Il tribunale del Riesame annulla il maxi sequestro eseguito nello scorso mese di luglio a carico dell'ex presidente di Confcommercio Lazio e della Camera di Commercio di Latina. Non era in carica all'epoca della truffa ipotizzata dalla Procura.
Sequestro annullato. E inchiesta messa in discussione. Almeno per quanto riguarda Enzo Zottola, ex presidente di Confcommercio Lazio e della Camera di Commercio di Latina. Il Tribunale del Riesame gli ha restituito i beni (dal valore stimato in 676mila euro) che gli erano stati sequestrati nello scorso luglio.
Il sequestro era stato disposto dal giudice delle Indagini Preliminari di Roma dopo avere esaminato gli indizi raccolti dal sostituto procuratore Laura Condemi. Il magistrato sospetta una truffa da 5 milioni di euro che sarebbe stata realizzata facendo lievitare i costi dei corsi di alta formazione autorizzati e finanziati dal Ministero del Lavoro per aggiornare i dirigenti di Confcommercio Lazio e delle imprese consorziate.
L’accusa coinvolge dodici persone in tutto, tra cui Vincenzo Zottola. Al quale la Procura attribuisce il ruolo di regista dell’operazione. A Zottola viene contestata la pratica che portò alla creazione di un fondo paritetico per finanziare la formazione continua. Quel fondo – è l’ipotesi d’accusa – avrebbe finanziato anche corsi di formazione fantasma o svolti solo in parte.
Il presidente Zottola ha sempre sostenuto che di quei corsi sapeva meno di nulla. Perché erano stati tenuti nel 2010 mentre la sua elezione al vertice di Confcommercio Lazio risale al 2012. E, in ogni caso, il ruolo del presidente è solo politico: riguarda le scelte strategiche. Non quelle operative, competenza invece dei funzionari.
Il Riesame ha preso atto delle tesi sostenute dagli avvocati dell’ex presidente. I giudici in giornata hanno verificato le date. E riscontrato che fanno riferimento ad un periodo precedente alla sua amministrazione.
Da qui il dissequestro.