Francesco Mosillo non ritirerà la sua candidatura a sindaco di Cassino. La missione politica con cui convincerlo ad appoggiare il sindaco uscente Giuseppe Golini Petrarcone e riunificare il centrosinistra è fallita.
A chiedere di avviare un ulteriore tentativo di semplificare il quadro politico pare sia stato direttamente Nicola Zingaretti: teme che le spaccature su Cassino possano indebolire il centrosinistra e regalare un’occasione di vittoria al centrodestra. La risposta è stato un no garbato ma fermo: «Siamo andati troppo avanti».
A questo punto da Roma è partita la telefonata per Francesco De Angelis: l’ex parlamentare europeo è stato il tessitore dell’operazione che lo scorso anno ha portato Francesco Mosillo alla vice presidenza del consorzio industriale Cosilam, ha spianato la strada ad una sua candidatura a sindaco sperando che si arrivasse però ad una conta interna e ad un nome unitario.
De Angelis è sceso in campo. E attivando tutti i suoi canali è riuscito a condurre in porto un’altra missione: tra Petrarcone e Mosillo non ci sarà un accordo politico ma rispetteranno una Pax Elettorale. In pratica, un patto tra gentiluomini: prevede che non si attacchino in maniera frontale, non esasperino i toni l’uno contro l’altro, non si diano gomitate sotto la cintura.
Eviteranno insomma di regalare argomenti elettorali al Centrodestra. E soprattutto creeranno le condizioni per un reciproco appoggio nel caso in cui uno solo dei due dovesse arrivare al ballottaggio.
Il timore di Zingaretti, condiviso in pieno da De Angelis, è quello di una campagna elettorale fatta di veleni, al punto da negarsi il sostegno se si dovesse andare al secondo turno, regalando la città all’avversario non di centrosinistra.
Ma se al ballottaggio dovessero andarci invece i due candidati di centrosinistra? La Pax Elettorale diventerebbe all’istante carta straccia per i 15 giorni successivi, fino al voto bis ed al verdetto delle urne.