Provinciali: eletto il nuovo Consiglio, ecco chi entra. E come.

I risultati delle elezioni Provinciali. Soprattutto: come si legge il voto. Chi ha vinto e chi ha perso. Cosa c'è dietro l'onda Pd. Quei 20 voti ponderati che fanno la differenza. Le conseguenze immediate sul Comune di Frosinone

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Trionfa il Partito Democratico: da solo elegge 5 Consiglieri. Aumenta un seggio e sale a quota 3 Fratelli d’Italia ma lo deve al rientro di Alessandro Cardinali. Conferma i suoi due posti in Aula la Lega che rispetto a due anni fa ha perso Gianluca Quadrini, tornato in Forza Italia. Dove stasera ha dilagato: è il più votato in assoluto, accarezzando fino alla fine il sogno di un secondo seggio che è mancato per appena 20 voti ponderati, quelli di un solo Comune con meno di 3mila abitanti. Il che mette nel mirino l’amministrazione Mastrangeli. Confermato ancora una volta il vicesindaco di Gallinaro, Luigi Vacana.

Il nuovo consiglio provinciale di Frosinone è stato eletto pochi minuti dopo la mezzanotte. Governerà i prossimi due anni con il presidente Luca Di Stefano (civico) eletto un anno fa.

Il nuovo Consiglio

Trionfa la lista di centrosinistra nella quale il presidente Pd del Lazio Francesco De Angelis è riuscito a costruire un mini Campo Largo. Ha messo insieme Partito Democratico, Azione – Italia Viva e Demos. Prende 32.827 voti ponderati (35,26%) che gli danno diritto a 5 dei 12 seggi. È uno in più dello scorso anno.

Fa il colpaccio Alessandro Mosticone di Sora (6.837 voti ponderati) che è il più votato nella lista. Alle sue spalle si piazza lo storico vicesindaco di Ferentino Luigi Vittori (6.253), seguito da Enrico Pittiglio capogruppo uscente e sindaco di San Donato Valcomino (6.114). I voti di Cassino hanno rieletto praticamente da soli Gino Ranaldi capogruppo a Cassino (5.025), scavalcando anche Antonella Di Pucchio di Isola del Liri che due anni fa risuktò la più votata (4.589). Il primo dei non eletti è il Segretario provinciale renziano Adamo Pantano.

Fratelli d’Italia elegge 3 consiglieri provinciali grazie a 22.466 voti ponderati (24,13%). Entrano Alessandro Cardinali di Anagni (7.816), il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore (4.814) ed il vicesindaco di Castrocielo Andrea Velardo (2.771). Lo scorso anno FdI aveva 2 consiglieri, questa volta il terzo è legato al rientro in FdI di Cardinali che due anni fa si era spostato nel Polo Civico.

(Foto © AG IchnusaPapers)

La Lega conferma 2 seggi grazie a 17.721 voti ponderati (19,04%). Rieletto il capogruppo uscente Andrea Amata grazie ai voti di Frosinone città (5.067), torna in Provincia l’ex presidente d’Aula Luca Zaccari di Ferentino (4.361). Due anni fa il carroccio aveva tre seggi ma nel frattempo il presidente del Consiglio Provinciale Gianluca Quadrini è tornato in Forza Italia dove questa sera è stato rieletto con 8.727 voti personali risultando il più votato in assoluto. Forza Italia ha preso 13.070 voti (14,04%)

Confermato in Aula il vicesindaco di Gallinaro Lugi Vacana: con la sua lista civica che prende 7.005 voti pari al 7,53%.

Chi vince e chi perde

Trionfano gli strateghi. Il Pd con il presidente regionale Francesco De Angelis prende addirittura un seggio in più dello scorso anno grazie ad un cinica condotta di gara. Aumenta di un seggio anche Fratelli d’Italia dove il Segretario provinciale Massimo Ruspandini ha intuito la potenzialità legata alla riapertura delle porte per Alessandro Cardinali. Non ne ha ostacolato il ritorno dopo la parentesi nel Polo Civico quando l’assessore regionale Giancarlo Righini ha voluto scommettere con convinzione su quel nome. Torna ad eleggere Forza Italia che due anni fa era rimasta al palo: fino all’ultimo istante Gianluca Quadrini ha sperato di centrare anche il secondo seggio.

da dx Caligiore, Ruspandini, Cardinali, Velardo

Nella lista di Fratelli d’Italia batte un colpo enorme il vicepresidente uscente Alessandro Cardinali spinto dal presidente Saf Fabio De Angelis: una prova muscolare, inaspettata in queste proporzioni. L’area del Coordinatore provinciale Massimo Ruspandini gioca una saggia partita di strategia e divide i voti tra il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore ed il vicesindaco di Castrocielo Andrea Velardo. Testa a testa in tutta la prima parte della conta, Caligiore ingrana il turbo quando escono i voti di Ceccano.

Fino a metà dello spoglio dei Comuni di fascia Rossa è stato in partita anche Antonio Cardillo per un onorevole quarto posto. Ma nulla ha potuto sui voti di Alatri che in massa hanno sostenuto Umberto Santoro: l’assessore che ha dovuto fare il passo indietro per ricomporre la frattura legata al consigliere Iannarilli.

Un risultato che conferma la dimensione dell’area di Massimo Ruspandini. Tutte le altre sensibilità hanno puntato sul Consigliere comunale di Frosinone Sergio Crescenzi. Il Gruppo consiliare del Capoluogo ha lavorato bene ed i voti interni gli sono arrivati tutti. Non sono arrivati quelli dagli altri Comuni. Il che ridimensiona molte velleità.

