Latina vs Frosinone: centomila a zero

Vent’anni fa la differenza tra i residenti era di appena settemila unità. Oggi ci sono centomila persone di differenza tra i due territori. È il segnale di una realtà che cresce. E di una che si sta ripiegando su se stessa

Lorenzo Mascolo

I numeri che parlano

Provincia di Latina: 491mila abitanti circa nel 2001, 567mila nel 2022. Provincia di Frosinone: 484mila abitanti circa nel 2001, 468mila nel 2022. I conti della serva parlano chiaro: negli ultimi vent’anni il territorio pontino è cresciuto in maniera costante. Al punto che ha dato alla Ciociaria qualcosa come 100mila residenti di distacco.

Come può essere accaduto? Sono state aperte nuove grandi industrie nell’Agro Pontino? Macché. Sono stati realizzati nuovi collegamenti stradali o ferroviari? Neanche. E allora? Proviamo a capire con l’unica risorsa che abbiamo: i numeri

I numeri che aiutano a capire

Foto: Martin Redlin / Pixabay

Partiamo da Latina città: il capoluogo, da solo, è cresciuto di almeno ventimila individui residenti in più, da 108 mila a 128 mila circa. Ma il trend positivo riguarda anche gli altri centri più popolosi della provincia. 

Ecco qualche numero realistico, sebbene approssimativo

  • Aprilia, da 56mila a 75mila circa;
  • Fondi, da 31mila a 40mila circa;
  • Terracina, da 36mila a 46mila circa;
  • Cisterna di Latina, da 32mila a 36 mila circa;
  • Sermoneta, da 6.500 a 10mila circa;
  • Sabaudia, da 16mila a 19mila circa;
  • Pontinia, da 13mila a 15mila circa;
  • Formia, da 35mila a 37mila circa;
  • Itri, da 8.500 a 10.500;
  • Minturno, da 18 mila a 20mila circa
  • San Felice Circeo, da 8mila a 10mila circa

Se facciamo banalmente la somma dei numeri, troviamo in queste undici città gran parte dei 76mila abitanti in più registrati in provincia di Latina dal 2001 al 2022. I restanti si sono stabiliti in comuni più piccoli intorno al capoluogo. 

L’unica in controtendenza è stata Gaeta, passata da 21mila a 19.500 residenti dal 2001 al 2022. Altre eccezioni possiamo trovarle nei comuni più piccoli (Prossedi, Bassiano, Roccasecca dei Volsci, ecc.), dove il calo di popolazione ha rispecchiato il trend nazionale. 

Gaeta, tuttavia, fa parte di una conurbazione comprendente i menzionati Comuni di Itri, Formia e Minturno che hanno fatto registrare numeri in crescita e quindi ristabilito l’equilibrio. Nelle cittadine del Golfo l’incremento è stato molto meno rilevante rispetto ai centri intorno a Latina. Tutto al netto delle decine di migliaia di turisti che vi trascorrono le vacanze estive.

Come mai questa differenza

Bisognerebbe studiare attentamente il tessuto economico per giungere a conclusioni verosimili. Un aspetto rilevante potrebbe essere quello della lontananza da Latina (per mancanza di collegamenti veloci) e quindi del decentramento del Sud Pontino: arrivare nelle zone del Golfo o spostarsi da esse con il traffico automobilistico odierno, difatti, non è agevole. Essendo ottimisti, serve un’ora abbondante per arrivare a Latina, più di un’ora e mezza per Napoli e due ore per Roma. 

C’è poi un altro parametro da considerare e riguarda, di riflesso, anche la provincia di Frosinone. Ma prima di introdurlo, serve un elenco numerico sul trend demografico dei principali comuni ciociari, come già scritto per la provincia pontina. 

Ecco un’approssimazione del numero di residenti dal 2001 al 2022:

  • Frosinone, da 49mila a 43,5mila circa;
  • Cassino, da 33mila a 35mila circa;
  • Sora, da 26mila a 24,5mila circa;
  • Alatri, da 27mila a 28mila circa;
  • Anagni, da 19.5mila a 20.5mila circa;
  • Ceccano, stabilmente a 22mila circa;
  • Ferentino, stabilmente a 20.5mila circa;
  • Veroli, stabilmente a 19.5mila circa;
  • Isola del Liri, da 12mila a 10,5mila circa;
  • Pontecorvo, da 13mila a 12.5mila circa;
  • Monte San Giovanni Campano, da 12,5mila a 12mila circa.

