Zingaretti no, Ottaviani si: come cambiano le candidature

Due elementi maturati in queste ore hanno cambiato lo scenario delle candidature. Le nuove stime sui collegi blindati hanno allargato gli spazi nel Sud del Lazio. Torna prepotentemente al centro il nome di Ottaviani. Non sarà Zingaretti lo sfidante di Calenda. L'ipotesi della super lista

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Non sarà Nicola Zingaretti. L’avversario di Carlo Calenda nel collegio Roma Centro sarà un altro nome di primo piano. Forse esterno al Pd. Ma con certezza non sarà il Governatore del Lazio: il guanto di sfida lanciato ieri dall’ex ministro dello Sviluppo non è stato raccolto dal Nazareno. Dove invece hanno la testa concentrata sui numeri, sulle proporzioni, sui seggi che possono essere contesi.

Le indiscrezioni del pomeriggio ipotizzano anche che a sbarrare il passo a Calenda possa essere la leader radicale Emma Bonino. Anche su questo nessuno scommette un euro nel quartier generale Dem.

Nel centrodestra invece si fanno sempre più nitidi i contorni delle candidature. Grazie a due elementi. Il primo è la seconda elaborazione fatta dall’istituto Cattaneo: i seggi blindati per il centrodestra ora sono molti di più. Inoltre si concretizza l’intesa per riservare alle forze centriste 16 seggi. Che si divideranno Udc, Coraggio Italia, Noi con l’Italia e Italia al Centro.

Mentre nella Lega torna con prepotenza al centro della scena il nome del due volte sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.

I blindati? Non solo nel Lazio Sud

Foto: Andrea Panegrossi / Imagoeconomica

L’Istituto Carlo Cattaneo ha aggiornato le sue stime sulle prossime elezioni. La prima stesura individuava un ristretto nucleo di Collegi blindati per il centrodestra, tutti concentrati in Lombarda e nel Lazio Sud: Camera Frosinone, Camera Latina, Camera Terracina – Cassino, Senato Latina – Frosinone. Ora il quadro è diverso e moltio dei seggi sicuri sono stati promossi a blindati.

Cosa ha modificato la mappa? In questo nuovo scenario, Italia viva e Azione “non faranno parte della coalizione di centrosinistra. Secondo l’ipotesi attualmente più accreditata, potrebbero allearsi fra loro dando vita a una lista comune indipendente che ha chance di superare la soglia di sbarramento del 3% e dunque di accedere alla ripartizione dei seggi della quota proporzionale“.

In base ai nuovi calcoli, elaborati tenendo conto dei sondaggi più aggiornati, il centrodestra farebbe il pieno all’uninominale, sia al Senato che alla Camera. I seggi “blindati” per il centrosinistra si ridurrebbero a pochissime sezioni della Toscana e delle zone centrali delle grandi città.

La stima dei seggi prevede quindi, alla Camera 245 seggi al centrodestra (61%), 107 deputati al centrosinistra, 27 per il M5s, 16 per Azione-Iv, 5 agli altri.

Al Senato il centrodestra prenderebbe 127 seggi (63,5%), al centrosinistra 51 senatori, M5S 12, Azione-Iv 7, altri 3.

La soluzione al Centro

LORENZO CESA © SARA MINELLI / IMAGOECONOMICA

Uno scenario che ha agevolato l’accordo per il Centro. Prevede un simbolo unitario per le quattro componenti. Si sta già lavorando sulla grafica, superando così l’accordo tra Cesa e Brugnaro da una parte, Lupi e Toti dall’altra. Che dovrebbero quindi correre con un simbolo unico a rappresentare le quattro formazioni. Il precedente accordo, relativo ai seggi, ne prevedeva 11 da destinare alla componente centrista tranne l’Udc e Toti che si è aggiunto successivamente all’alleanza.

Sui seggi, fonti del tavolo, fanno sapere che potrebbero “essere anche qualcuno in più“. Mentre pare definitiva la scelta di correre sotto un simbolo unico per le quattro formazioni centriste.

I quattro posti dell’uninominale che verrebbero assegnati all’Udc, secondo quanto si sta discutendo al tavolo, non sarebbero più messi a disposizione da Forza Italia. Sarebbe Fratelli d’Italia a farsi carico dei posti. Quindi dovrebbero essere tolti dallo schema che prevedeva 98 seggi a Fratelli d’Italia, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia. Per Fdi a questo punto si scenderebbe a quota 93.

Resta ora da capire quali saranno i collegi assegnati ai centristi. Collegi che sono stati ‘classificati’ dall’alleanza secondo uno schema di contendibilità.

Un posto per Ottaviani

Claudio Durigon (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Le nuove stime dell’Istituto Cattaneo hanno creato uno scenario diverso nel Lazio. Ferma rimane la ripartizione dei Collegi tra Fratelli d’Italia (4), Lega (2) e Forza Italia (1) si ragiona adesso su alcuni piccoli aggiustamenti. (Leggi qui: Effetto Calenda, ecco gli aggiustamenti nei Collegi).

Il coordinatore regionale del carroccio Claudio Durigon stando ai rumors romani sarebbe riuscito a trovare una collocazione tranquilla per il sottosegretario Federico Freni ed una altrettanto blindata per il deputato Antonio Angelucci patron del gruppo Tosinvest Sanità.

In questo caso si riaprirebbe la partita per il due volte sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani che si candiderebbe nel collegio di Cassino – Terracina. A Fratelli d’Italia andrebbero i Collegi di Frosinone e Latina, città dove la volta scorsa venne eletta Giorgia Meloni.

Lo schema aggiornato ad oggi vede il Senato Frosinone – Cassino a Forza Italia (candidato il senatore uscente e coordinatore regionale Claudio Fazzone); Camera Frosinone e Camera Latina a Fratelli d’Italia (schierando i senatori uscenti Massimo Ruspandini e Nicola Calandrini, sempre che Giorgia Meloni non intenda ripresentarsi a Latina ma l cosa viene considerata poco probabile). Camera Terracina – Cassino alla Lega (in pole questa sera c’è l’ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani).

Nel Nord della Regione 2 collegi andrebbero a Fratelli d’Italia ed 1 alla Lega. Il Senato Rieti – Viterbo dovrebbe andare alla Lega (in pole l’ex sottosegretario e Coordinatore del Lazio Claudio Durigon) mentre a Fratelli d’Italia andrebbero i due collegi per Montecitorio: Viterbo e Rieti con il sud di Viterbo.

Manovre Pd

Michela Di Biase (Foto: Sara Minelli / Imagoeconomica)

Grandi manovre anche nel Lazio. Dove in molti invitano a guardare alle liste per il Parlamento per capire cosa accadrà alle prossime elezioni regionali.

Al Nazareno non intendono perdere tempo con le sfide proposte da Carlo Calenda. partono dal presupposto che farà l’alleanza con Matteo Renzi.

Una delle ipotesi sul tavolo oggi era quella di mettere in campo un listino plurinominale Camera di assoluto livello. Con al suo interni nomi come quello del Governatore Nicola Zingaretti, del consigliere regionale Michela De Biase, del deputato uscente Claudio Mancini, dell’ex ministro Marianna Madia, del Segretario del Pd romano Andrea Casu.

Al Senato, oltre a Monica Cirinnà, tra gli altri potrebbe correre Enrico Gasbarra che a quel punto rinuncerebbe alla candidatura da governatore del Lazio lasciando la corsa agli assessori Daniele Leodori ed Alessio D’Amato.