La lezione che i politici rimuovono

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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CORRADO TRENTO per L’INFILTRATO SPECIALE

Ha ragione Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro influente del direttorio dei Cinque Stelle quando dice di temere che per tutta l’estate gli italiani saranno costretti ad ascoltare il dibattito sulla legge elettorale, della quale non importa nulla a nessuno.

Ma la legge elettorale dovrebbe servire a dare stabilità al Paese oppure a cercare di determinare le condizioni affinché sia più facile vincere per Tizio piuttosto che per Caio?

Eppure, anche la recente storia politica italiana dimostra che spesso la legge elettorale si rivela un boomerang per chi l’aveva immaginata in un modo. E’ il caso del Porcellum, definizione coniata dopo una sincera e disarmante analisi del leghista Calderoli.

Le recenti amministrative hanno detto molte cose. Intanto l’affluenza continua a scendere anche in competizioni, quelle per l’elezione del sindaco, vicinissime alla base. Poi le vittorie dei Cinque Stelle a Roma e a Torino andrebbero studiate (sì, studiate) anche sotto una prospettiva diversa. Laddove i partiti tradizionali fanno a gara per presentare quante più liste possibili (di partito e civiche), i Cinque Stelle si presentano con una sola lista. Laddove i movimenti tradizionali candidano persone note e affermate, i Cinque Stelle si affidano a semisconosciuti. Laddove, e questo succede soprattutto ai ballottaggi, la politica “classica” sfinisce sé stessa nella ricerca di accordi, intese o semplici patti di desistenza, i Cinque Stelle non fanno alleanze e intercettano in ogni caso i voti di chi al primo turno aveva scelto altri.

Poi, per carità, ognuno può continuare a dire che nel computo globale il Pd è comunque primo per numero di Comuni (ci mancherebbe altro), che il centrodestra laddove è unito riesce a vincere (ma si tratta ormai di eccezioni e non della regola).

Il fatto è che alla gente non interessa più la politica intesa nei suoi riti inutili, lunghi, sterili, autoreferenziali. La legge elettorale non rimette in moto il Paese. Servono stabilità e progetti.

Ma qualcuno ricorda i numeri “bulgari” che aveva il Governo Berlusconi dopo la tornata elettorale? Qualcuno fa mente locale sulle maggioranze delle quali usufruisce Matteo Renzi?

Le ultime elezioni amministrative in qualche caso hanno pure dimostrato che governare bene non basta. Il Paese chiede poche cose: legalità, trasparenza, amministrazione quotidiana, risposte ai bisogni del lavoro e della sicurezza.

La legge elettorale serve solo a… guadagnare tempo.