Analizzando i dati dal punto di vista “politico” si direbbe che è tutto a posto, perché, a parte Frosinone, i Comuni della provincia hanno numeri pressappoco in linea con l’inizio del secolo. Anzi, qualcuno è pure cresciuto. Guardando gli stessi numeri “oggettivamente”, invece, si evince immediatamente che ci troviamo dinanzi a un trend di crescita zero, che diventa negativo se andiamo a leggere anche i numeri delle decine di piccoli Comuni della stessa provincia di Frosinone, quasi tutti in fase di spopolamento. 

Il nocciolo del problema

Ed proprio lì il nocciolo del problema, alias secondo parametro.

In altre parole: la provincia di Latina si sviluppa su una superficie di 2.256 kmq, contro i 3.247 di quella frusinate. I Comuni sono appena 33 contro i nostri 91. Il Comune di Latina è vasto la bellezza di 277 kmq contro i soli 47 kmq di Frosinone. Parliamo pertanto di un capoluogo sei volte più esteso di quello ciociaro. Se immaginassimo di comporre una superficie del genere con Frosinone stessa, più Ceccano, Alatri e Ferentino, cioè i centri già sostanzialmente “fusi” con Frosinone, avremmo come risultato una conurbazione della stessa dimensione e con gli stessi abitanti di Latina.

Del resto, il capoluogo pontino è anch’esso la sintesi di grandi porzioni abitate intorno al centro principale: Borgo Vodice, Borgo Hermada, Borgo Sabotino, Latina Scalo, ecc. Nelle immediate adiacenze del centro di Frosinone, invece, ci sono altri Comuni.

Ecco, dunque, che tornano subito in mente idee di qualche anno fa come “Grande Capoluogo” oppure “Lirinia” (la fusione dei Comuni intorno a Sora ed Isola del Liri). Progetti di accorpamento molto ambiziosi ma, nel contempo, difficili da realizzare. Fondere tanti piccoli comuni della provincia sarebbe più facile, ma in tal caso la questione si sposterebbe inevitabilmente sui campanili e a quel punto apriti cielo. 

La Ciociaria invecchia

Foto © Stefano Strani

Una cosa è certa: la provincia di Frosinone invecchia e muore, lo dicono i numeri, anche quelli riguardanti l’età media delle persone. Vent’anni fa la fascia di età più presente era quella dai trenta ai quarant’anni, mentre oggi è quella dai cinquanta ai sessant’anni.

Nel 2023, tanto per rendere l’idea, la provincia di Latina è salita a 566mila abitanti, mentre quella di Frosinone è scesa a 464mila. Non c’è ricambio, non c’è gioventù. E senza gioventù non c’è futuro.

Cosa accadrà se il trend non verrà invertito o quantomeno calmierato? Le case continueranno a svuotarsi, i negozi idem. Le scuole verranno prima accorpate e poi soppresse, i servizi lo stesso. Non è terrorismo mediatico, sono solo numeri: 1+1 non fa 3. 

Si parla di tanto campanile, appartenenza e tradizioni diverse. Tutte belle cose che messe insieme non fanno una sola mollica di pane da porgere a quei figli che non conoscono più né i dialetti né i luoghi del proprio paese, ma sono cittadini del mondo fin dall’infanzia grazie alla rete. Ne vale la pena? Assolutamente no. Serve coraggio, per fare grandi passi in avanti e cambiamenti epocali. Solo così si può dare speranza al territorio. Ridiscutere tutto, confini compresi, per rendere più forti le 464mila persone rimaste, convincerle a restare distruggendo il principio del divide et impera, i cui effetti sono stati nefasti. 

Foto: Andrea Giannetti © Imagoeconomica

Frosinone gode del passaggio dell’autostrada, della ferrovia Roma-Napoli, di una posizione palesemente più felice. È ora di sfruttare questi vantaggi.

E Latina? Deve diventare un’opportunità. Come? Prolungando la Sora-Ferentino fino all’Appia, appena 30 km di strada con traforo sotto i Monti Lepini. I 130mila abitanti del capoluogo pontino sarebbero in autostrada con venti minuti, a Frosinone in mezz’ora secca, a Sora e nel Parco nazionale in meno di un’ora, e anche la costa abruzzese sarebbe accessibile in tempi ragionevoli. A quel punto, la fermata della Tav a Ferentino avrebbe più senso. 

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