L’allarme di Formisano: «Così ci portano via il meglio»

Un intero asse della componentistica Automotive si sta dissolvendo. per andare in Nordafrica. C'è un disegno industriale preciso. Di fronte al quale il territorio non sta reagendo. L'allarme dell'economista che guida Bpc. Gli algoritmi che non significano solo guadagni ma anche servizi: dipende come li usi. Gli extraprofitti che alcuni hanno già deciso di tagliare ed investire sui territori. Gli Stati Generali come ultima grande risorsa. Purché si faccia subito.

Un pezzo alla volta. Nell’arco di due anni scarsi un intero settore industriale ha iniziato a lasciare l’Italia. La componentistica per l’Automotive, i pezzi con cui realizzare le automobili, hanno vissuto una fase di riassetto. È coincisa con la fusione tra Fca e Psa facendo nascere Stellantis: scenari differenti, strategie diverse.

Il caso più emblematico è quello dei semiassi con tecnologia powertrain prodotti fino ad un paio di anni fa dalla Gkn di Campi Bisenzio (Firenze); si producono ancora ma non più in Italia. E come loro hanno cambiato ‘culla’ la filiera dei cablaggi e loro accessori che ora nascono in Nordafrica, tra Tunisia e Marocco. In tempo di produzioni standardizzate la qualità è solo uno dei fattori: tempo, costi, tasse, costo dell’energia sono fattori che pesano allo stesso modo della qualità standard.

Significa che i pezzi li fai a Cassino non solo se li produci bene. Ma anche se li produci nei tempi e con i costi che vuole la casa madre. In più entrano in gioco fattori di geopolitica: Stellantis oggi pensa francese ed ha più interesse nazionale a lavorare nelle ex colonie che in Italia. Normale in un mondo globalizzato. Più normale ancora in un mondo nel quale l’Italia ha un peso molto relativo.

I flussi sul territorio

Foto: Andreas Liebschner © Imagoeconomica

Vincenzo Formisano è titolare della cattedra di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Ha la passione per l’analisi dei numeri economici. È vicepresidente nazionale di Assopopolari, l’associazione che riunisce 54 banche, 3793 sportelli, 6,5 milioni di clienti, 213 miliardi di attivo. E presiede Banca Popolare del Cassinate, principale istituto di credito nella provincia di Frosinone.

I numeri li ha visti arrivare. E pure i loro effetti. Con il think tank interno all’istituto ha messo a punto una strategia bancaria con la quale fronteggiare gli effetti del lockdown sul tessuto economico ciociaro. E poi una per reggere l’onda d’urto sulle industrie energivore, spiazzate dalla speculazione sul prezzo del gas. Ora vede un nuovo problema all’orizzonte che rischia di investire il territorio.

«Temo che in provincia di Frosinone non tutti abbiano consapevolezza di quanto sta accadendo nel manifatturiero. Stiamo perdendo tutta una filiera della componentistica Automotive: si sta trasferendo in Tunisia e Marocco dove c’è una enorme vitalità imprenditoriale. Fa parte di una strategia. Il manifatturiero legato all’Automotive è trainante: non possiamo pensare di sopravvivere facendo solo assemblaggio di auto».

Il problema non è il cambiamento

Il palazzo della Provincia di Frosinone (Foto © AG IchnusaPapers)

A preoccuparlo non è il cambiamento: fa parte dell’evoluzione delle cose. Da sempre qui abbiamo inventato altri prodotti e siamo rimasti sulla cresta della produttività. «Il problema reale è che non sento parlare di grande industria: è da lei deriva tutto il resto, sul piano nazionale e su quello locale come il nostro dove la principale voce del Pil e connessa alle produzioni Automotive. Mentre lo Stato francese interviene, il nostro territorio è dormiente».

L’unica a reagire è stata Unindustria: mettendo insieme tutti i produttori Cassinati e creando un contratto di filiera. Tutti insieme per diventare interlocutore unico di Stellantis e non rischiare di finire nella logica del divide ed impera. Cioè: discutere uno alla volta, in una posizione di maggiore inferiorità.

Gli Stati Generali convocati dal presidente della provincia di Frosinone vengono considerati un’opportunità. «Lo sono perché consentiranno di fare il punto sulla situazione industriale ed economica del territorio. Di far convergere tutti i numeri dei vari Uffici Studi delle organizzazioni presenti in Ciociaria e poter tracciare un comune denominatore. Fare una sintesi. Sotto questo aspetto condivido la necessità di concretezza che da queste colonne hanno già evidenziato il Segretario Generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli ed il presidente nazionale di Confimprese Italia Guido D’Amico. Occorre agire. Adesso».

La desertificazione del sistema

Clienti in banca © Bettolini / Imagoeconomica

Proprio Coppotelli nei giorni scorsi aveva portato come esempio il tema della desertificazione bancaria: tutto viene fatto attraverso gli algoritmi. Per il professor Formisano «L’informatizzazione deve essere uno strumento e non un punto di approdo. Sulla desertificazione bancaria da due anni conduco una battaglia per tutelare le piccole banche: attraverso modelli gestionali che siano adeguati ai tempi e le rendano competitive».

I risultati confermano che si può fare: Bpc ad esempio ha aperto le sedi di Alvito e Ponza, assumerà giovani «Anziché stressare gli utili abbiamo scelto di auto tassare gli extra profitti per destinare alla collettività quelle somme sotto forma di nuovo servizio. È socialmente utile anche se svolto in piazze dove può convenire di meno svolgerlo. Ma noi riteniamo che la funzione sociale debba avere un ruolo centrale, non necessariamente agganciato agli utili economici».

Nella visione del territorio di Bpc, diventa centrale un modello gestionale e comportamentale coerente con questi principi. Con un accesso al credito più facile, non abbassando l’asticella ma aiutando le imprese a costruire modelli di business vincente modulati sui tempi attuali.

Il freno della burocrazia

Vincenzo Formisano (AG © IchnusaPapers)

Per il professor Formisano l’iniziativa del presidente Luca Di Stefano è lungimirante. E non può prescindere da un riflessione sui tempi che in provincia di Frosinone vengono condizionati dalla burocrazia. «Il fattore tempo diventa una variabile rilevante: un’idea produce utili se viene realizzata subito. Non li produce quando ci sono arrivati pure gli altri».

Un altro tema dal quale gli Stati Generali non potranno prescindere.