Tutti al capezzale delle Zes: ma non tutti allo stesso modo

Fino all'ultimo respiro, prima che il paziente vada per sempre. Ora tutti corrono al capezzale delle Zes. Per recuperare le aree del Sud Lazio che sono state tagliate fuori. E rischiano il collasso. Ma non tutti sono nella stessa posizione politica. Come dimostra l'emendamento Mancini - Curti - Orfini. E la mozione Battisti - La Penna

In apparenza ora sono tutti intorno al capezzale del paziente. E si prodigano per salvarlo sfruttando anche gli ultimi respiri. Nei fatti non è così. Perché non può essere così. I lati del capezzale sono diversi e qualcuno è imparentato col dottore che avrà il compito di staccare il macchinario e decretare la morte. Il paziente è l’area con le province di Frosinone e Latina, la malattia si chiama crollo economico, la cura si chiama Zes. Proviamo a spiegarla meglio.

Tutti al capezzale delle Zes

Giorgia Meloni

Nelle prossime ore il Governo dovrà approvare il provvedimento che istituisce in Italia le Zone Economiche Speciali. Chi ha la sede lì potrà godere di forti sconti sulle tasse ed enormi agevolazioni con cui stimolare la ripartenza. Siccome gli imprenditori ciociari e pontini non sono tonti hanno già avviato la creazione di una sede secondaria in Campania, Molise o Abruzzo. Dove?

Sono le aree che stanno un passo più in la del confine con Ciociaria e Pontino. Se la legge sulle Zes dovesse diventare realtà potranno dire che loro lì già ci stavano da prima. Poi ci andranno per davvero e qui tanti saluti. Accadde già una volta: con la fine della Cassa per il Mezzogiorno e la nascita delle Zone Obiettivo 1 e Obiettivo 2. A decine sbullonarono gli impianti da Cassino e li misero a San Pietro Infine. Un passo oltre la frontiera.

Per la Ciociaria ed il Pontino è scattata l’esclusione sulla base di un elemento che tutti conoscono da tempo: i conti si fanno su base regionale. Ed i conti da fame del Sud Lazio vengono bilanciati con il frigorifero pieno di Roma. Pieno dei fondi per il Giubileo e l’Expo.

Quelli che chiedono di rivederle

Il primo a lanciare l’allarme fu il presidente di ConfimpreseItalia Guido D’Amico. Poi venne la nota del capogruppo leghista in Provincia Andrea Amata. In tv il deputato del carroccio Nicola Ottaviani su Teleuniverso ha fatto una coraggiosa scelta di realismo: “I margini per rivedere le Zes sono davvero ridotti. Più realistico è lavorare su degli ammortizzatori riservati alle zone di confine come sono Frosinone e Latina”. Fratelli d’Italia si è precipitata a sollecitare Governo e Regione Lazio, con l’onorevole Massimo Ruspandini ed il consigliere regionale Daniele Maura.

Il Partito Democratico si è mosso già dalla scorsa legislatura. C’era un intervento messo a punto dal deputato Claudio Mancini con il presidente del Consorzio Industriale del Lazio Francesco De Angelis. Proponeva di estendere i benefici alle aree ex Cassa per il Mezzogiorno: perché nulla è cambiato da quell’epoca.

I Dem oggi hanno lanciato la sfida alla Regione Lazio di Francesco Rocca, lo hanno fatto i consiglieri Sara Battisti e Salvatore La Penna con una mozione in Consiglio Regionale per “impegnare il Governatore a promuovere e avviare un’interlocuzione con il Governo Meloni al fine di lavorare all’estensione della Zona Economica Speciale alle Province di Frosinone e Latina, anche attraverso l’approvazione dell’emendamento depositato in commissione bilancio alla Camera presentato a firma Mancini-Curti-Orfini”.

Stesso capezzale ma posizioni diverse

Sara Battisti

Cosa chiede l’emendamento firmato dal deputato che viene da Picinisco ed il cui padre era uno dei funzionari storici del Pci ciociaro e laziale? Propone di “estendere la Zes Unica ai territori compresi nella ex Cassa per il Mezzogiorno, comprendendo quindi anche le Province di Frosinone e Latina”.

E proprio qui si comprende perché non tutti i lati del capezzale possano essere considerati uguali. Il Partito Democratico si lancerà con la baionetta tra i denti urlando che già da due anni chiede di rivedere i criteri di definizione delle aree Zes. Ma Fratelli d’Italia non potrà strepitare più di tanto di fronte ad una premier che risponderà con i conti alla mano e mettendo tutti di fronte al fatto che non ci sono i soldi. La Lega giocherà d’astuzia: la proposta Ottaviani non va contro il Governo, non chiede allargamenti (che altrimenti rischiano di diventare ingovernabili) ma ammortizzatori per le aree di confine.

La tesi Battisti – Mancini

Claudio Mancini

Il ragionamento sviluppato da Claudio Mancini con Francesco De Angelis e depositato con Matteo Orfini ed il marchigiano Augusto Curti si basa su un’evidenza. “Il decreto legge che istituisce, a partire dal 1° gennaio 2024, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – “ZES unica” comprende le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna ed esclude le province della nostra regione”. La esclude perché i numeri di Roma fanno sballare quelli delle province.

Ma c’è un elemento cruciale. “I poli industriali delle Province di Frosinone e Latina sono nevralgici per lo sviluppo industriale della Regione Lazio e per il centro Italia. E l’istituzione della “ZES unica” del Mezzogiorno rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo e crescita di un territorio che è contiguo alle Province di Frosinone e Latina. Che, però, allo stato attuale risultano escluse dalle agevolazioni e semplificazioni amministrative connesse alle Zes”.

Sul punto il senatore Claudio Mancini ha spiegato che “come già fatto nel 2020 con un emendamento a mia firma per il fondo per la deindustrializzazione, chiediamo che la Zes, ampliata a tutto il Meridione dal decreto, sia allargata a queste aree dato vi è una profonda omogeneità e contiguità economica tra i territori esclusi e il resto del Mezzogiorno. Speriamo che il governo accolga la proposta. Se si dovesse proseguire sulla strada tracciata dalla maggioranza, si perpetuerebbe una profonda ingiustizia e un danno alle province di Frosinone e Latina e ai comuni esclusi”.