Se ne va Piera De Carolis, storica parrucchiera di Alvito. Il suo ultimo messaggio agli amici. Tra cui un ex bambino. Che ora racconta la sua parabola.
Non voglio parlare di morte. Vi racconto solo una storia. C’è una ragazza con le forbici nella destra e muove veloce la mano, a disegnare nell’aria pezzi di vita, mentre con il pollice e il medio della sinistra acciuffa qualcosa che sembra invisibile, ma cade punto a punto sulle spalle, coperte da un lenzuolo azzurro, che sa di fresco.
Non sai in che anno siamo e allora butti lì una data a caso, un 1967. Immaginiamola cosi, la ragazza è forte, indipendente e sa come parlare alle persone. Sa che il futuro te lo devi guadagnare, rischiando, faticando, credendoci, con un sorriso pure quando piove. Alla ragazza piace tagliare i capelli, acconciarli e raccontare le novità sfogliate sulle riviste di moda. Le riviste hanno nomi di donna: Annabella, Grazia, Gioia. Non parlano mica solo di capelli. Ti raccontano quello che accade fuori, nel mondo.
La parrucchiera: confessore senza penitenza
Alla ragazza poi piace pure seguire la politica, perché il potere se non lo conosci ti frega. Impara le parole e le parole sono come i capelli, ti raccontano storie. La ragazza le ascolta e se le tiene per sé, perché una parrucchiera è come un confessore, ma senza penitenza. Ascolta e le cose cattive se le dimentica.
Parrucchiera per donna. Qui è quasi una novità. Non ci vai solo quando serve. È anche un modo per rilassarsi, per raccontarsi, per stare insieme, per dire quello che i maschi non possono sentire.
Dopo le donne arrivarono i bambini e dopo i bambini perfino gli uomini. Ha visto i tuoi capelli biondi diventare neri e mossi e impossibili da pettinare. Ha visto i capelli di tua madre diventare bianchi. Ed ha visto i capelli di tutti invecchiare e perdersi. Li ha lavati e tagliati e asciugati e messi in piega e arricciati e colorati. Ora con tutti quei capelli potresti farci un film. La trama è semplice: il salone da parrucchiera dove ognuno si siede, si guarda allo specchio e racconta la sua storia. È la storia di un paese.
Sarebbe bello se la ragazza non invecchiasse, ma la vita non è così. Allora la vediamo che si sposa, diventa madre, due figli che vanno sulle moto. e vede crescere anche i figli degli altri, e quei figli passano a salutarla e pure loro invecchiano.
Il Giornale sulla mensola di Piera
La ragazza ha superato I settanta e continua a lavorare, anche se il respiro è in affanno e tu non sai davvero quanti anni abbia, perché ti sembra che sia sempre stata lì, come la piazza, i platani, l’arco e la curva dopo il convento dei Cappuccini.
Sulle mensole, tra un pettine e un phon, c’è spesso la copia di un giornale. La ragazza, che da anni non è più ragazza, lo compra perché ci scrive un bambino che ha visto crescere. Il bambino, che da anni non è più un bambino, quando scrive pensa di dover scrivere per quelle come lei, per la sua gente, per chi sta in negozio fino all’ultimo respiro. Non sempre ci riesce, ma ci prova.
L’altro giorno, su una pagina di Facebook, lei gli ha lasciato un messaggio. Sono Piera volevo salutarti sono molto malata sono in ospedale voglio salutare gli amici.
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Piera De Carolis ha smesso di acconciare la vita con le sue forbici la sera del 25 aprile 2021