cedere il testimone ad Alessandro Barbano da marzo: le Europee incombono e si vede.

“Giorgia Meloni comunica bene ma governa male”. Questo l’esordio del tweet. Poi la crono di come sono andate le cose in una faccenda su cui l’esecutivo in carica ha messo cappello, magari improvvidamente. “La vicenda dei trattori è un simbolo. Nel 2016 NOI abbassiamo le tasse agli agricoltori eliminando loro l’Irpef. Nel dicembre 2023 Meloni alza le tasse agli agricoltori reintroducendo l’Irpef agricola”.

Le tappe del percorso che ha portato i trattori sulle strade italiane proseguono ad opera del leader di Italia Viva. “A Gennaio 2024 i trattori scendono in piazza. A febbraio 2024 Meloni toglie parzialmente la tassa che lei stessa aveva messo. Poi l’espansione pubblicistica della cosa, con Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida a solidarizzare contro quei cattivoni… di Meloni e Lollobrigida. “Parte una campagna media e social incessante su quanto sia buono e sensibile il Governo. E gli agricoltori ringraziano la Premier.

La chiosa è ad effetto, come piacciono a Renzi. “È tutto bellissimo e allo stesso incredibile, no?”.

Se te crossi io poi vado di testa.

MAURIZIO CIANFROCCA

Maurizio Cianfrocca (Foto: Stefano Strani)

È una delle tradizioni che più di ogni altra dimostra il grande cuore dei napoletani. Dove la filantropia e la solidarietà si incontrano al bar e si uniscono in un’usanza che si perde nel tempo. A rivelarla fu lo scrittore Riccardo Pazzaglia nel suo libro Odore di Caffè: spiegava che spesso nascessero dispute su chi dovesse pagare la consumazione al bar e allora, affinché nessuno si offendesse, si finiva per lasciare sul banco più del dovuto; ciò che era in più veniva lasciato per ‘o suspiso cioè un caffè per chi non avesse avuto i soldi con cui pagarlo.

Ad Alatri hanno fatto tesoro del cuore immenso di una Napoli quasi scomparsa. Ed hanno dato vita ad una sorta di ‘visita suspisa‘. Cioè? Visite mediche ed analisi gratuite per i più bisognosi: a gestire i sospesi sarà la Banca delle visite. L’iniziativa è della omonima fondazione: il suo scopo è fare in modo che specialisti, ambulatori e laboratori, mettano a disposizione una parte del loro tempo e della loro professionalità per visitare famiglie che non hanno i soldi con cui affrontare quei consulti.

Gli indicatori hanno messo a nudo un’evidenza. Con l’inizio della crisi economica innescata dalla pandemia e dall’aumento delle tariffe energetiche, la prima cosa sulla quale gli italiani hanno risparmiato è stata la salute. Meno prevenzione, meno visite, meno medicine.

Con le visite sospese, Alatri mette in moto un meccanismo virtuoso, economicamente vantaggioso perché la prevenzione è decisiva. Ma soprattutto rimette in moto la solidarietà: il concetto di aiutarsi senza sapere che faccia abbia l’aiutato. Come nel ‘caffé sospeso‘.

Profumo di caffè e buon cuore.

FLOP

ANDREA CASU/ROBERTO MORASSUT

Roberto Morassut. Foto © Imagoeconomica / Stefano Carofei

Ce l’hanno messa tutta ma qualcuno a Roma ha deciso che Roma ne ha avuti abbastanza, di soldi. Su cosa e in che senso “Roma che decide su Roma?” Tutto nasce dal bisogno della Capitale di avere finanziamenti maggiorati per la mobilità pubblica, una necessità oggettiva in chiave Giubileo ma alla quale la Commissione Trasporti della Camera ha messo un freno deciso.

Lo spettro è quello della crisi economica e di aumenti sulle spalle degli utenti romani del trasporto pubblico ma tant’è: niente in più, così è stato deciso. A chiedere una nuova iniezione di fondi per la capitale una specifica risoluzione presentata dai deputati del Pd, Andrea Casu e Roberto Morassut.

I due si erano fatti portavoce di un’istanza “con la quale chiedevano, in sintesi milioni di euro in più per il trasporto pubblico locale romano”. Lo ha spiegato Roma Today. Il problema è che la città non ce la fa più a reggere con le sole sue forze il sistema del trasporti pubblico locale.

Aumenti in arrivo per i pendolari
Andrea Casu

E il problema due è che di questa carenza faranno le spese, in senso letterale, i pendolari “che potrebbero andare incontro ad un aumento dei costi dei biglietti”. C’è comunque un dato da rilevare, e Roma Today lo spiega molto bene. Lazio e Lombardia sono “le uniche due regioni in Italia che intervengono col loro bilancio per più del 50% sul settore trasporti, oltre a quanto le viene assegnato a livello nazionale come fondi per il Tpl”.

Ad incrementare quei fondi poi ci pensa, per Roma, la Pisana. Lo fa con circa “412 mln di euro con risorse proprie, di cui 240 mln vengono assegnati al Comune di Roma (non vincolati al fondo nazionale trasporti)”. In tutto si parla di un tesoretto da 720 milioni di euro all’anno.

In affidamento esso vale per due tranches distinte 470 mln stanziati da Roma Capitale e 240 milioni stanziati dalla Regione Lazio. Il guaio è che quei soldi non bastano e i due deputati hanno chiesto ai piani alti di intervenire. Ed i piani alti hanno detto di no, mettendo di fatto una diga ai sogni di renaissance di Roberto Gualtieri, compagno di partito dei due istanti alla Camera.

A quello ed alla speranza della coppia di dem di fare centro: per i pendolari e per il sindaco “di bandiera”.

Ticket salatissimo.