Il Partito Democratico punta alla tripletta: Cassino, Sora e Alatri. Già, ma chi dovrebbero essere i vincitori?
Soltanto ad Alatri sarebbe di tutta evidenza: Giuseppe Morini, sindaco uscente è dichiaratamente Pd. Altrove, senza simbolo, è complicato. A Cassino, se vincerà Giuseppe Golini Petrarcone, con il sostegno decisivo di Marino Fardelli, chi potrà cantare vittoria? Il senatore Francesco Scalia, il deputato Nazzareno Pilozzi, il presidente provinciale Domenico Alfieri.
E il segretario Simone Costanzo? Forse sì, forse no. Come la canzone di Pupo di parecchi anni fa. Se invece la fascia tricolore dovesse indossarla Francesco Mosillo, allora a festeggiare sarebbero Francesco De Angelis e Mauro Buschini. Senza però esultare troppo, perché fino a prova contraria Nicola Zingaretti (presidente della Regione Lazio, non uno così) si è speso per l’unificazione del Pd. Tra Petrarcone e Fardelli.
A Sora, il Pd provinciale ha tutto da perdere: in caso di vittoria il sindaco Ernesto Tersigni direbbe di aver vinto lui (il simbolo non c’è). In caso di sconfitta, i “ribelli” del circolo locale scatenerebbero una vera crociata contro le scelte effettuate.
Sull’altra sponda del fiume, quella del centrodestra, chi vincerebbe davvero? A Sora Roberto De Donatis è sostenuto anche dal Partito Socialista Italiano di Gianfranco Schietroma e pure in questo caso il simbolo non ci sarà. Sarà stato più determinante Abbruzzese o Schietroma?
Ad Alatri la divisione è già netta: da una parte Antonello Iannarilli (Forza Italia e Noi con Salvini), dall’altra Enrico Pavia (liste civiche e sostegno di una parte di Fratelli d’Italia). A Cassino il candidato a sindaco è Carlo Maria D’Alessandro, ma mai come in questo caso l’unità si vedrà sul campo. La possibilità del voto disgiunto è un rischio per tutti.
Intanto, alla Provincia e al Consorzio Asi Partito Democratico e Forza Italia continuano a governare insieme. Si lanciano bordate a mezzo stampa, ma poi nel cda non vola una mosca.
Bei tempi quando alle comunali si sapeva se il sindaco era dei Ds piuttosto che della Margherita, di Forza Italia piuttosto che di Alleanza Nazionale, del Ccd piuttosto che di Rifondazione Comunista.
Oggi c’è la figura del sindaco ad appartenenza variabile. Ognuno può metterci la bandierina che vuole.