Primo scenario. Giovedì 18 febbraio. Piazza Gramsci, Frosinone. Interno del Palazzo della Provincia. I sindaci discutono la procedura con cui mandare a casa Acea e sciogliere il contratto che gli affida la gestione del servizio idrico.
Secondo scenario. Giovedì 18 febbraio. Piazza Gramsci, Frosinone. Esterno del Palazzo della Provincia. Le associazioni dei cittadini danno vita ad una contrapposizione tra di loro: non sono l’una accanto all’altra ma una contro l’altra.
Lo si scopre leggendo un post su Facebook. Scorrendo quelle righe diventa chiaro che «non tutti sono dalla stessa parte, bisogna fare un po’ di chiarezza e di nomi». Si scopre allora che una cosa è il Comitato Provinciale Acqua Pubblica e cosa diversa è il Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica. E già sull’utilizzo dei nomi si innescano le prime scintille: Severo Lutrario (Comitato) in quel post sulla sua bacheca lo definisce «sedicente Coordinamento provinciale (sigla di cui il signor Antonellis si è impossessato senza averne il titolo – atto costitutivo depositato docet).
Ma la cosa più grave è un’altra: vengono raccontati «evidenti attriti tra i presenti che dovrebbero essere dalla stessa parte».
Quello che è accaduto dentro il palazzo della Provincia è stato raccontato in ogni dettaglio: dagli inciuci preliminari fino alla votazione finale con tanto di relativo ‘caso’ sulla validità. Quanto accadeva fuori invece emerge solo in queste ore.
Sulla scena ci sono due organizzazioni: Comitato e Coordinamento. Il giorno 8 febbraio il Comitato (quello di cui fa parte Lutrario) chiede di essere ricevuto dalla Consulta (l’organismo ristretto dei sindaci): intende proporre di aggiungere altre due votazioni a quelle sulle quali il giorno 18 i sindaci dovranno esprimersi; in pratica chiede di esaminare non solo la procedura di messa in mora di Acea, non solo il no alla fusione tra le società Acea Ato 5 (che gestisce l’acqua in provincia di Frosinone) e Acea Ato 2 (stesso servizio ma in provincia di Roma); suggerisce di votare anche il sostegno alla proposta di Legge Regionale 238 (la legge che ridisegnerebbe gli Ato nel Lazio facendoli più piccoli) e la modifica della Carta dei Servizi «in modo da impedire che Acea possa continuare impunemente i suoi comportamenti vessatori nei confronti degli utenti».
Intanto il Coordinamento (quello di cui fa parte Antonellis) comunica alle autorità che il 18 febbraio intende tenere una manifestazione davanti al palazzo della Provincia, a sostegno dell’acqua pubblica.
Il Comitato (Lutrario) riceve una telefonata: è la segreteria della Presidenza della Provincia. Gli comunica che un signore è venuto a concordare la presenza di una delegazione di manifestanti affinché possa seguire dall’interno l’assemblea dei sindaci il giorno 18. La segreteria chiede perché non gliene abbiano mai parlato prima. La risposta mette in chiaro un punto: il Comitato è una cosa, il signore presente in segreteria fa parte del Coordinamento e parlava per un altro raggruppamento di comitati.
Insomma è ufficiale che ci sono raggruppamenti, sensibilità ed opinioni diverse. E soprattutto hanno visioni diverse del problema. E non sono solo due, non c’è solo il Comitato, non c’è solo il Coordinamento. Ci sono associazioni che chiedono un contributo e compilano ricorsi, ci sono realtà del tutto basate sul volontariato.
Le cose gravi sono due. La prima (tutta da dimostrare, basata per ora solo su una versione di parte che nessuno ha smentito) c’è una guerra in atto tra le associazioni: Lutrario sostiene che ci sia stato, da parte di qualcuno, anche il tentativo di «impedire parola ed accesso all’assemblea ad altri ed in particolare a noi» e dice di essere entrato all’assemblea «solo perché mi è venuto a prendere fisicamente Marco Galli, il sindaco di Ceprano».
La seconda cosa grave è che i movimenti contro la gestione dell’acqua nelle mani di un privato sono spaccati di fronte alla legge 5/2014: una parte è a favore ed una parte è contro. Si tratta della legge con cui disciplinare nel Lazio la gestione dell’acqua (clicca qui per saperne di più) . Per essere più chiari: ma una volta messa (eventualmente) alla porta Acea Ato 5, chi e come gestirà l’acqua?
Sulla base delle norme approvate dal governo Renzi con il provvedimento ‘Sblocca Italia’ a gestire l’acqua sarà di nuovo Acea: con un’altra società alla quale basterà cambiare nome o, a buon bisogno, una società che gestirà da monopolista la distribuzione dell’acqua in buona parte del Centro Italia.
Nel Lazio c’è la possibilità che non avvenga. Ma il percorso della Legge che lo impedirebbe è lentissimo e accidentato. Il Movimento 5 Stelle è tra i pochi a denunciare questa lentezza, ponendosi così in contrasto con quella parte di Comitati/Coordinamenti che invece sono contrari alla legge.
Il sospetto è che non solo tra i sindaci, ma anche nella piazza, ci sia qualcuno che vuole buttarla in caciara. E Acea resta saldamente in sella.