Le prossime elezioni regionali del Lazio saranno da 'tripla': 1 X 2. Zingaretti 'civico, Lombardi di corsa, Berlusconi senza fretta
Un programma, quello di Nicola Zingaretti, sottoscritto da 202 sindaci su 378. Come ha sottolineato il Governatore del Lazio. Il quale non parla più soltanto di un’alleanza larga di centrosinistra, ma sposta il baricento della coalizione sul versante “civico”.
Non lo fa per caso, ma per ragionamento politico: intanto perché la bandiera bianca alzata da Angelino Alfano al centro e da Giuliano Pisapia a sinistra è la dimostrazione che non basta certamente annunciare un’intesa, che invece va declinata su dei programmi e degli obiettivi.
Zingaretti non vuole perdere nessuno, neppure Liberi e Uguali di Pietro Grasso. Nemmeno Alternativa Popolare. Non dopo aver firmato l’annuncio della fine del commissariamento insieme al ministro Beatrice Lorenzin.
Sta lavorando a diverse liste civiche Zingaretti: quella nella quale troveranno posto gli esponenti di Insieme nel Lazio di Massimiliano Smeriglio, quella centrista e moderata che avrà il compito di rosicchiare preferenze nell’area di confine con il centrodestra, quella aperta alla società civile tout court.
Con il Pd sotto la “soglia Bersani” nei sondaggi non ci sono tante alternative e Nicola Zingaretti può calare sul piatto la carta delle credibilità. L’alleanza larga l’ha fatta nel 2013, alcuni risultati li ha raggiunti e l’uscita dal commissariamento della sanità è certificata dai timbri sui conti.
Cosa potrebbe succedere se il Pd dovesse perdere a livello nazionale e vincere nel Lazio? Matteo Renzi verrebbe messo fortemente in discussione e Zingaretti sarebbe guardato come modello.
Anche per la segreteria? Forse.
La partita però non è chiusa. Anzi, per la verità si deve ancora aprire.
Roberta Lombardi, candidata del Movimento Cinque Stelle, è una “tosta”, caparbia, che coprirà il territorio palmo a palmo.
Il centrodestra appare in ritardo. Sergio Pirozzi ci sarà comunque. Silvio Berlusconi cosa farà? Alla fine sarà “costretto” a convergere sul sindaco di Amatrice oppure metterà un esponente di Forza Italia? Ancora la strategia non è chiara. I tanti nomi che si fanno nel centrodestra vanno in panchina con la stessa velocità che impiegano per entrare in campo. Berlusconi non sembra avere fretta. Perché?