Tracce d’intelligenza nel voto dei ciociari. E i Partiti si allarmano

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STEFANO DI SCANNO per L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Pd con effetto spaccature a Cassino e Sora, al punto da far balenare un “problema Frosinone” per Matteo Renzi, al di là ed al di sopra del nodo-Napoli.

Del resto come giudicare un partito rimasto senza simbolo in due dei centri maggiori, per ottenere come risultato l’invisibilità? Roba da non crederci.

Forza Italia in grado di resistere a Cassino ed Alatri con 1400 e 1900 voti sul proprio logo, è sostanzialmente divisa in due dei tre centri che vanno al ballottaggio; la sinistra radicale è irrilevante ovunque e il MoVimento 5 Stelle che salva la bandiera in quel di Sora, grazie al costante lavoro ed alla serietà del suo rappresentante e nei due centri dove elegge i primi consiglieri comunali (Monte San Giovanni Campano e Casalattico).

Se a livello nazionale si disegna un’Italia tripartita tra centrosinistra, centrodestra e pentastellati, in provincia di Frosinone prevale la macedonia della trasversalità, mentre vengono premiati praticamente tutti i sindaci uscenti.

Uniche eccezioni Roccasecca, dove Sacco fa saltare l’improbabile successione della figlia del primo cittadino uscente Giorgio, pur baldanzosamente presentata dai vertici pidini (ma il miracolo del passaggio del testimone in stile ereditario riesce solamente a Castrocielo) e Supino, dove la singolare alleanza Foglietta-Torriero naufraga e lascia spazio all’oppositore Barletta, rischiando perfino di resuscitare Volponi.

Batosta per De Angelis e Buschini a Cassino dove Mosillo è rimasto escluso dal ballottaggio per una manciata di voti e – come detto – a Roccasecca, comune strategico per la gestione del ciclo dei rifiuti provinciale e dove Giorgio era in chiara rotta di collisione col presidente Saf Vicano.

Il quadro è frammentato ed il voto amministrativo dimostra come le logiche dominanti – quando si parla di comunali – siano ancora quelle delle clientele e delle parentele. Ma stavolta è sui sindaci e grazie al voto disgiunto che si trovano tracce, non del tutto marginali, delle preferenze dettate da libere opinioni: esempi evidenti sono quelli di Fabrizio Pintori che a Sora raccoglie mille voti più della lista dei Cinquestelle e di Tarcisio Tarquini che ad Alatri ottiene oltre 400 consensi personali.

Perdono terreno rispetto ai voti di lista i sindaci uscenti di Cassino, Alatri e Sora. Nei primi due centri, anche se di poco, Petrarcone e Morini non trainano più la coalizione ma restano qualche passo indietro. A Sora, invece, Tersigni prende addirittura mille voti in meno delle liste.

Qualcosa, insomma, sta cambiando. E forse, perfino ci sono tenui indizi incoraggianti. Perché il libero giudizio degli elettori è sempre il benvenuto.

Mai sottovalutare l’intelligenza collettiva.