Top e Flop, i protagonisti di sabato 4 maggio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 4 maggio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 4 maggio 2024.

TOP

MATTEO RENZI

Matteo Renzi (Foto: Marco Ponzianelli © Imagoeconomica)

È tornato ed è tornato su quello che forse è il suo terreno di “caccia” migliore. Niente solletica di più di una competizione elettorale a livello europeo Matteo Renzi. E comprenderlo è facile anche per chi di Europa non ne mastica o ne vuole sentire poco, magari solo per uno score-game tutto tra partiti e leader italiani. Il senatore e fondatore di Italia Viva è di fatto tra i più competenti in materia, e pare essere il solo che nel candidarsi a Bruxelles poi ove eletto ci andrà davvero.

Lo ha ribadito anche Marietta Tidei, consigliera regionale del Lazio, in una intervista in esclusiva sul tema ad Alessioporcu.it in uscita oggi. La Tidei è candidata con gli Stati Uniti d’Europa nella circoscrizione dell’Italia Centrale ed ha le idee chiarissime sulle skill del suo leader.

Il loop che funziona, anche per Tidei
Marietta Tidei

Leader che ha messo il dito nella piaga aperta dei suoi avversari. Così: “Tutti i leader candidati alle Europee non andranno al Parlamento Europeo. Stanno truffando gli elettori”. E poi: “Tutti, con una unica eccezione: la lista Stati Uniti d’Europa”. Ha ragione, piaccia o meno Renzi ha ragione: le candidature, per citare i casi più eclatanti, di Giorgia Meloni, Elly Schlein ed Antonio Tajani servono per trainare consensi, non per coprire caselle.

“Candidarsi per un posto a Strasburgo e annunciare di non andarci significa truffare i cittadini. È uno scandalo solo italiano. Io rimango allibito dal silenzio dei media su questo tema: solo da noi ci sono dei leader politici che preferiscono contarsi in Italia anziché contare in Europa. E di quella alterità Renzi vuole farsi alfiere, magari per andare oltre quel 4% che i sondaggi gli assegnano in lettura speranzosa. “Noi di Stati Uniti d’Europa siamo diversi. E, se eletti, tutti noi, a cominciare da Emma Bonino, andremo a Strasburgo”.

La “truffa” degli altri leader

E sul Nazareno di oggi in chiave Ue? “Penso che il Pd non sia più un partito ma un comitato elettorale che tiene insieme le idee più disparate. Se con Stati Uniti d’Europa faremo un risultato buono, allora anche pezzi del Pd riformista abbandoneranno questa deriva populista del Pd e verranno con noi a costruire una cosa nuova. Paro paro quello che la Tidei ci ha confessato/ribadito.

Con un Renzi in spolvero che è tornato. E che si muove sul suo terreno preferito. Quello con tanti “orsi” e con lui solo che ha lo schioppo imbracciato.

Revenant.

IGNAZIO PORTELLI

Ignazio Portelli (Foto: Clemente Marmorino © Imagoeconomica)

Pane al pane, vino al vino: al momento di congedarsi dalla provincia di Frosinone per assumere l’incarico di Commissario dello Stato per la Regione Sicilia, il prefetto Ignazio Portelli aveva messo tutti di fronte alla cruda verità. E cioè che la Ciociaria è terra di mafia e di camorra. Dove tutti hanno fatto finta di non sapere. Perché conveniva così. C’è stato silenzio: a ridosso della complicità. Nessuno ha avuto il coraggio di smentirlo. Perché avrebbe potuto mettere sul tavolo una serie di evidenze: tanto sugli sporchi affari dei clan e tanto sulle connivenze. (Leggi qui: L’urlo di Ignazio Portelli. E leggi anche Con chi ce l’aveva Portelli).

Il prefetto Ignazio Portelli è stato uno dei pochi ad avere il coraggio di dire le cose con chiarezza. Mettendo il territorio davanti alle proprie ipocrisie. La sua visione delle cose non è scontata e non è convenzionale perché diverso dal consueto è l’osservatorio: Portelli è da anni presidente dell’Anfaci l’associazione dei funzionari dell’amministrazione civile dell’Interno. Che non è una bocciofila né un circolo canottieri ma un tavolo intorno al quale i prefetti si confrontano e cercano soluzioni per far funzionare meglio la macchina dello Stato. Se non bastasse, a lungo è stato il coordinatore europeo dell’associazione dei prefetti.

Ignazio Portelli (Foto: Clemente Marmorino © Imagoeconomica)

Ha visione lunga ed ampia. Anche per questo, nelle ore scorse è stato il protagonista della riunione tenuta a Smirne in Turchia. Dove si sono riuniti i delegati dei prefetti di tutte le città europee. Al termine del dibattito lo hanno eletto presidente di Aerte – Eastr cioè l’associazione che riunisce tutti i prefetti di tutta l’Europa. La sua elezione è avvenuta all’unanimità.

L’unica a non avere capito il peso delle sue parole e l’autorevolezza dell’allarme che ha lanciato prima d’andare via è stata la provincia di Frosinone. Che come gli struzzi si sente al sicuro infilando la testa sotto la sabbia. Ma lasciando le chiappe fuori e bene in vista.

Cose turche.

FLOP

MARCO TARQUINIO

Marco Tarquinio (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Ci ha pensato un sulfureo Carlo Calenda a rilevare la contraddizione etica che sta in petto a Marco Tarquinio, direttore dell’Avvenire e candidato del Pd per l’Italia centrale alle Europee. E ci ha pensato addirittura il generale Vannacci a generare un mezzo endorsement che fa imbarazzo. Non tanto imbarazzo per l’accostamento al candidato massimalista e retrò della Lega, quando piuttosto imbarazzo perché è la posizione di Tarquinio che si è fatta imbarazzante.

Vannacci al Foglio ha detto: Ben venga chi condivide le mie idee. A prescindere dal colore politico”. E pungolato su Tarquinio l’autore de Il Mondo al contrario ha detto: “Non conosco il signore candidato del Pd. E non conosco le sue posizioni”. Reso edotto delle quali Vannacci ha spiegato: “Mettiamola così: io mi batto per i pensieri che rappresento, ho scritto e divulgato”.

“Se c’è un’altra persona allineata al perseguimento di questi obiettivi va benissimo. Non precludo alcuna collaborazione”. Insomma, su guerre, aborto e grandi temi etici Tarquinio imbarazza Elly Schlein oppure Elly Schelin imbarazza Tarquinio? Il risultato non cambia, ma la posizione del giornalista umbro pare eccentrica assai. Calenda è andato a scovare una dichiarazione di Tarquinio del maggio 2022. “Non l’avrei votata (la legge 194) così com’è proprio come non voterei mai la pena di morte perché sono contro ogni norma letale.

La linea di Elly
Elly Schlein (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Poi ha sferzato la segretaria dem: “Se Meloni avesse detto una cosa del genere ve la sareste mangiata. Tarquinio è un vostro candidato alle europee”. Schlein è stata d’altronde chiarissima in queste ore: “Noi siamo per l’Europa che difende i diritti delle donne. Non per l’Europa che fa entrare gli antiabortisti nei consultori. La destra non tocchi la 194.

Il guaio è che Schlein è in un certo senso “abilitata” alle incongruenze perché guida un partito organicamente incongruente e composito. Diciamo che alla romana “je tocca” via.

Tarquinio no, lui è solo. Solo e (s)perso tra quello in cui da sempre crede e quello a cui dovrà “credere”. Solo per un po’, magari solo fino a giugno.

Sulle spine.