Finisce sul tavolo dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione del giudice Raffaele Cantone la nomina dell’avvocato Annalisa D’Aguanno alla direzione generale del Cosilam, il consorzio industriale del Lazio meridionale.
Tre gli aspetti presi di mira: la mancanza dei requisiti necessari per poter essere nominata; il bando di selezione nel quale si equipara la carriera politica a quella nelle professioni; l’incompatibilità di uno dei consiglieri d’amministrazione.
Nel ricorso viene evidenziata la violazione dell’articolo 23 dello Statuto del Cosilam, nel punto in cui recita che «Per svolgere le funzioni di Direttore Generale è necessario possedere i requisiti per l’accesso alla qualifica di dirigente degli Enti Locali».
La norma cui si fa riferimento è il decreto legislativo numero 165 del 2001: «Per accedere alle funzioni dirigenziali bisogna avere svolto almeno cinque anni da dirigente presso un ente pubblico». Elemento che – sostiene il ricorso – non risulta in possesso della candidata.
Invece lo possedevano in pieno il dottor Federico Sisti, già dirigente generale della Camera di Commercio di Frosinone ed all’agenzia Frosinone Formazione, il dottor Francesco Rabotti già direttore generale del consorzio industriale Asi di Frosinone e già direttore dell’ente previdenziale degli Psicologi.
L’altro punto preso di mira è il bando nel punto in cui chiede una “comprovata esperienza nella pubblica amministrazione, anche con cariche elettive, in aziende di diritto pubblico o private…” equiparando quindi gli anni da politico fatti in Regione, Provincia o Comune, con quelli da dirigente generale. Invece la 165/2001 è chiara: stabilisce che una cosa è l’indirizzo politico e cosa diversa è la gestione tecnica di un ente.
Il terzo elemento contestato è la presenza in commissione del vice presidente Francesco Mosillo che nel frattempo è stato eletto consigliere comunale a Cassino: nei giorni scorsi, consapevole dell’incompatibilità, Mosillo aveva annunciato le dimissioni. Che però non risultano ancora consegnate.
A votare per Annalisa D’Aguanno sono stati il presidente Pietro Zola, i consiglieri d’amministrazione Francesco Mosillo e Umberto Satini. Assente il consigliere Renato Di Carlo: è socio in affari con il marito della neo direttrice generale e per questo gli è stato consigliato di astenersi. Il presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli invece ha votato per Federico Sisti. E in mattinata ha marcato ancora di più la presa di distanze, dal metodo e non dalla persona: «Non ho votato per Annalisa D’Aguanno non perché venga dalla politica. Ma semplicemente perché a mio giudizio c’erano dei professionisti più qualificati. Poi in alcuni momenti di riflessione mi è stato detto chiaramente che lei era la più affidabile e che aveva la piena fiducia del presidente. Ne ho preso atto. E’ stata votata dai 3/4 del CdA : sono sicuro che opererà subito e bene per sbloccare tutte le situazioni che in questi mesi hanno frenato l’azione del Cosilam».
Nel pomeriggio, l’ex sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone, nell’annunciare il ricorso all’Anac di Raffaele Cantone, firmato insieme ai consiglieri Enzo Salera ed Edilio Terranova, ha attaccato il presidente Pietro Zola «che solo un anno fa veniva eletto all’unanimità come rappresentante degli imprenditori, dichiarandosi diverso e distante dalle gestioni politiche precedenti, e invece si è prestato al più bieco e squallido accordo politico. Lui che fino a qualche mese fa aveva dichiarato che il Consorzio non aveva bisogno della figura del DG, preoccupato dei conti in rosso dell’ente. Facciamo presente che il costo di un DG è ben oltre i centomila euro l’anno». I tre consiglieri comunali di opposizione mettono in chiaro che il problema è nel metodo e non nel merito: «la nostra è obiezione di carattere politico di metodo e non di merito e non vi è alcun intenzione di gettare discredito su una professionista, peraltro di Cassino».
Tra i primi compiti che attendono il neo DG c’è la convocazione in prefettura fatta dal sindacato Cisl per avviare il tavolo di confronto sul taglio del 50% dello stipendio ai dipendenti Cosilam, in alternativa al taglio del 50% dei posti di lavoro».