Il Partito più votato

Francesco De Angelis

Il Pd centra un risultato straordinario. Al punto che la leader di Pensare Democratico Sara Battisti in nottata detta all’agenzia Ansa “Da Frosinone parte un chiaro segnale per Giorgia Meloni e Francesco Rocca: l’alternativa esiste”.

Il dato del Partito Democratico va letto nel suo complesso, senza focalizzarsi sul risultato dei singoli. Perché sta nel dato complessivo il vero significato politico del traguardo tagliato in queste ore. Il Segretario Provinciale Luca Fantini ed il gruppo dirigente hanno allestito una lista che ha dimostrato ancora una volta quanto fosse vincente lo schema del Campo Largo. Ha condotto all’elezione di 5 Consiglieri, di tutte le sensibilità interne e di tutte le aree geografiche del territorio.

Limitarlo a queste Provinciali sarebbe un suicidio politico. È chiaro che adesso dovrà essere riproposto in tutte le prossime tornate elettorali, allargandolo alle forze rimaste fuori questa volta. Pregando che non accada quanto visto alle Regionali di febbraio quando il M5S non ha voluto sentire regioni, finendo per dimezzare i suoi eletti (poi dimezzatisi ancora per andarsene in Forza Italia). Ma soprattutto consegnando – in virtù di quella scelta – il Lazio al centrodestra.

Gino Ranaldi

Nei singoli casi. Lo spoglio dice che Cassino è una corazzata ed ha votato in maniera compatta per Gino Ranaldi: per contro, fuori dalla fascia verde i voti portati sono davvero poca cosa. Un segnale per le eventuali ambizioni di costruire un’area politica intorno a Cassino. Enrico Pittiglio gode di un consenso vasto e radicato in tutta fascia dei medi, piccoli e piccolissimi Comuni; Antonella Di Pucchio ha ottenuto il voto il massa dell’area di Antonio Pompeo. Mentre Luigi Vittori ed Alessandro Mosticone sono stati i campioni del chiagni e fotti: piangendo per i pochi voti che potevano vantare hanno fatto scattare così tanto soccorso da prendere pure bei voti nella pregiatissima fascia verde, scavalcando poi tutti gli altri candidati.

Il segnale per Abbruzzese

Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese

Nella Lega non ci sono sorprese nel risultato finale. L’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli ha votato ad occhi chiusi l’ex presidente d’Aula Luca Zaccari. L’ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani ha concentrato le sue risorse sul capogruppo uscente Andrea Amata. Che fino all’arrivo del voto ponderato di fascia Verde ha sudato freddo.

Infatti fino all’apertura dell’urna con o voti del Capoluogo e di Cassino era in corso una sfida tra il fiuggino il fiuggino Marco Fiorini ed il sorano Lino Caschera che lo tagliava fuori. La rielezione di Amata non è mai stata in dubbio: il segnale è che Ciacciarelli ha evidentemente ampliato il suo raggio d’azione portando ben tre dei suoi a giocarsi il posto in Provincia.

Questo è un dato utilissimo per Mario Abbruzzese in vista della sfida per le Europee. Perché i 14mila voti messi in campo a febbraio alle Regionali e quelli fatti vedere ora alle Provinciali dicono che la base sulla quale far stampare il biglietto per Bruxelles c’è tutta.

Per un pelo

Maurizio Scaccia

Le elezioni Provinciali di Frosinone rischiano di avere conseguenze pesanti per l’amministrazione del capoluogo guidata dal sindaco Riccardo Mastrangeli (civico indicato dalla Lega).

In nottata il capogruppo Comunale di Forza Italia Maurizio Scaccia ha dichiarato che “Da questo preciso momento Forza Italia valuterà l’appoggio esterno alla Giunta Mastrangeli. Accusando l suo centrodestra “di avere inteso bocciare entrambi i candidati che la rappresentavano”. L’analisi del voto dice che l’amministrazione comunale di Frosinone non ha votato in massa uno dei suoi due candidati che erano in corsa per le Provinciali, a differenza di quanto ha fatto a Cassino il centrosinistra, eleggendo praticamente da solo il capogruppo Pd Gino Ranaldi

Il presidente del Consiglio Provinciale uscente Gianluca Quadrini (Forza Italia) è risultato il più votato in assoluto e solo per 20 voti ponderati (quindi un solo voto di un comune sotto i 3000 abitanti) gli azzurri non hanno eletto il secondo consigliere provinciale. Sarebbe stato proprio Maurizio Scaccia, grazie all’appoggio garantito dall’assessore al Bilancio e sub commissario provinciale Adriano Piacentini.

Vacana ed il treno di Ferone

Luigi Vacana

Per Luigi Vacana e non c’è storia. È stato eletto ancora una volta: finirà che dovranno intitolargli la stanza. Ha però il merito di scrivere un’altra storia. Quella del ferroviere comunista Pietro Ferone, in lista con lui. Partendo da un comune di piccola fascia è stato secondo alle spalle di Vacana per tutto lo spoglio.

Ha retto pure l’assalto delle schede rosse, forte del voto garantito dall’area Comunista. Poi sono arrivati i voti di Frosinone su Papetti che lo hanno portato al secondo posto scavalcando Ferone. Che però con le Provinciali ha detto quanto sia concreta elettoralmente un’area di consenso tutt’affatto che di nicchia.