Zeppieri vicepresidente: così è risorto

Arnaldo Zeppieri è vice presidente dei costruttori edili del Lazio. Il ritorno in prima linea. Dopo avere attraversato la grande crisi del comparto. Ed esserne uscito

Sulla cresta dell’onda. O, considerato il settore, sul tetto della categoria: Arnaldo Zeppieri è il vice presidente dei Costruttori Edili del Lazio. Torna alle quote dove si respira aria fina dopo anni complessi: nei quali ha dovuto affrontare due crisi sistemiche del settore edile. Per affrontarle ha messo da parte due passioni: la politica fatta dall’interno delle associazioni e l’editoria. Era presidente degli Industriali della provincia di Frosinone, presidente del Consorzio Industriale, punto di riferimento per la cooperativa che editava il quotidiano La Provincia. Per una decina di anni si è concentrato solo sull’edilizia.

Rebecchini presidente

Foto: Michael Gaida © Pixabay

È il vice di Nicolò Rebecchini eletto oggi nuovo presidente di Ance Lazio, l’Unione regionale dei costruttori edili: solo a Roma e Provincia rappresenta oltre 4500 imprese. Nel Lazio le imprese che operano nel settore costruzioni sono 43.197 (pari all’8,7% dell’offerta produttiva del settore a livello nazionale). Danno lavoro a 138.000 occupati (al 31 dicembre 2022).

Ad Arnaldo Zeppieri è andata anche la delega alle Opere Pubbliche. L’assemblea ha eletto vice presidente anche Pierantonio Palluzzi con delega all’Edilizia Privata e Andrea Belli tesoriere.

Classe 1963, Nicolò Rebecchini è ingegnere edile con laurea conseguita nel 1987 presso l’università La Sapienza di Roma ed è iscritto all’Ordine degli Ingegneri di Roma e provincia. Nel 1988 è entrato a far parte della società familiare la ‘Stile Costruzioni Edili S.p.A.‘ che, fin dalla costituzione nel 1962, svolge la propria attività nel settore dell’edilizia con particolare riferimento alla trasformazione e al recupero urbano. È stato presidente di Ance Roma-Acer dal 2017 al 2022. 

Arnaldo Zeppieri ha portato a livcelli internazionali la piccola impresa fondata dal padre Adolfo Zeppieri che nel 1953 cominciò con una ditta individuale. Realizza insediamenti commerciali, ospedali, palazzi, opere industriali e stradali.

La manovra finanziaria

Il Gruppo Zeppieri è uscito dalle secche della liquidità con la manovra avviata un anno fa. L’ha pilotata lo studio legale e tributario di EY con un team coordinato da Francesco Marotta. Insieme hanno condotto in porto la complessa operazione di concordato di uno dei più grandi gruppi laziali nel settore delle costruzioni.

Il piano si è basato su tre pilastri. Il primo è la continuità indiretta mediante affitto di ramo di azienda ad una NewCo partecipata al 100% dalla Gruppo Zeppieri e capitalizzata tramite conferimento di crediti della controllante. Tradotto: il gruppo edilizio è entrato in affanno per via dei ritardi accumulati nei pagamenti da molte pubbliche amministrazioni. Per opere di non poco conto: ospedali, viadotti, parcheggi multipiano. Ma comunque erano soldi da incassare. Ha finanziato con quei crediti esigibili la new company.

Poi al termine dell’esecuzione del piano è stata avviata la fusione inversa. Come è avvenuta quella che i commercialisti chiamano esdebitazione? Continuando a lavorare e senza l’assillo delle scadenze sono entrati nuovi capitali che si sono aggiunti ai vecchi conti che finalmente cominciavano ad essere saldati. In termini tecnici: l’esdebitazione è avvenuta in misura prevalente mediante i flussi rivenienti dalla continuità.

Primo caso del genere

Foto: Alberto Lo Bianco / Imagoeconomica

Nel mondo finanziario, la soluzione adottata un anno fa viene considerata il primo caso in cui la società affittuaria del ramo aziendale, partecipata al 100% dalla società proponente il concordato, è stata capitalizzata con i crediti di quest’ultima mettendo così a servizio della continuità i flussi rivenienti dagli stessi. In pratica: s’è pagata i debiti da sola usando i soldi che poco alla volta sono rientrati ed a causa del cui ritardo s’era creato l’affanno.

Al centro del piano c’è il rafforzamento della continuità dell’attività aziendale, cioè la possibilità di continuare a lavorare. In più c’è stato il flusso dei crediti conferiti nella NewCo: ha consentito il ripianamento degli oltre 70 milioni di passivo e il rilancio dell’attività del gruppo. Che nel Lazio sta ritornando a livelli del passato: quando fatturava oltre 100 milioni e contava oltre 500 dipendenti.