I misteri dei premi ai dirigenti pagati con la bolletta dell’acqua

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CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Arrivano anche gli incentivi per il lavoro fatto dai vertici della Segreteria tecnico operativa dell’Ato5. E benché i dati dovrebbero essere pubblici, come obbliga la normativa sulla trasparenza e sull’anticorruzione, all’Ambito territoriale ottimale fanno di tutto per tenere la cosa in sordina.

La determina dirigenziale n°36 dello scorso 07 giugno che si occupa della questione viene pubblicata sul sito online dell’Ato5, solo per oggetto e, tra l’altro, con una dicitura che pure Nostradamus avrebbe faticato a comprendere: “Segreteria Tecnico Operativa (S.T.O.) dell’A.A.T.O. n. 5 – Art. 12 C.C.N.L. Dirigenza C.I.S.P.E.L. – ”. Cioè?

L’art. 12 citato si occupa della ‘Retribuzione variabile incentivante’, quella parte dello stipendio del dirigente che dovrebbe essere attribuita solo al raggiungimento di alcuni obiettivi prefissati. Ma in questo caso non è dato sapere come sia andata, perché l’atto resta ‘segreto’.

Ma il compenso dei dirigenti non è tra quelle voci che dovrebbero obbligatoriamente essere rese pubbliche? E le determine dirigenziali – visto che non è pubblicata nemmeno una se non per il solo oggetto (sic!) – non sono tra gli atti che la legge vuole debbano essere affissi all’albo per la necessaria pubblicità? E qualora tali determine prevedano la corresponsione di somme a terzi soggetti, la loro mancata corretta pubblicazione non rende nullo ogni versamento o pagamento? L’Anac ci soccorra. Ma anche dall’Ato e dalla Provincia potrebbero aiutarci a fare chiarezza.

Anche perché i costi di funzionamento dell’Ato5 e quindi essenzialmente della Sto, contribuiscono a gonfiare le bollette, visto che rientrano in quel canone concessorio che Acea versa all’Ambito dopo averne inserito l’importo nel computo delle tariffe idriche. Cioè – se non fosse ancora chiaro – quei soldi li cacciano fuori gli utenti del servizio idrico. Dunque?

E la curiosità di quanto costi il funzionamento della Sto dell’Ato5 di Frosinone non è solo un nostro ghiribizzo, perché la stessa domanda l’ha posta formalmente anche l’Autorità di vigilanza del settore idrico, l’Aeegsi, che con la delibera di approvazione delle tariffe definitive per il periodo 2012-2015, ha anche evidenziato alcune incongruenze nei numeri forniti proprio sui costi della Sto, tanto da esigere una relazione dettagliata e scritta sulle spese sostenute dalla segreteria tecnica, relativamente alle annualità 2014-2015, dato che le somme indicate dalla Sto e quelle messe in bilancio da Acea stridevano tra loro. Dalla Sto avrebbero dovuto già rispondere, ma non è dato sapere che cosa.

E meno ancora si comprende quali obiettivi la Segreteria tecnico operativa sia riuscita a centrare di recente, visto che il principale compito assegnatole, ovvero predisporre gli atti per l’elaborazione delle nuova tariffe idriche, è stato puntualmente mancato, Tanto che Acea, come già fatto negli anni passati, ha dovuto sollecitare all’Aeegsi l’emissione di una diffida. Con l’aggravante – se tale la si vuol ritenere – che questa volta la Sto ha deciso anche di affidare a un consulente esterno – nella fattispecie tramite l’Anea, ovvero l’associazione nazionale degli enti d’ambito -, l’assistenza per il disbrigo della necessaria istruttoria per le tariffe e la revisione della convenzione (quella che i sindaci dicono di voler risolvere). E quanto costa questa ennesima consulenza per fare quello che la Sto dovrebbe fare da sé?

La risposta è nelle premesse: la relativa determina non è mai stata pubblicata, né è accessibile. E chiedere ai diretti interessati è stato finora inutile. Noi li incentiviamo così.

 

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