Tutto ciò che ha un inizio ha una fine: pure da noi

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Da Matrix a Terzani, da Buddha a Lavoisier... perché tutto ciò che ha un inizio ha una fine

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Tutto ciò che ha un inizio ha una fine: concetto che è alla base di molte filosofie. Il cinema se n’è appropriato, rendendolo immortale con la citazione in Matrix Revolutions.

Il Buddismo ne ha fatto una delle sue pietre fondamentali: l’impermanenza, nulla rimane così com’è ma tutto è in costante cambiamento; è per questo quindi che non dobbiamo attaccarci alle cose.

Tiziano Terzani nella foto iconica di Vincenzo Cottinelli

Tiziano Terzani, immenso giornalista e viaggiatore, gli dedicò il suo ultimo libro: quello al quale, ormai alle prese con la battaglia finale contro il cancro, affidò le sue ultime riflessioni. Si intitolava: La mia fine è il mio inizio; Scrisse

sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. 

Aveva ragione. La dimostrazione è che ripetiamo sempre gli stessi errori.

Tutto ciò che ha un inizio ha una fine:  anche le scienze razionali in qualche modo hanno fatto propria questa convinzione. Lavoisier dimostrò che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Tutto ciò che ha un inizio ha una fine: oggi può iniziare a dirlo anche questo territorio. L’ultimo paziente covid ha lasciato l’ospedale di Cassino, il Santa Scolastica da qualche ora è Covid Free. Se continua così, tra poco toccherà a Frosinone.

Poi toccherà a noi fare in modo che dopo la fine non ci sia di nuovo uno stesso inizio, ripetendo sempre gli stessi errori, come diceva Terzani.

Senza Ricevuta di Ritorno.