L’intervista – Franco Fiorito: “Finora ho pagato solo io…”

ALBERTO DI MAJO per IL TEMPO

Franco Fiorito, il sindaco Marino è caduto sui rimborsi. Ma allora i politici non cambiano mai. Eppure sono passati soltanto tre anni dallo scandalo che l’ha travolta alla Regione Lazio.

«Adesso è anche peggio di prima perché i rimborsi sono diventati un’arma politica da utilizzare per far dimettere qualcuno».

 

 

Dice che hanno usato gli scontrini di Marino per mandarlo a casa?

«Dico che sperperare soldi pubblici per cene e altre cose è sbagliato ma è meno grave di non far funzionare aziende come l’Atac o l’Ama. In questo caso i danni sono molto più rilevanti. Eppure la questione “scontrini” attecchisce sempre sull’opinione pubblica, colpisce nel segno e, dunque, viene sempre cavalcata».

 

 

Ma le sembra possibile che un sindaco falsifichi i rimborsi tirando in ballo persone o associazioni che possono smentirlo facilmente?

«Allora la dico tutta: gli scontrini li avrà pure taroccati lui, lo verificherà la magistratura, ma più di qualcuno sapeva».

 

 

È stato sorpreso dalle ultime inchieste che hanno sconvolto la Capitale?

«No. È evidente che il malaffare è continuato anche dopo la mia vicenda. Né la Regione né il Comune hanno diminuito rimborsi e fondi pubblici per i politici».

 

 

Quindi lei sta pagando per tutti?

«Proprio così. Hanno inveito contro di me per proteggere il loro orticello».

 

 

Cosa l’ha sorpresa di più del caso Marino?

«Sono rimasto senza parole quando ho ascoltato il video in cui Marino diceva che regalava 20 mila euro (le sue spese di rappresentanza) ai romani. Regalati? Semmai li ha restituiti, visto che quei soldi sono sempre stati dei romani. Aveva pure il tono del paladino della giustizia».

 

 

La sente come una rivincita?

«No, è la conferma di come vanno le cose in politica. Parliamo del Campidoglio ma anche la Regione non vive certo un momento brillante, con le gare d’appalto sotto la lente della magistratura e con la vicenda di Venafro. Ma c’è una differenza: il sindaco Marino è andato spesso in tv a rivendicare la sua onestà, il governatore Zingaretti, invece, tace e si sincera di avere al suo fianco il partito».

 

 

Il Pd ha condannato Marino?

«Lo ha tollerato fin dalle primarie pensando di poterlo gestire, poi è diventato un problema».

 

 

Com’è possibile che il sindaco sia caduto sugli scontrini e non su Mafia Capitale con due ondate di arresti a destra ma anche a sinistra?

«Non poteva cadere su Mafia Capitale, sarebbe stata una vergogna per Roma in tutto il mondo, il Pd non l’ha permesso ed è andato avanti. Poi quando s’è presentata la storia degli scontrini…».

 

 

Era l’occasione giusta?

«Così i contraccolpi sono stati soltanto, o per la maggior parte, per Marino».

 

 

L’ex chirurgo ha sottovalutato il Pd?

«Il sindaco di Roma, come anche il governatore del Lazio, sono talmente in vista che hanno bisogno di una grande forza, politica e personale, per reggere. In caso contrario sono spazzati via. Marino non è stato un leader e non poteva certo contare su un esercito agguerrito».

 

 

Perché governare è diventato così difficile?

«Perché ormai tutto è ridotto all’immagine. E Marino ha fatto l’errore di concentrarsi soltanto su questa. Se avesse puntato sulla pulizia delle strade, sui mezzi pubblici, sui servizi per i cittadini sarebbe stato molto più difficile farlo cadere. Invece ha fondato le sue battaglie sull’immagine e così si è condannato a una debolezza inevitabile».

 

 

La fine di Marino riabilita Alemanno?

«No, anzi, lo rende più colpevole. Pensare che Alemanno sia stato sconfitto da un personaggio del genere è ancora più umiliante per lui e per il centrodestra».

 

 

Ma poi Marino si dimettrerà davvero o tra venti giorni, come prevede la legge, ci ripenserà?

«Io credo che tra venti giorni tornerà. Per mandarlo a casa ci vorrà la sfiducia».

 

 

Se invece si andasse alle elezioni anticipate che succederà a destra?

«Intanto bisogna vedere come sarà il centrodestra perché sono convinto che se il centrosinistra offrirà il candidato sindaco a Ncd, Alfano e company si schiereranno con il Pd. A quel punto il centrodestra potrebbe puntare su Tajani o Marchini».

 

 

E la Meloni?

«Nemmeno per la Circoscrizione».

 

 

I grillini?

«Potrebbero pure vincere se gli schieramenti avversari non si presenteranno a ranghi compatti».

 

 

Cosa direbbe a Marino?

«Di lasciare tutto e di proporsi come protagonista per la serie tv “The Walking Dead”. Sarebbe perfetto».

Alberto Di Majo