Il Pd riparte dai giovani: «Pronti alla sfida del Congresso»

I giovani del mondo progressista si riuniscono. E lanciano la loro sfida in vista del Congresso del Pd di Frosinone. Messo a punto un manifesto politico. Potrebbero schierare dei nomi. Mercoledì il Question Time: utile per tastare il polso alla maggioranza di centrodestra

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Cinquanta giovani ed una birra per far ripartire il Partito Democratico a Frosinone. Un po’ come accadde qualche anno fa: all’epoca i Giovani del Pd si riunirono e diedero il via al dibattito che portò nuova linfa in una Federazione stagnante come una palude e sfociò nel Congresso Provinciale. Nel quale venne eletto Segretario Luca Fantini.

Anche questa volta i protagonisti sono stati una cinquantina di giovani: ma non di Giovani Democratici bensì studenti, esponenti di associazioni, simpatizzanti, in larga maggioranza sui militanti. Si sono visti al Birracolo nel centro storico di Frosinone ed hanno dato vita ad un confronto. Su come sta il capoluogo, cosa non sta facendo il Partito Democratico, cosa occorrerebbe per rivitalizzare città e Partito.

La scossa dei giovani al Pd

Non è una riunione carbonara. Lo avevano detto a viva voce nei giorni scorsi: volevano un dibattito, chiedevano un confronto. Con loro la presidente provinciale del Partito Democratico Stefania Martini: è un po’ la chioccia di questo gruppo, ci si è dedicata con ancora più passione quando si è resa conto che non c’erano vitamine talmente potenti per rivitalizzare i grandi e portarli alla ricostituzione di un gruppo dirigente. Che raccogliesse i segnali dalla città trasformandoli in azione politica, facesse da raccordo con il Gruppo consiliare per trasformarli in iniziativa amministrativa. (Leggi qui: La scossa per rianimare il Pd arriva dai Giovani).

Ai giovani, di tutti questi sofismi interessa poco. Roba da Prima Repubblica che i Millennials faticano a comprendere. Vogliono agire e vogliono un Partito che faccia da catalizzatore. Lo dicono in maniera chiara ai ‘grandi‘ andati ad ascoltare. Al Birracolo c’è naturalmente Stefania Martini e c’è il capogruppo in Comune Angelo Pizzutelli (non si sono visti gli altri due Consiglieri, né Fabrizio Cristofari né Norberto Venturi). C’è il Segretario provinciale Luca Fantini e c’è il Provinciale dei Giovani Massimiliano Iula. Ad ascoltare c’è il consigliere regionale Sara Battisti e c’è soprattutto il presidente del Partito Democratico del Lazio Francesco De Angelis.

Il manifesto

Coordina l’iniziativa Alessandro Marino, con lui ha lavorato ad organizzare l’appuntamento Elsa De Angelis. Intervengono, i ragazzi. Hanno voglia di parlare. Di dire e di farsi sentire. Cosa vogliono? Innanzitutto cosa ‘non‘ vogliono: una Frosinone dormitorio ma un capoluogo che scommetta sulla sua capacità di aggregazione. All’amministrazione comunale rimproverano di avere dimenticato il tema della stazione ferroviaria ad Alta Velocità e di tutta la mobilità che ci si poteva costruire intorno. Nessuna notizia – evidenziano – nemmeno ora che le destre governano tutta la filiera: dal Comune di Frosinone alla Regione Lazio al Paese.

Chiedono sicurezza, i ragazzi. Hanno visto gente spararsi in pieno centro di sabato sera a Frosinone, gente che si ammazza e si accoltella allo Scalo che è diventato quasi terra di nessuno. Spiegano che per loro non basta la presenza di un ministro se poi non c’è un piano del Comune per integrare, motivare, staccare decine di migranti dalle bottiglie di birra diventate il loro scoglio al quale aggrapparsi ogni sera. Vogliono una città a misura di studente, che offra opportunità, sia inclusiva. Nelle idee e nel modo di pensare. “Noi siamo diversi da queste destre” è il segnale che più volte fa da collante.

Ne nasce così un manifesto di intenti, con una sfumatura politica grande. Marco Tallini e poi tutti gli altri dicono al Pd che se si sente stanco loro ci sono. È quel mettersi a disposizione della comunità ad innescare la scintilla. Significa che i giovani raccolgono la sfida per il Congresso che verrà chiamato da Stefania Martini a ricostruire i quadri dirigenti del Partito Democratico di Frosinone.

Il rimpasto dimenticato

Foto © Stefano Strani

Fuori dal Birracolo, a poche centinaia di metri, mercoledì si riunirà il Consiglio comunale. Del che, in apparenza, interessa a pochi. Perché? La premessa è doverosa, tutti i Partiti presenti in Consiglio nel capoluogo sono totalmente assorbiti dalla campagna elettorale per le Europee. Il cui risultato potrebbe determinare effetti rilevanti sia a livello regionale che comunale.

Per questo nessuno si aspetti iniziative clamorose nella seduta d’Aula prevista per le ore 18.30 nel tradizionale appuntamento dedicato al question time, ovverosia le interrogazioni rivolte dai Consiglieri comunali al sindaco e alla Giunta. Tuttavia dai presenti (dagli assenti), dai contenuti delle interrogazioni e soprattutto formulate da chi, sarà possibile rilevare il sentiment che aleggia, sia in maggioranza che nell’opposizione.

Innanzitutto un dato oggettivo. La verifica urgentissima politico / programmatica sollecitata da tempo da alcuni consiglieri comunali del centrodestra è stata congelata dal sindaco Riccardo Mastrangeli. Sine die. Probabilmente si farà ma non prima delle Europee e quando lo deciderà il primo cittadino. Ha voluto dettare lui i tempi come ulteriore segnale di forza, dopo i 22 voti favorevoli (intera maggioranza) al Bilancio di previsione. E nessuno dei cosiddetti “malpancisti” ha potuto dire o fare qualcosa per forzare la mano.

Resta solo il Question

Riccardo Mastrangeli

Tutti sono assolutamente consapevoli che non ci sono né la volontà né le condizioni tantomeno motivazioni sostenibili per determinare la fine anticipata della consiliatura. Questo è certamente un punto di forza per il sindaco e al contrario di debolezza per eventuali sabotatori in maggioranza. Tenuto anche conto della frammentazione delle opposizioni e della loro impalpabilità politica è impossibile per i malpancisti pensare di fare sponda con il centrosinistra. Questi i punti fermi.

Per provare a creare qualche prurito al sindaco ed alla Giunta dunque resta il question time di mercoledì. Dove sicuramente i consiglieri comunali di minoranza cercheranno di pungere ma ancora una volta lo faranno singolarmente e mai in forma collegiale. Non sono però da escludere interrogazioni anche da qualche consigliere di maggioranza, così come accaduto in ogni Consiglio comunale nel recente passato. Anzi, proprio da lì sono arrivati i quesiti più compolessi.. E talvolta imbarazzanti.

Tanto per far capire lo stato d’animo politico e che per loro la verifica è stata solo sospesa. Non definitivamente archiviata. Alla prossima puntata.