Le maledette polveri sottili… (e mo’ so’ ca… voli amari)

 

di Arturo GNESI
Scrittore – Medico – Blogger
Sindaco di Pastena

 

 

Mo’ so’ ca…voli amari, verrebbe da dire di fronte al fumo che si alza dal relitto industriale che fu la gloriosa Videocolor di Anagni. Fumo che avvolge un’area già massacrata da altro inquinamento.

Non è difficile fare due conti su quello che ci aspetta nei prossimi anni, vista la situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa l’area del frusinate e dei confini circostanti.
Dati che ormai sono diventati di dominio pubblico oltre che sorretti da studi scientifici inequivocabili. Che piazzano, nostro malgrado , il capoluogo quale la città più inquinata d’Italia.

Quelle maledette polveri sottili che avvolte nella nube sovrastano tutta l’area della valle del Sacco da Colleferro fino a Cassino avvelenando anche gli ignari abitanti di piccole località montuose. Dove non ci sono certo i problemi delle targhe alterne o dei centri storici intasati dal traffico.

I tecnici dell’Arpa hanno trovato la spiegazione in questo “movimento a pendolo” delle masse contaminate che la notte scendono verso il sud e di giorno risalgono verso la capitale fino a quando il vento non le spazza via attraverso le gole montuose a ridosso di Giuliano di Roma.

Questa volta, è il caso di dirlo, siamo messi male. E una ritrovata sensibilità sanitaria ci avvisa che nel capoluogo sono raddoppiate le malattie asmatiche e triplicate quelle riguardanti le patologie dell’apparato respiratorio.

Ma nessuno può girarsi dall’altra parte o ritenersi incolume, perché si sono innalzati anche gli indici di mortalità cardiovascolare, cerebrale, metabolica e tumorale.

In questo scenario apocalittico già codificato dagli organismi regionali che hanno inviato le direttive ai sindaci per limitare la liberazione in atmosfera di particelle inquinanti. Bisogna ridisegnare un nuovo sviluppo dell’area industriale della nostra provincia già fortemente penalizzato dalla crisi economica. E dalla disoccupazione record della popolazione giovanile.

Da una parte le esigenze dei disoccupati e dei lavoratori in mobilità e dall’altra la richiesta di Legambiente della moratoria sui nuovi presidi industriali nella valle del Sacco. Che potranno essere operativi solo dopo aver portato a termine la bonifica del SIN.

E che fine farà il tanto decantato turismo? Chi promuoverà i prodotti tipici locali? Ed i frutti della terra e dei vigneti delle nostre colline? E come vendere i formaggi dei greggi provenienti da pascoli ritenuti incontaminati ?

Negli anni passati la camorra ha fatto il proprio comodo buttando i rifiuti tossici e industriali dove capitava e dove conveniva, la nascita a dismisura di insediamenti produttivi ha fatto il resto.

Di chi è stata la colpa? Chi sono stati i responsabili? La gravità della situazione attuale ci impedisce di soffermarci sulle cicatrici, sui mandanti e sui malanni della nostra provincia. Oggi è cambiato tutto, non abbiamo più nemici da scovare ma un ambiente da riconquistare per garantire lo sviluppo e il benessere di tutti coloro che lo abitano.

Altro che strategie politiche o alleanze trasversali, altro che disquisizioni filosofiche o sondaggi elettorali. Altro che cordate tra piccoli partiti o patti con il mondo imprenditoriale. Chiunque si proporrà di governare la Regione o di sedere in Parlamento non potrà turarsi il naso o chiudere gli occhi di fronte all’inquinamento della valle del sacco e allo stato di allerta sanitario della sua popolazione.

I tempi belli (forse) verranno ma “mo so cazzi” come si dice dalle parti nostre.

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