L’Europa, Santa Fregna e la politica onanista

Il giorno di Santa Fregna, secondo la tradizione Sant'Elena Flavia Giulia. Da un punto di vista profano la croce dell'uomo può essere identificata con il sesso femminile, il desiderio del quale spesso rimane insoddisfatto. E che c'entra la politica? Tanto. Soprattutto la sua deriva onanistica

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Se vivessimo in maniera saggia, i sette miliardi di persone nel mondo potrebbero avere tutto ciò di cui hanno bisogno. Il problema è che continuiamo a pensare come individui, o al massimo come Stati, e non come specie umana.

José Alberto ‘Pepe’ Mujica Cordano, ex presidente Uruguay

A Frosinone il 3 maggio si è festeggiata Santa Fregna. Nulla di straordinario qui, in queste terre, dove si era devoti a Giunone, alla fecondità generosa. Forse nel resto d’Europa saranno più devoti a Marte, a Creso ma qui, qui da noi siamo più carnali. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di giovedì 4 maggio 2023).

Santa Fregna però è santa che va pregata, coltivata, compresa richiede generosità. E qui, sulla generosità, c’è il nodo perché in politica regna l’onanismo, il bastardi, il non essere generosi ma pensare che il futuro non è creazione di diversi ma clonazione dei medesimi.

Qui da noi si candidano da decenni gli stessi che, piacendosi, si ricandidano. Non venerano la santa, ma fanno un altarino al loro piacere personale, senza le persone. Una politica che se il tre maggio chiedi “ma che festa è?” rispondono che loro sono immacolati e a maggio ci sono le ciliegie. Abbiamo perso il noi per un io che si basta ma non comunica, non prolifera.

LA SANTA FREGNA

Illuminante è la sintesi che traccia della festività Patrizia Carucci. Premette che “il 3 maggio, in diversi comuni della Ciociaria (Sora ,Alatri, Ferentino, Veroli, Boville Ernica) si festeggia Santa Fregna. È tradizione secolare, la festa fa notizia in tutta Italia e i cittadini corrono ad omaggiare la Santa. Il giorno è dedicato a Sant’Elena Flavia Giulia. Era la madre dell’Imperatore Costantino che ritrovò, secondo la tradizione cristiana all’inizio del IV sec.d.C., i resti della Croce Santa la cui reliquia è conservata nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma”.

Va bene Patrizia. Ma che c’entra la devota madre dell’eroico imperatore, con cotanta espressione di desiderio e trepidanza maschile? Lo spiega nel capoverso successivo. Illustrando che “Da un punto di vista profano la croce dell’uomo può essere identificata con il sesso femminile, il desiderio del quale spesso rimane insoddisfatto. Nella tradizione orale popolare perciò questo giorno è associato ad un evento lontano ed improbabile da cui il modo di dire che qualcosa accadrà chissà quando o forse mai… Ad esempio “quando nfregna l’arla”, oppure “nfregna lla luna” cioè un luogo irraggiungibile e ancora “va nfregna” cioè da nessuna parte”.

I CANONI BORGHESI

(Foto © Capra / Imagoeconomica)

Il ricordo è fuori dai canoni borghesi della “ricerca dell’utilità” ma sta nel primordiale greco del bisogno del piacere. L’Europa nasce per le merci, per i denari, non nasce per i piaceri, per sentire la carnalità di essere uomini. L’Europa fa un “tetto di spesa” non osa un infinito di scambio di piacere. Noi, in questo pezzo di Lazio a sud di Roma abbiamo ancora dentro gli anticorpi per pregare e vivere come sente l’umano e non come impone l’ambizione e il denaro. 

Ecco chi fa politica dovrebbe essere devoto a Santa Fregna accettando la sfida dell’altro e non coltivare Onan e il suo egoismo.